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giovedì 31 marzo 2011

Newsletter del 31-03-11 del Centro Maderna

Newsletter del 31-03-11
Indice
Demenze: non solo Alzheimer(Centro Maderna)
Si intitola "Workshop on diagnostic issues in atypical dementias" (Seminario su questioni diagnostiche relative alle demenze atipiche) il seminario che si terrà il 5 e 6 maggio 2011 presso il Museo di Santa Giulia di Brescia sotto il patrocinio dell'Ordine dei medici di Brescia e di altri enti ed associazioni che si occupano di neurologia e demenze.L'evento, rivolto a medici che operano negli ambiti della Neurologia, Geriatria e Medicina interna, pone al centro degli interventi le demenze non-Alzheimer, quelle cioè meno trattate dal punto di vista clinico e terapeutico dalla letteratura del settore. La malattia frontotemporale, la demenza a corpi di Lewy, la paralisi sopranucleare progressiva, la sindrome corticobasale e la demenza vascolare sono tutte forme di demenza forse più atipiche dell'Alzheimer, ma molto più frequenti di quanto si sia pensato fino ad ora e come tali devono essere studiate in modo tale da arrivare ad una definizione più puntuale delle caratteristiche cliniche associate a ciascuna di esse e, di conseguenza, a protocolli e algoritmi diagnostico-terapeutici più mirati.
(G&G Congressi, marzo 2011)



Europa: verso un’anzianità più attiva(Centro Maderna)
Il ministero del Lavoro francese con il sostegno del Fondo Sociale Europeo (FSE) ha recentemente pubblicato un nuovo documento (clicca qui per accedervi) che presenta in inglese e francese una selezione dei progetti più significativi (in Francia ma anche nel resto dell’Europa), relativi all’anzianità attiva e al lavoro per gli over 50. Migliorare le condizioni di lavoro per gli anziani è infatti una volontà condivisa da tutti gli stati membri dell'Unione Europea, che si trovano a dover affrontare un invecchiamento della popolazione senza precedenti. In Francia, in particolare, i programmi dell'FSE sostengono da più di dieci anni i progetti destinati a incrementare l’occupazione degli anziani, migliorando la qualità della loro vita sul lavoro, e incentivando la trasmissione delle conoscenze ai più giovani e l'assunzione dei disoccupati over 50.
Nell’ambito di queste iniziative si colloca anche “Innover ensemble pour l’emploi des seniors” (Innovare insieme per l'impiego degli anziani) una conferenza organizzata dal Fondo Sociale Europeo che si terrà il prossimo 31 marzo presso la Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi. L’evento (tenuto in inglese e francese), prendendo avvio dall’analisi delle sfide principali legate l’invecchiamento attivo in Europa, verterà principalmente sulla promozione della reintegrazione della terza età nel mondo del lavoro. Tra i vari partecipanti al convegno, ricordiamo anche Francesco Marcaletti, Coordinatore del progetto italiano finanziato dal Fondo Sociale Europeo “Laboratoriio permanente sull’Invecchiamento Attivo“ realizzato dalla provincia autonoma di Trento.
(Senioractu, 24 marzo 2011)


L'alimentazione in età avanzata(Centro Maderna)
Se da una parte i nutrizionisti continuano a promuovere una dieta più leggera e a basso contenuto di colesterolo per i quarantenni, chi ha superato i 70, ovvero le persone che normalmente sono molto più attente a quello che mangiano, paradossalmente dovrebbe sentirsi più libero da certe limitazioni. Secondo uno studio condotto da Hélène Payette, ricercatrice presso l'Istituto Universitario di Geriatria di Sherbrooke in Quebec, Canada, a 80 anni il colesterolo non è più un fattore così importante, dal momento che con buona probabilità la persona a quell'età ha già superato il rischio di malattie che ne possono derivare. E' invece molto importante, per la Payette, che una persona in età avanzata mangi quanto necessario per sfamarsi e ricavi piacere da ciò che mangia.
Recenti ricerche hanno mostrato infatti che, contrariamente a quanto si è sempre creduto, il peso ideale per gli anziani sarebbe superiore a quello dei giovani adulti: le persone anziane non obese, ma con un peso maggiore, vivono più a lungo, presentano un tasso di mortalità più basso e sono più resistenti alle malattie di quelle più magre. Un'alimentazione insufficiente o troppo povera nell'anziano porta inoltre ad una perdita della forza fisica con implicazioni sulla mobilità, l'autosufficienza e il sistema immunitario.

(Cyberpresse.ca, 14 marzo 2011)
 
(News del 22 /03/2011)
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Pronto farmaco festivo(Centro Maderna)
Questo il nome della nuova iniziativa finanziata dalla Regione Piemonte e realizzata dall'associazione di volontariato Sea (Servizio emergenza anziani) che offre la possibilità ai 90 mila cittadini ultrasessantacinquenni della città di Torino di ricevere a casa, nei giorni festivi e gratuitamente, i farmaci prescritti loro dal medico semplicemente rivolgendosi al numero verde 800.812068 il sabato dalle 12 alle 20 e la domenica dalle 8 alle 20. “Pronto farmaco festivo” si inserisce nell’ambito del progetto “Anziani Piemonte” che comprende anche altre iniziative quali ''Diritto alla cura'' per offrire un accompagnamento agli anziani che necessitano di cure continuative, ''Fragranza'' per prevenire la depressione e la solitudine degli anziani, e ''Attenzione alla zone rurali e montane'' per aiutare gli anziani soli che vivono in zone disagiate offrendo loro sia un aiuto negli spostamenti che in tutte le altre necessità che possono avere.
“Stare vicini in modo concreto ai cittadini, facilitando loro la vita quotidiana” ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota “ non credo sia una piccola cosa, ma un’azione importante, soprattutto se si parla di salute e di problematiche legate alle persone più anziane. Grazie al coordinamento della Regione e al supporto del mondo del volontariato, riusciamo a offrire un servizio molto utile».

