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martedì 29 aprile 2014

Alla morte dell'assistito la badante deve lasciare l'appartamento!?



La badante ha diritto ad un preavviso di licenziamento anche in caso di morte dell'assistito. Trascorso tale periodo che dipende dall'anzianità di lavoro ogni rapporto si ritiene concluso. La badante deve lasciare lo stesso giorno libero l'alloggio da persone o cose non di proprietà dell' ex datore di lavoro. Non c'è lavoro, non c'è alloggio (che faceva parte solo del precedente contratto di lavoro). Vale l'art. 35 del contratto collettivo nazionale sulla cessazione del rapporto di lavoro.
Alcuni familiari ci chiedono: c'è il rischio che la badante, alla morte dell'anziano/a che assiste,  non voglia andarsene? Per fortuna credo non sia una situazione frequente ma se accade, cosa si deve fare? Qual è la procedura per “Esecuzione forzata di obbligo di rilascio di immobile", questa è la definizione tecnica dell’istituto giudiziario comunemente conosciuto come “sfratto” (o sloggio)? Leggi qui. Si veda ache l'articolo del Sole24Ore: Tempi lunghi ai proprietari per gli sfratti di inquilini morosi
Interessante anche l'articolo del sito del Comune di Milano: Cosa fare in caso di sfratto
Gli articoli si riferiscono al caso di morosità; nel caso della badante che non vuole andarsene siamo in questa tipologia? Sono questioni legali che necessitano quasi sempre l'intervento di un avvocato e quindi costi che possono arrivare fino a 2000 €.
Ecco la storia tratta dal Messaggero: LATINA (3 settembre 2009) - Una donna di 90 anni è morta oggi a Latina e il suo alloggio, in una casa popolare, è stato subito occupato dalla sua badante, che non si è fatta alcun problema per la presenza nell'appartamento della salma. La donna che ha occupato l'appartamento non ha voluto aprire né ai tecnici dell'Ater, né alla polizia, che per ore hanno tentato di convincerla. La donna, D.M., 60 anni, italiana, ha sostenuto di «dover accudire la salma», e si è fatta raggiungere dalla figlia e dalla nipote, una bambina di 4 anni. Proprio per la presenza della bambina, gli agenti non hanno potuto eseguire lo sgombero forzato dell'appartamento ma, quando il corpo dell'anziana signora è stato portato via per la cerimonia funebre, hanno potuto solo denunciare le due donne per occupazione abusiva, e D.M. anche per istigazione (in quanto si è fatta raggiungere dalla figlia per occupare la casa) e resistenza. D.M. vive nello stesso stabile, come assegnataria di un appartamento Ater, diviso fino a oggi con la figlia e la nipotina. Deve aver ritenuto troppo ghiotta l'occasione presentatasi con la scomparsa della donna da lei assistita.

Trovo su Repubblica questo quesito (23 novembre 2010):
La badante di mio padre ha recentemente stipulato con noi un contratto per 54 ore settimanali e chiede di avere la residenza. Mi sono consultato e mi è stato detto che è praticamente obbligatorio concederla. In questo caso, la badante entrerebbe nello stato di famiglia di mio padre, vorrei sapere cosa può succedere dal punto di vista fiscale cioè se viene aumentato il nucleo familiare da un soggetto a due cosa varia per il 730, spazzatura, eventuali contributi per disabilità etc. Se dovessero sopraggiungere altri suoi familiari, siamo obbligati ad offrire alloggio in casa? Inoltre vorrei sapere se alla fine del contratto potremo allontanare la badante dall'abitazione senza problemi. Grazie

L'esperto risponde:

La badante non entra nello stato di famiglia di suo padre, ma risulterà domiciliata presso la stessa abitazione per motivi di lavoro, ossia per assistenza domiciliare. Sarà sufficiente per questo richiedere al Comune lo stato di famiglia separato. Quindi suo padre non perderà alcuna agevolazione, ma l'unico aumento di spesa riguarderà la Tarsu, poiché raddoppia il numero dei residenti. Quanto al ricongiungimento familiare non c'è alcun obbligo di far risiedere in casa vostra eventuali congiunti trattandosi di residenza per motivi di lavoro. Allo stesso modo non avrete problemi al termine del contratto: non essendoci più il motivo di lavoro non avrete più alcun obbligo di alloggio.

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