(Focus Salute, 29 marzo 2011)


La terapia comportamentale per sconfiggere l'insonnia negli anziani(Centro Maderna)
L'insonnia, come altri disturbi del sonno, può avere effetti devastanti sulla salute delle persone anziane, diventando spesso la causa di depressione e cadute con conseguenti fratture. Si stima inoltre che il tasso di mortalità sia maggiore tra le persone che ne soffrono che tra quelle che invece dormono bene. I medici prendono dunque il problema dell'insonnia molto seriamente, non esitando a prescrivere farmaci (di solito sedativi ipnotici) che aiutano i pazienti a riposare meglio ma che possono creare stati di confusione e disorientamento durante la veglia e portare anch'essi a cadute, come ha evidenziato uno studio pubblicato dal British Medical Journal nel 2005.
Oggi, un'equipe di ricercatori dell'università di Pittsburgh, ha invece dimostrato, confermando i risultati di altri studi precedenti, come una breve terapia comportamentale possa essere molto più efficace e sicura di quella farmacologica. Lo studio, pubblicato lo scorso gennaio sul "The Archives of Internal Medicine", ha coinvolto 79 di anziani di età media intorno ai 72 anni i quali hanno partecipato a due sessioni informative tenute da un' infermiera specializzata. Durante gli incontri gli anziani sono stati "educati" sui principi base del sonno e sulle quattro regole fondamentali identificate dai ricercatori: ridurre il tempo che si passa a letto, alzarsi alla stessa ora tutti i giorni, non andare a letto finché non si ha effettivamente sonno e non rimanere a letto se non si dorme. Possono sembrare regole banali, ma l'atteggiamento più comune è esattamente l'opposto: si stima infatti che molti anziani rimangano a letto 10-12 ore per dormirne soltanto 5.
Oltre alle due sedute informative i partecipanti hanno ricevuto due telefonate da parte dell'infermiera responsabile del progetto nell'arco del mese e alcuni questionari e diari del sonno da compilare. Dopo sole 4 settimane i miglioramenti registrati dal gruppo sono stati notevoli, miglioramenti che si sono protratti fino ai primi 6 mesi successivi allo studio.
(New York Times, 23 marzo 2011)

venerdì 25 marzo 2011

Il lavoro domestico

 Dal sito: http://www.j4u.provincia.vr.it/Sezione.jsp?idSezione=645&idSezioneRif=235

Il lavoro domestico è un particolare rapporto di lavoro che interessa gli addetti ai servizi personali domestici individuati nei lavoratori, di ambo i sessi, che:
  • prestano a qualsiasi titolo la loro opera per il funzionamento della vita familiare, sia che si tratti di personale munito di specifica qualificazione, sia di personale adibito a mansioni generiche;
  • prestano tali attività presso comunità religiose (conventi, seminari), presso caserme e comandi militari, nonché presso le comunità senza fini di lucro, come orfanotrofi e ricoveri per anziani, il cui fine è prevalentemente assistenziale, diversamente dalle prestazioni fornite con gratuità assoluta offerte  dai volontari in modo personale e spontaneo (volontariato).
La normativa del rapporto di lavoro domestico, rinvenibile principalmente nella legge numero 339/1958 e regolamentata dalla contrattazione collettiva di settore, tiene conto del vincolo fortemente fiduciario che caratterizza i rapporti tra datore di lavoro e lavoratore, tanto da consentire la libera recedibilità dal contratto, fatto salvo il solo obbligo del preavviso e l’illegittimità del licenziamento fondato su ragioni discriminatorie (politiche, religiose, sindacali).

Principali adempimenti del datore di lavoro

Il datore di lavoro domestico, a far data dal 29 gennaio 2009,  deve comunicare l'assunzione del lavoratore direttamente all'Inps
almeno entro il giorno antecedente all’instaurazione del rapporto di lavoro; le comunicazioni relative alle variazioni e alle cessazioni di predetti rapporti devono essere comunicate allo stesso istituto previdenziale entro il termine di cinque giorni dal verificarsi dell'evento (le modalità di comunicazione sono state definite dall'articolo 16 bis, commi 11 e 12, delle legge 2/2009 di conversione del decreto legge 185/2008); la pluriefficacia delle comunicazioni nei confronti di tutti gli enti interessati (Centri per l'Impiego, Inail, Prefettura) viene salvaguardata attraverso la diffusione informatica, da parte dell'Inps, delle comunicazioni ricevute;
  • consegnare al lavoratore, all’atto dell’assunzione, la lettera o dichiarazione di assunzione o, in alternativa, copia della comunicazione di assunzione effettuata all'Inps; in questo caso la previsione di ulteriori elementi rispetto a quelli obbligatori, quali il patto di prova o indicazioni circa la convivenza o i riposi settimanali, dovrà risultare, in forma scritta, dal contratto di lavoro consegnato sempre all'atto dell'assunzione;   
  • versare all’Inps i contributi dovuti secondo le seguenti scadenze: dal 1° al 10 aprile versamento per il 1° trimestre -  dal 1° al 10 luglio versamento per il 2° trimestre -  dal 1° al 10 ottobre versamento per il 3° trimestre -  dal 1° al 10 gennaio versamento per il 4° trimestre;
  • consegnare, contestualmente alla corresponsione periodica della retribuzione, un prospetto paga in duplice copia, una per il lavoratore firmata dal datore di lavoro ed una per il datore di lavoro firmata dal lavoratore ( non è un adempimento obbligatorio ma sicuramente conveniente al fine di tutelarsi in caso di controversie);
  • rilasciare, su richiesta del lavoratore, entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento, una dichiarazione contenente il totale delle somme erogate al lavoratore nell’arco dell’anno (trattasi di attestato sostitutivo del modello Cud) che servirà al lavoratore per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Qualificazione del personale domestico

Il rinnovato accordo collettivo di settore (in vigore dal 1° marzo 2007) ha ridisegnato i profili professionali e i livelli di retribuzione (i dettagli retributivi sono visibili nella scheda di sintesi posizionata a piè di pagina) in cui vanno inseriti i lavoratori domestici:
  • livello A corrispondente  ai collaboratori familiari generici con esperienza non superiore a 12 mesi che svolgono mansioni di addetti alle pulizie, aiuto cucina, operai comuni fino alla mansione di baby sitter (livello AS);
  • livello B in cui  vanno inquadrati i collaboratori familiari dotati di specifiche competenze quali i custodi, i giardinieri, gli addetti alla stireria, gli autisti, gli assistenti a persone autosufficienti (livello BS);
  • livello C  che comprende i collaboratori familiari che operano in autonomia e con grado di responsabilità quali i cuochi e gli assistenti a persone non autosufficienti fino al livello D, il più elevato in cui vanno inseriti i maggiordomi, i capo cuochi e i lavoratori dedicati all’assistenza di persone non autosufficienti che abbiano una specifica formazione.

Periodo di prova

I lavoratori domestici sono soggetti a un periodo di prova predefinito dalla legge con la durata di seguito indicata:
  • livello A, AS, B, BS, C e CS 8 giorni;
  • livello D e DS 30 giorni.
I giorni da conteggiare sono quelli di lavoro effettivo e non quelli di calendario.

Tipologie contrattuali

L’assunzione di un lavoratore domestico può essere effettuata anche con contratto a tempo determinato nel rispetto della disciplina contenuta nel decreto legislativo 368/2001 per:
  • l’esecuzione di un servizio definito o predeterminato nel tempo, anche se ripetitivo;
  • la sostituzione di lavoratori sospesi per motivi familiari;
  • la sostituzione di lavoratori in malattia, infortunio e maternità;
  • la sostituzione di lavoratori in ferie;
  • l’assistenza a persone non autosufficienti ricoverate in strutture sanitarie pubbliche o accreditate.
Per fronteggiare le causali di cui sopra è ammesso anche il ricorso al contratto di lavoro somministrato.
Altresì, le prestazioni di lavoro domestico possono essere rese attraverso la tipologia del lavoro accessorio di cui all'articolo 70, del decreto legislativo 276/2003 come modificato dall'articolo 22, della legge 133/2008; in questo caso la disciplina del rapporto si realizza con la consegna dei cosiddetti voucher che sostituiscono ogni tipo di comunicazione e garantiscono la copertura di tutti gli adempimenti retributivi e contributivi.

Maternità e malattia

La disciplina della tutela della maternità e della paternità si applica anche al lavoro domestico.
Per usufruire del diritto – obbligo del congedo di maternità la lavoratrice deve presentare al datore di lavoro e all’Inps:
  • prima dell’inizio del congedo e, in ogni caso, entro il 7° mese di gestazione, apposita domanda di congedo (modello SRO1) corredata di certificato medico attestante la data presunta del parto;
  • entro 30 giorni dall’evento del parto, certificato di nascita del figlio oppure dichiarazione sostitutiva (autocertificazione).
Per poter richiedere l’indennità di maternità è necessario che la lavoratrice abbia versato almeno 52 contributi settimanali nei 24 mesi precedenti oppure 26 contributi settimanali nei 12 mesi precedenti il periodo di assenza obbligatoria.
In caso di malattia il lavoratore deve darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro, il lavoratore non convivente deve comprovare la malattia con certificato medico rilasciato entro il giorno successivo dall’inizio della malattia. Il periodo di diritto alla conservazione del posto e la misura dell’indennità sono indicati nella sottostante tabella:
Anzianità
Periodo (riferimento all’anno solare)
Trattamento economico (fino al 3° giorno consecutivo 50 % della retribuzione; dal 4° giorno in poi 100% della retribuzione)
fino a 6 mesi
conservazione del posto per 10 giorni
per 8 giorni
da 6 mesi a 2 anni
conservazione del posto per 45 giorni
per 10 giorni
oltre 2 anni
conservazione del posto per 180 giorni
per 15 giorni

Riposi – Ferie – Festività

Riposo settimanale: pari a 36 ore; 24 la domenica, 12 in qualsiasi altro giorno della settimana;
Festività: oltre a quelle previste dalla legge il Santo Patrono;
Ferie: 26 giorni lavorativi indipendentemente dall’orario di lavoro da frazionarsi in non più di 2 periodi all’anno.

Agevolazioni

Le somme versate all’INPS a titolo di contributi, esclusa la quota a carico del lavoratore, possono essere dedotte dall’imponibile IRPEF (articolo 30, legge numero 342/2000) sino all’importo di euro 1.549,37 all’anno.
La legge 296/2006 (Finanziaria 2007), comma 319, ha innalzato l’importo su cui applicare la detrazione fiscale del 19% fino a euro 2.100 nei casi di reddito complessivo non superiore a 40.000 euro, per le spese documentate e sostenute in caso di assunzione di badante addetta all’assistenza di persona non autosufficiente (deduzione massima di 399,00 euro da far valere in sede di dichiarazione dei redditi).
La deducibilità opera anche se le spese sono sostenute nell’interesse di un familiare non a carico né convivente con il soggetto che sostiene la spesa ma rientrante tra le persone indicate nell’articolo 433 del codice civile.

Importi contributivi in vigore per l'anno 2011

LAVORATORI ITALIANI E STRANIERI
Retribuzione oraria
Effettiva
Retribuzione oraria
Convenzionale
Importo del contributo orario
con quota Cassa Unica per gli Assegni Familiari (CUAF)
Importo del contributo orario
senza quota Cassa Unica per gli Assegni Familiari (CUAF)
fino a euro 7,34
euro 6,50
euro 1,36 (euro 0,33)
euro 1,37 (euro 0,33)
oltre euro 7,34 fino a euro 8,95
euro 7,34
euro 1,54 (euro 0,37)
euro 1,55 (euro 0,37)
oltre euro 8,95
euro 8,95
euro 1,88 (euro 0,45)
euro 1,89 (euro 0,45)
orario di lavoro superiore a 24 ore settimanali
euro 4,72
euro 0,99 (euro 0,24)
euro 1,00 (euro 0,24)
Il contributo CUAF (Cassa Unica Assegni Familiari) non è dovuto solo nel caso di rapporto fra coniugi (ammesso soltanto se il datore di lavoro coniuge è titolare di indennità di accompagnamento)  e tra parenti o affini entro il terzo grado conviventi, ove riconosciuto ai sensi di legge (articolo 1 del DPR 31 dicembre 1971, numero 1403).
La cifra tra parentesi è la quota contributiva a carico del lavoratore.
Il pagamento e il calcolo dei contributi può essere effettuato con il servizio "Pagamento on line contributi lavoratori domestici" accessibile al sito www.inps.it.

Dimissioni e licenziamento

Il rapporto di lavoro domestico può essere risolto da ciascuna delle parti senza obbligo di motivazione.
Vanno rispettati invece, tranne nei casi di licenziamento o dimissione per giusta causa, i termini di preavviso che sono così quantificati:
  • per rapporto di lavoro superiore alle 25 ore settimanali: 15 giorni in caso di lavoratore con anzianità non superiore a 5 anni; 30 giorni in caso di lavoratore con anzianità superiore a 5 anni. I termini sono ridotti del 50% in caso di dimissioni;
  • per rapporto di lavoro inferiore alle 25 ore settimanali: 8 giorni in caso di lavoratore con anzianità non superiore a 2 anni, 15 giorni in caso di lavoratore con anzianità superiore a 2 anni.
Si considerano i giorni di calendario.

Ultimo aggiornamento: 03/02/2011 

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Un sito dove rispondono ai quesiti di badanti e familiari è il seguente:
http://www.gruppoantonacci.it/index.php?option=com_content&view=article&id=256:colf&catid=34:elaborazionepaghe&Itemid=53

Newsletter del 24-03-11 del Centro Maderna

Newsletter del 24-03-11
Indice
Sindrome di Highlander: troppa attività fisica può nuocere agli anziani(Centro Maderna)
In Italia sono oggi il 41% gli italiani over- 60 che si dedicano all’attività fisica, ma questa attenzione per la propria forma ha incominciato in alcuni casi a sfociare in una pura ossessione che, parafrasando il titolo di un famoso film degli anni ‘80, è stata battezzata dagli esperti “Sindrome di Highlander” o dell’immortalità. Nostalgici della loro gioventù e sperando di poter ritrovare il vigore e la forza dell'età giovanile, questi aspiranti “immortali” frequentano palestre e sessioni di allenamento eccessive senza rivolgersi a un medico o a un preparatore atletico che consigli loro il percorso più idoneo alle loro caratteristiche specifiche (età, sesso, problemi di salute), con conseguenti rischi per l’apparato muscolo-scheletrico, cardio-circolatorio e respiratorio. E’ bene, come ha sottolineato Antonio Urso, Presidente della Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica, considerare l’attività fisica come una vera e propria medicina, e trattarla con la stessa cautela. Per evitare di arrecare danno all'organismo infatti e' necessario che gli over-60 seguano un allenamento mirato a ritardare il decadimento fisico e non ad incrementare la massa muscolare.

(AGI, 24 febbraio 2011)



Maltrattamento e relazione di cura(Centro Maderna)
In due casi su tre, le famiglie che hanno a carico una persona anziana non autosufficiente provvedono da sole a prestare le cure di cui ha bisogno. Spesso si tratta di figli che assistono i genitori, altre volte di mogli con qualche anno in meno che assistono mariti più anziani. Un impegno spesso gravoso, al punto da poter diventare controproducente tanto per chi offre aiuto che per chi lo riceve, fino a generare nell'uno e nell'altro sentimenti di frustrazione e rancore e arrivare, nei casi più gravi, fino all'abuso o al maltrattamento. Il fenomeno è stato registrato dalla ricerca "Ferite invisibili. Il mal-trattamento psicologico nelle relazioni di cura", promossa da Caritas ambrosiana e da Segesta Spa. Il lavoro, presentato nei giorni scorsi a Milano e pubblicato da FrancoAngeli, attraverso interviste in profondità riporta ciò che accade tra figli e genitori, tra mariti e mogli, quando sopraggiunge la malattia, la disabilità psichica e mentale.
(SuperAbile, 17 marzo 2011).


Nonni in affido a Olginate(Centro Maderna)
Sulla scia dell'iniziativa portata avanti già da tempo dal comune di Milano, e nell'ambito dei propri progetti a sostegno degli anziani, il comune di Olginate, in provincia di Lecco, attiverà in questi giorni una nuova iniziativa per l'adozione dei nonni del paese.
Dopo la sperimentazione dello scorso anno, che ha interessato due persone anziane "adottate" da famiglie che si sono rese disponibili a seguirle come fossero loro familiari, il progetto diventerà presto ufficiale e si estenderà a sei nuovi nonni. In primavera incominceranno gli incontri con le famiglie volontarie organizzati dai servizi sociali, a cui seguiranno le sessioni di preparazione per formare debitamente chi aderirà all'iniziativa.

(Il Giorno, 22 marzo 2011)



Anziano, patrimonio e risorsa nel terzo millennio (Centro Maderna)
E’ questo il titolo del convegno organizzato da Politerapica - Terapie della Salute che si terrà presso la sede della struttura sanitaria di Politerpica il prossimo 24 Maggio, alle ore 18.30. Il convegno, rivolto ad enti pubblici e privati, istituzioni, mondo universitario e dell'informazione ma anche ai comuni cittadini, si incentrerà sul ruolo attivo che l’anziano può e deve avere nella società contemporanea, spesso tanto orientata verso la tecnologia, la tecnica e l’innovazione da dimenticare quanto gli anziani, che si collocano al di fuori di questi ambiti, possano essere una risorsa viva e preziosa per la comunità, sia dal punto di vista culturale che da quello sociale e perfino economico. All’evento parteciperanno l’ Assessore alla famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale della Regione Lombardia, nonché alcuni assessori del comune di Bergamo, un delegato della caritas Diocesana e alcuni professori universitari.
(Politerpica, marzo 2011)


Diabete: in Francia si gioca a mangiare bene(Centro Maderna)
Giocare a carte è una delle attività sociali più diffuse tra le persone di tutte le età, ma in modo particolare tra gli anziani. E così nell’ambito dei propri progetti volti a sensibilizzare le persone anziane affette da diabete sull’importanza di una corretta alimentazione, i medici diabetologi e dietisti della clinica Pasteur di Tolosa (Haute-Garonne) hanno creato un gioco educativo e originale per i pazienti diabetici, chiamato « Jouons à bien manger… » (Giochiamo a mangiare bene). Il gioco di società, che prevede l’utilizzo di carte-alimento per classificare la frutta e la verdura (dal meno zuccherato al più zuccherato), i latticini (dal meno zuccherato al più zuccherato e dal meno grasso al più grasso), i tipi di carne, le uova e il pesce (dal meno grasso al più grasso), cerca di sfruttare la memoria visiva e tattile dei pazienti per insegnare loro come equilibrare la propria alimentazione mentre si divertono. Presso la clinica Pasteur vengono poi organizzate tutti i mesi sedute di gioco con i pazienti alle quali possono accedere anche anziani non ricoverati accompagnati da un caregiver.

(Senioractu, 4 marzo 2011)

martedì 22 marzo 2011

Euriclea: Portale pensato per gestire l’Assistenza Familiare in Veneto



Ho postato in documenti il file: Linee di indirizzo per l’istituzione del Registro pubblico regionale degli assistenti familiari e della Rete degli sportelli di assistenza familiare.
Indirizzo del sito Euriclea: http://www.euriclea.it/
L’accresciuta richiesta da parte delle famiglie venete di servizi di cura alla persona e l’incapacità di soddisfare tale bisogno solo a livello istituzionale hanno reso infatti necessario intervenire con una serie di strumenti atti a facilitare l’incontro tra famiglie e persone disponibili a svolgere attività di assistenza familiare e a garantire una gestione quanto più trasparente possibile di questo particolare mercato del lavoro. 
La Regione del Veneto, con D.G.R. n. 3905 del 15 dicembre 2009 ha pertanto istituito da un lato il Registro pubblico regionale degli assistenti familiari, ovvero un elenco contenente i nominativi degli assistenti familiari che risultano in possesso di requisiti tali da garantire competenza e professionalità, dall’altro la Rete degli sportelli di assistenza familiare, un insieme di soggetti pubblici e privati in grado di offrire servizi qualificati di informazione, consulenza e intermediazione rispetto al tema dell’assistenza familiare. 

Convegno 2 aprile: Terapie farmacologiche e cura umana in oncologia





sabato 19 marzo 2011

Sanità e malpractice: il questionario

Dal sito: http://www.cittadinanzattiva.it/salute-home.html
Giovedì 17 Marzo 2011 13:57
Sanità e malpractice: quali sono le tue esperienze a riguardo? Cittadinanzattiva e Altroconsumo hanno stilato un questionario che ti chiediamo di compilare per aiutarci a capire se la qualità del Sistema Sanitario Nazionale è migliorata o peggiorata negli ultimi anni. Il questionario

Petizione contro taglio fondi per malati oncologici


 Dal sito http://www.cittadinanzattiva.it/salute-home.html
«L'ultima vergogna del decreto Milleproroghe: la proroga delle quote latte pagata togliendo fondi alla cura dei malati oncologici». La Finanziaria 2010 stanziava, al comma 40, 50 milioni per assistenza e cura ai malati oncologici. È proprio da quel fondo sono stati presi i 5 milioni, che consentono altri sei mesi di tempo agli allevatori per pagare le multe per lo sforamento delle quote latte. Salute Donna si fa promotrice di una petizione popolare per contrastare questo decreto. La petizione

Liste d'attesa: in fila per tre (mesi)

Un nuovo Piano dovrebbe garantire i tempi giusti

Un terzo degli italiani dichiara di aver aspettato troppo per ottenere una prestazione in ospedale

(Corbis)
(Corbis)
MILANO -
Un anno e mezzo per un intervento di chirurgia ortopedica, 340 giorni per un'ecografia all'addome, 220 per una Tac. E anche il tumore può "aspettare": più di un anno per una visita di controllo dopo l’asportazione di un melanoma. Attese record, segnalate dai cittadini al Pit Salute del Tribunale dei diritti del malato-Cittadinanzattiva. «Nel rapporto 2010 abbiamo riscontrato un aumento delle segnalazioni e lo sconcerto di tanti quando scoprono che per lo stesso esame, nella stessa struttura, l’attesa si riduce a pochi giorni se si paga la prestazione» denuncia Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale. Secondo il rapporto "Italia 2010" dell'Eurispes, quattro connazionali su cinque sono insoddisfatti dei tempi di attesa degli ospedali e una ricerca del Censis rileva che più di un italiano su tre pensa di aver aspettato troppo prima dell'esame o della visita, mentre un intervistato su cinque ritiene che l’attesa abbia avuto ripercussioni negative sulle cure ricevute. «È il problema principale della sanità — dice Carla Collicelli, vicedirettore del Censis —. I più penalizzati dalle lunghe attese sono i residenti del Centro, soprattutto chi abita in grandi città, come Roma. Se per un esame radiografico complesso l'attesa media a livello nazionale è di 83 giorni, nell’Italia centrale raggiunge quasi quattro mesi».
IL NUOVO PIANO - Eppure, in base alle diverse norme in vigore, è diritto di ogni assistito esigere visite ed esami in tempi certi, per poter ricevere cure appropriate. A ribadirlo ancora una volta è il nuovo Piano nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2010-2012, che prevede tempi da rispettare obbligatoriamente per visite, esami, interventi chirurgici. Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale a novembre, a fine febbraio sono state approvate le Linee guida per le Regioni su come attuare gli adempimenti previsti. «Sono indicazioni dettagliate — informa Alessandro Ghirardini, della Direzione generale programmazione sanitaria del Ministero della Salute — concordate con Regioni e Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, allo scopo di agevolare la stesura dei Piani regionali, previsti entro 60 giorni. Spetterà, poi, alle Aziende sanitarie adottare, entro 60 giorni, programmi attuativi in coerenza con quelli regionali. Se i tempi saranno rispettati, nel giro di 4-5 mesi le nuove norme dovrebbero entrare a regime».
QUATTRO CLASSI - Ecco che cosa è bene sapere, per tutelarsi. Innanzitutto, il Piano prevede la suddivisione di tutte le prestazioni in quattro classi di priorità temporale, che sarà il medico di famiglia a specificare, indicando sulla ricetta la lettera corrispondente: U per urgenti, prestazioni che il paziente ha diritto ad ottenere entro 72 ore; B per brevi, entro 10 giorni; D per differibili, visite entro 30 giorni e accertamenti entro 60; P per programmate (senza tempi massimi previsti, per esempio per i controlli). In ogni caso questi tempi massimi andranno sempre rispettati, salvo disposizioni più favorevoli stabilite dalle singole Regioni. «Le classi di priorità, già sperimentate in alcune regioni, consentono di avviare il paziente in base al suo quadro clinico» sottolinea Ghirardini. Nelle Regioni che non predisporranno il proprio Piano per contenere le attese, si applicheranno automaticamente i tempi fissati da quello nazionale: quindi, per esempio, una qualsiasi visita specialistica, se non ci sono urgenze, andrà fatta entro 30 giorni. I tempi massimi di attesa, che dovranno essere garantiti almeno al 90% degli utenti, valgono per le prestazioni effettuate per la prima volta. Per 58 di esse, a più alto rischio d'attesa, è previsto uno specifico monitoraggio. "Sorvegliate" speciali saranno 14 visite specialistiche (per esempio, quella cardiologica), 29 prestazioni di diagnostica strumentale (per esempio, la Tac), 5 di day hospital e 10 di ricovero ordinario (per esempio, l’intervento per tumore al colon). Che cosa avverrà in caso di sforamento dei tempi massimi? Nel Piano si ribadisce ciò che prevede già una legge da più di 10 anni (D.lgs. n.124 del '98): la possibilità per il paziente di ottenere la prestazione in intramoenia a spese dell'Asl, pagando solo il ticket, se dovuto. Una regola, questa, fino ad ora quasi ignorata.
CORSIE PREFERENZIALI - Il Piano, poi, individua corsie preferenziali per chi ha malattie oncologiche e cardiovascolari. Dopo la prima visita, un percorso diagnostico-terapeutico fatto "su misura" per l'assistito dovrà individuare i tempi massimi d'attesa per le diverse fasi di cura. In ogni caso non si dovrà aspettare più di 30 giorni per gli esami e 30 giorni per l'avvio delle terapie. Finiranno davvero le estenuanti attese degli italiani? «Ce lo auguriamo — dice la coordinatrice del Tribunale dei diritti del malato — . Negli anni, purtroppo, abbiamo verificato che nonostante le leggi e le promesse la situazione non è cambiata e i diritti rimangono sulla carta. Alcune Asl ancora non sanno che il rispetto dei tempi di attesa è un obbligo, così come molte strutture, in particolare al Sud, impongono liste chiuse». «Il monitoraggio sul rispetto dei tempi di attesa questa volta sarà a pieno regime — sottolinea Ghirardini — . Le regioni sono tenute a trasmettere al Ministero le informazioni sulle prestazioni ambulatoriali e i dati sui ricoveri raccolti tramite le schede di dimissione ospedaliera. Dovranno poi tenere sotto controllo le prestazioni erogate in intramoenia, i percorsi diagnostici e terapeutici in ambito cardiovascolare e oncologico, l'eventuale sospensione di un servizio». Dunque, controlli serrati e inadempienze "punite"? «Se una Regione non rispetterà il piano di attesa, scatterà la segnalazione al Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza — spiega Ghirardini —. E se l'inadempienza sarà accertata, i finanziamenti integrativi che le spettano saranno trattenuti a livello centrale». Come dire: niente soldi per chi non rispetta i tempi di attesa.
Maria Giovanna Faiella (Corriere.it)
14 marzo 2011

Ausili per disabili: elenco fermo alla «preistoria tecnologica» del 1999

Dal Corriere.it

Ho 32 anni e, dall’infanzia, ho una grave disabilità. Alla Asl dicono che gli ausili "informatici" sono solo quelli del "tariffario". Mi basterebbe un sistema telecomandato per gestire le principali operazioni domestiche

Ho 32 anni e, dall’infanzia, ho una grave disabilità. Nonostante questo ho sempre lottato per dipendere dagli altri il meno possibile. Il computer per me non è "un di più": è uno strumento che mi consente di comunicare, leggere, informarmi, lavorare. Ho chiesto alla Asl (vivo in Campania), ma figuriamoci: stringono i cordoni della borsa persino per riparare una carrozzina. La risposta è sempre la stessa: gli ausili "informatici" sono solo quelli del "tariffario". Io chiedo autonomia, non elemosina. Mi basterebbe un sistema telecomandato per gestire le principali operazioni domestiche.
 
Risponde Franco Bomprezzi, giornalista esperto din diritti dei disabili
Ciò che viene definito "digital divide", cioè la divisione fra chi può accedere alle tecnologie informatiche (non solo la rete web) e gli altri, riguarda trasversalmente anche le persone con disabilità. Il mercato offrirebbe loro soluzioni tecnologiche per l’autonomia personale, la formazione, il controllo ambientale, ma le limitazioni economiche e normative impediscono loro di accedervi. Basti pensare che oggi non è possibile ottenere neppure gli accorgimenti per comandare le principali utenze elettriche di casa. Il che consentirebbe a molti una maggiore autonomia, potendo, ad esempio, telecomandare l’apertura della porta e del cancello, controllare chi sta entrando in casa, abbassare le persiane senza dover chiedere aiuto. Niente di fantascientifico. Sarebbe sufficiente un telecomando programmabile a controllo vocale, disponibile in commercio. Ma che per le Asl non è, al momento, prescrivibile come ausilio. L’effetto è negativo non solo per il cittadino, ma anche per tutti gli attori coinvolti nell’assistenza diretta. Eppure l’equivalenza è semplice: più una persona è autonoma e minori sono i costi (di tutti i tipi) assistenziali. La norma che disciplina l’erogazione degli ausili risale al 1999 (Decreto Ministeriale 332). E undici anni sono un’era geologica nel settore della tecnologia, non solo informatica. Nell’ottobre del 2006, il Governo, le Regioni e le Province autonome, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, avevano sottoscritto il "Nuovo Patto sulla Salute" che impegnava il Governo alla revisione straordinaria dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria. Obiettivi dichiarati: il rilancio della sanità pubblica italiana, attraverso il suo risanamento economico e finanziario, e, appunto, l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Nell’aprile del 2008 il Consiglio dei Ministri approvò, in chiusura di Legislatura, il Decreto con i "Nuovi Livelli essenziali di assistenza". Il Decreto conteneva, fra le altre novità, anche il nuovo "nomenclatore tariffario dei presidi, delle protesi e degli ausili". Una delle novità era l’inserimento di un numero rilevante di ausili informatici rivolti all’autonomia personale. Fra l’altro era prevista anche la fornitura del telecomando di cui parla il lettore. Il Decreto tuttavia fu bloccato dalla Corte dei Conti: la previsione di spesa non era sufficientemente definita. Il Decreto tornò così all’esame del nuovo Ministro della Salute. Senza ora dilungarci sul dibattito sui Livelli essenziali di assistenza, rileviamo comunque un fatto: l’elenco aggiornato degli ausili prescrivibili è ancora lettera morta con tutto ciò che ne deriva per i Cittadini. Unico vantaggio: l’apparente risparmio per le Asl.
Franco Bomprezzi
16 marzo 2011

giovedì 17 marzo 2011

Un album fotografico per raccontare l’Alzheimer



Com'era nel 1952
Com'è oggi
Dalle news del Centro Maderna
Il fotografo inglese Mark Edwards, sconvolto dagli effetti dell’Alzheimer sulla madre settantaquattrenne, una donna un tempo energica e amante del teatro e ora ridotta a non riconoscere neppure il proprio figlio, e spinto dal senso di impotenza che spesso accompagna i famigliari di questi malati, ha deciso di servirsi della sua arte e del suo lavoro per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa malattia che oggi colpisce in Gran Bretagna circa 820.000 persone. Edwards sta infatti “immortalando” le varie fasi della malattia della madre con una serie di scatti che pubblica sulla sua pagina di Flicker, dove invita anche ad effettuare donazioni a favore della lotta contro l’Alzheimer. “Non sono in grado di descrivere come mi sento quando vedo mia madre,” dice il fotografo inglese, “forse è per questo che la fotografo. So che molte persone troveranno queste immagini inquietanti e sconvolgenti. Beh, anch’io. Tuttavia quello che sto cercando di ritrarre è quello che vedo in mia madre e gli effetti che questa terribile malattia stanno avendo su di lei. Sarebbe più bello mettere immagini in cui sorride, ma la verità è che lo fa raramente. La gente comune, per la maggior parte, non è a conoscenza di come si sviluppa questa malattia dal momento che quando raggiunge gli stadi più avanzati spesso le persone che ne sono affette vengono tenute in case di riposo dove possono essere sorvegliate 24 ore al giorno. Sono sicuro che se mia madre potesse parlare vorrebbe che queste foto circolassero per sensibilizzare la popolazione sul problema dell’Alzheimer”.
(Eco News.co.uk, 3 marzo 2011)

Per maggiori approfondimenti: 


USA: sempre più diffuso il pronto soccorso per anziani

Speriamo che ciò avvenga anche da noi

15-03-2011

Tipologia: Segnalazione
Inserita da:Centro Maderna
Sono sempre di più gli ospedali americani che includono un reparto di Pronto Soccorso specificatamente dedicato agli anziani dove ad attese interminabili, ressa, luci violente, pareti e pavimenti bianchi e lucidi si sostituisce un ambiente più consono alle persone della terza età.Ogni parete è dotata di corrimano e il pavimento antiscivolo in simil-legno riduce il rischio di cadute. Ogni letto ha un materasso più spesso del normale per ridurre la pressione, e dà la possibilità di impostare un allarme che segnala al personale se un paziente si alza. La luce della camera è più smorzata e gli orologi sono più grandi. Ogni camera è dotata di un deambulatore e i pazienti possono richiedere occhiali per leggere o apparecchi acustici. Ma non sono solo gli arredi e le dotazioni a distinguersi da quelli dei normali reparti di pronto soccorso. Medici e infermieri seguono seminari sulla discriminazione nei confronti degli anziani per imparare come comunicare meglio con loro e con i loro caregiver. Agli infermieri viene detto di trascorrere con i pazienti tempo sufficiente per valutare in pieno le loro condizioni.
All’arrivo in pronto soccorso ai pazienti viene inoltre richiesto di sottoporsi ad un test cognitivo, come parte integrante della procedura standard di ammissione, per identificare determinate condizioni che potrebbero essere tralasciate in un pronto soccorso tradizionale.
"Si sta verificando un aumento della popolazione ultrasessantacinquenne,” ha affermato il Dott. Georges Benjamin, direttore esecutivo della American Public Health Association, “che sta sempre di più affollando i reparti di emergenza degli ospedali con i propri problemi specifici. Il fatto che si stia concretamente facendo qualcosa per affrontare questa realtà è molto importante”.
(New York Times, 14 marzo 2011)

L'ospizio che fa fumare cannabis

Israele, contro Alzhaimer e Parkinson (da TGCOM)

Nel kibbutz di Naan, non lontano da Gerusalemme e Tel Aviv, per i pazienti di Alzheimer e Parkinson sono banditi antidepressivi, antidolorifici, antipsicotici, ecc. Nell'ospizio è infatti avviata un'innovativa sperimentazione: per lenire i dolori, agli anziani pazienti, caso unico nel mondo, viene fatta fumare marijuana.
I test sono stati avviati dieci mesi fa: ai trentasei ospiti dell'ospizio viene somministrata marijuana tre volte al giorno, seguendo un protoccollo autorizzato dal governo. Il quadro complessivo dei pazienti non solo migliorerebbe, ma al contrario di ciò che avviene con i farmaci tradizionali, non ci sarebbero effetti collaterali.
"Non riuscivo nemmeno a prendere un bicchiere d'acqua - ha raccontato a Il Corriere della Sera, Moshe, pittore 78enne che da sei mesi segue la sperimentazione - Ora mi danzano le mani, le gambe, la testa e parlo. Mi rado anche da solo, sono anni che non lo facevo".
In Israele, d'altra parte, lo studio dell'uso medico della cannabis è partito già dalla metà degli anni Sessanta e oggi esiste un elenco di malattie per le quali il ministero autorizza la prescrizione. Alcuni ospedali inoltre la sperimentano anche su piccoli pazienti. A Tel Hashomer e Hadassah la marijuana viene mescolata nei lecca-lecca o nei biscotti della merenda dei 480 malati di cancro fra i 2 ai 12 anni. E anche qui i risultati non mancherennero: la cannabis ridurrebbe infatti gli effetti della chemioterapia, quali i conati e la perdita di capelli.
I medici israeliani responsabili della sperimentazione sono però chiari: la marijuana lenisce e non guarisce e le regole per la somministrazione sono ferree. A partire dalla Tikum Olam "l'aggiustamondo", la società che rifornisce le strutture mediche: serra in Galilea e spaccio in una farmacia di Tel Aviv, rigorosamente marijuana di tipo Erez, a foglia grande. Controlli della polizia costanti. E per i pazienti nessun costo aggiuntivo, perché, fra i tanti vantaggi, la somministrazione di marijuana avrebbe anche quello di costare molto meno delle medicine tradizionali.

Convegno AVO Padova - 23 marzo 2011












Segnalo il Convegno

"Culture diverse in Ospedale: l'AVO accoglie il malato immigrato"

23 marzo 2011 - ore 15.00 alle 18.00 
Auditorium San Gaetano, in Via Altinate, 71 - Padova 
INGRESSO LIBERO

La malattia è un evento che sconvolge l’equilibrio di una persona, ma diventa un’esperienza ancora più drammatica quando il malato non ha le risorse linguistiche e culturali per relazionarsi con l’ambiente ospedaliero.
Il malato immigrato vive pertanto un profondo disagio, una condizione di solitudine, isolamento e impotenza.
L’AVO Padova avverte la necessità di adeguarsi alla realtà dei malati stranieri per offrire un servizio sempre pù mirato e qualificato.
Questo Convegno si pone l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza alle problematiche sanitarie dei malati immigrati e qualificare i volontari.
L’Associazione - per accogliere, accompagnare e informare queste persone - ha realizzato un opuscolo, tradotto in sette lingue, nel quale sono presentati il servizio del volontario, le norme di accesso all’assistenza sanitaria, l’elenco dei servizi socio sanitari rivolti agli stranieri.

Dieci anni di hospice: il convegno del 18 marzo

P4040004Si svolgerà venerdì 18 marzo alle 11.00  il convegno dedicato a riflettere sull’esperienza di dieci anni di hospice presso il Civitas Vitae.
La ricorrenza del decennale dell’Hospice “Paolo VI” è motivo di verifica del percorso compiuto e di impegno sulle prospettive future. Trattandosi di un “caso esemplare” di rapporti di collaborazione pubblico/privato in cui si è saputo coniugare competenze specialistiche ed affl ato relazionale, si è ritenuto opportuno darne risalto conoscitivo. Le situazioni di fragilità umana e di vulnerabilità irrecuperabile della persona rappresentano aspetti esistenziali che “producono” sentimenti di solidarietà e di condivisione nel corpo sociale.
L’incontro è anche l’occasione per ricordare Giampaolo Braga che, quale allora Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, ne fu tenace promotore.
All’incontro, arricchito da diverse testimonianze, interverranno:
  • Angelo Ferro – Presidente Fondazione Opera Immacolata Concezione – Onlus
  • Modesto Zago – Responsabile USS Hospice – Padova
  • Pier Carlo Muzio – Direttore Generale IOV – Padova
  • Fortunato Rao – Direttore Generale Azienda ULSS 16 – Padova
  • Adriano Cestrone – Direttore Generale Azienda Ospedaliera – Padova
Le conclusioni della giornata sono affidate a Luca Coletto,  Assessore alla Sanità Regione del Veneto.
L’incontro, che si svolgerà presso l’Auditorium Pontello del Civitas Vitae (via Toblino 53 a Padova, quartiere Armistizio) è aperto al pubblico e preghiamo chiunque potesse essere portatore di una testimonianza sull’argomento di contattare la segreteria del convegno utilizzando l’email assistente.direzione@oiconlus.it

Associazioni dei consumatori

ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI (Elenco aggiornato al D.M. 21/12/2009)
Elenco delle associazioni dei consumatori e degli utenti a livello nazionale, riconosciute secondo i criteri stabiliti dall’art. 137 del Codice del Consumo (D.lgs 206/2005), che compongono il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU):

Il CNCU: Il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU), organo rappresentativo delle associazioni dei consumatori e degli utenti a livello nazionale, è stato istituito con la legge 30 luglio 1998, n° 281, confluita nel Codice del consumo (decreto legislativo n.206/2005). I compiti assegnati dal legislatore al Consiglio sono finalizzati a contribuire al miglioramento e al rafforzamento della posizione del consumatore/utente nel mercato. Il Consiglio ha sede presso il Ministero dello Sviluppo Economico ed è presieduto dal Ministro o da un suo delegato. Il CNCU dura in in carica due anni e attualmente svolge il proprio mandato in base al DPCM del 17 settembre 2010. Ad oggi, è composto dalle associazioni dei consumatori riconosciute secondo i criteri stabiliti dall'art. 137 del Codice del Consumo (D.lgs 206/2005) e da un rappresentante designato dalla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

ACU - Associazione Consumatori Utenti - Onlus


ADICONSUM
Associazione Difesa Consumatori e Ambiente

ADOC Associazione per la difeda e l'orientamento dei consumatori

ADUSBEF
Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Postali, Assicurativi


ALTROCONSUMO


ASSOUTENTI




CENTRO TUTELA CONSUMATORI E UTENTI - BOLZANO
 

CITTADINANZATTIVA



CODACONS
Coordinamento delle Associazioni per la difesa ambientale e dei diritti degli utenti e consumatori

CODICI - Centro per i Diritti del Cittadino
CONFCONSUMATORI FEDERCONSUMATORI
Federazione Nazionale Consumatori e utenti

LA CASA DEL CONSUMATORE
LEGA CONSUMATORI




MOVIMENTO CONSUMATORI
MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO



UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
La più antica associazione di cittadini e consumatori

lunedì 14 marzo 2011

Quesito: Servizio di assistenza fiscale a domicilio per anziani disabili

Un familiare ci ha chiesto se esiste la possibilità di assistenza fiscale  domiciliare gratuita  per un anziano over 90. Troviamo nel sito dell'Agenzia delle entrate  il sevizio di assistenza fiscale a domicilio per anziani e disabili. Dopo aver telefonato ai vari referenti degli uffici territoriali provinciali di Padova, abbiamo constatato  che il servizio non funziona come specificato.

domenica 13 marzo 2011

Sportelli badanti CISL, CGIL, ACLI e API Colf Padova

Viene richiesto da parte di familiari di persone anziane non autosufficienti  informazioni su come trovare badanti affidabili e come regolarizzarle in base al CCNL sul lavoro domestico.
Indico alcuni Caaf e Associazioni che si occupano della gestione di Badanti e Colf, non forniscono però nominativi di badanti, ma forniscono assistenza fiscale. Per avere i nominativi bisogna rivolgersi a Cooperative o Società private  o ai Centri per l'Impiego.
  • CISL: Piazzetta Conciapelli, 8 – Padova – tel. 049/8364706 (non fornisce nominativi di badanti)
  • CGIL:Via Riello, 4 – 35122 Padova - Tel: 049/8944350, Fax: 049/661268, numero verde 800730740 (non fornisce nominativi di badanti)
  • ACLI: Via M. Buonarroti,  62 - 35135 Padova (PD) - Tel. 049 601290 - 049 8643766/67, Fax 049 8643792 (non fornisce nominativi di badanti)
  • API COLF: via Vescovado, 29 - Padova - tel.049.8771749, 0498771748 - Orario: lunedì e martedì 9.00-12.30; lunedì, martedì, giovedì 15.30-18.30 

venerdì 11 marzo 2011

INFO BADANTI E L'ABC DELL'ASSISTENTE FAMILIARE

Dalle telefonate che riceviamo a Pronto Anziano le richieste più frequenti riguardano i trasporti degli anziani per terapie ed esami e la ricerca di (badanti) assistenti familiari affidabili. Riporto il servizio Info Badanti curato da Italia Lavoro, esso è gratuito.

INFO BADANTI è un servizio informativo del progetto "Occupazione e Servizi alla Persona" curato da Italia Lavoro S.p.A., l’agenzia tecnica del Ministero del lavoro, rivolto
  • alle famiglie che si avvalgono della collaborazione di un’assistente familiare o che stanno pensando a quest’opportunità;
  • a tutti coloro che svolgono o sono disponibili a tale professione;
  • a tutti gli operatori pubblici e privati impegnati nel servizio alle famiglie e nell’immigrazione;
  • a tutti coloro che vogliono conoscere chi può aiutarli a trovare un’assistente familiare o ad inserirsi come “badante” in una famiglia;
  • a tutti coloro che ricercano informazioni sul ruolo professionale e i compiti delle assistenti familiari, legislazione, aspetti contrattuali, modulistiche, adempimenti, contributi e agevolazioni, ecc…
Chi ricerca informazioni e consulenze può accedere ai servizi informativi
  • telefonando al numero unico 199.155.199 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 al costo, uguale per tutto il Veneto, di una normale interurbana;
  • visitando il sito Internet www.venetoimmigrazione.it.

Il servizio dispone della consulenza di persone competenti che possono essere di sostegno per chi vuole trovare una badante adatta alle esigenze della propria famiglia.È possibile, tramite il Contact Call-Center Badanti, incontrare gratuitamente tali operatori presso sportelli informativi presenti in tutte le province del Veneto.

PADOVA    
Sportello territoriale di Padova

Sottopassaggio Saggin, 5 - 35100 Padova
tel. 049. 8201751
orari di apertura:
tutte le mattine 9.30 - 12.30   Mart-Gio 14.30 - 17.00


Ho postato in documenti il file sull'ABC dell'Assistente familiare

martedì 8 marzo 2011

Dentisti convenzionati ULSS 16

Ho postato in documenti l'elenco dei dentisti convenzionati con l'ULSS 16

8 marzo: Giornata internazionale della donna







La giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.
A  tutte le donne, in particolare alle volontarie di Pronto Anziano, auguro una felice ricorrenza. 
Riporto la poesia che il volontario Umberto Babolin ha dedicato alle donne.