Quante
volte ci siamo imbattuti nella nostra quotidiana esistenza nel mostro
burocratico. Quante volte ci siamo arrabbiati e abbiamo imprecato contro gli impiegati degli uffici pubblici. Ecco come lo scrittore Carlo Emilio Gadda (morto nel 1973), con un
linguaggio poetico, parla della burocrazia romana in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana:
"Là, da più lune, la sua pratica risognata
attendeva, attendeva. Come delle pere, delle nespole, anche il maturare d'una
pratica s'insignisce di quella capacità di perfettibile macerazione che la
capitale dell'ex-regno conferisce alla carta, si commisura ad un tempo non
revolutorio, ma interno alla carta e ai relativi bolli, d'incubazione e
d'ammollimento romano. S'addobbano, di muta polvere, tutte le filze e gli
schedari degli archivi: di ragnateli grevi
tutti gli scatoloni del tempo: del tempo incubante".
Trovo
su Wikipedia una definizione di burocrazia molto meno poetica e più da diritto
amministrativo:
"Con burocrazia si intende
l'organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine
collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità, impersonalità. Il
termine, definito in maniera sistematica da Max Weber indica il "potere
degli uffici" (dal francese bureau): un potere (o, più correttamente, una
forma di esercizio del potere) che si struttura intorno a regole impersonali ed
astratte, procedimenti, ruoli definiti una volta per tutti e immodificabili
dall'individuo che ricopre temporaneamente una funzione. L'etimologia ibrida
del termine, dal francese bureau ("ufficio") connesso al greco krátos
("potere") ne rivela l'origine tarda e la derivazione di chiara
matrice francofona.
(…) Al modello burocratico si sono
quindi nel tempo apportate modifiche sia nella pratica che nella teoria,
sviluppando forme di amministrazione partecipata, flessibile, contrattata, per
progetti (cosiddetto modello
telocratico. (…) L'attuale
accezione del termine è principalmente negativa, a causa di quelle che nel
corso del Novecento sono state definite da alcuni "conseguenze
inattese" del fenomeno burocratico: rigidità, lentezza, incapacità di
adattamento, inefficienza, inefficacia, lessico difficile o addirittura
incomprensibile (il cosiddetto burocratese), mancanza di stimoli,
deresponsabilizzazione, eccessiva pervasività, tendenza a regolamentare ogni
minimo aspetto della vita quotidiana."
La
burocrazia diviene insopportabile, un proprio e vero dolore burocratico che si
accompagna al dolore fisico, psichico, spirituale e sociale, quando impatta con
una persona malata o con un disabile. Il dolore burocratico scaturisce quando il malato e
la famiglia sin dall'inizio della diagnosi o della disabilità si ritrovano in una spirale
burocratica fatta di code negli ospedali e negli ambulatori dei distretti
sanitari, nelle sale d'aspetto, negli uffici per avviare pratiche di
invalidità, d'accompagnamento, di fornitura di ausili e protesi, attese di mesi per
eseguire indagini diagnostiche o per avere
il consulto di uno specialista. La burocrazia diviene meno opprimente se il paziente possiede
un'assicurazione o ha i denari per curarsi privatamente utilizzando l'attività
intramoenia ed extramoenia in libera professione dei medici.
Ecco
una storia di normale burocrazia che, per l'insistenza di un signore e per aver
trovato delle persone ragionevoli, si è risolta positivamente. Purtroppo non è
sempre così!
Una
signora invalida possiede un contrassegno disabili. Le è stato detto che avendo
cambiato residenza, anche se all'interno del comune di Padova, deve recarsi
presso l'Ufficio ZTL di Padova per comunicare il nuovo indirizzo.
Il
marito si presenta una mattina presso l'ufficio
Zona a Traffico Limitato, ubicato in via Vicenza, 10a int. 1 - Padova,con il contrassegno e un
certificato di residenza della moglie. A tale ufficio si può telefonare
(049.8562438) da lunedì a venerdì dalle 8:00 alle 12:00), il fax è 049 723079. L'ufficio è aperto al pubblico: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì
dalle 9:00 alle 12:00, martedì dalle 10:00 alle 13:00, (per capire come si può ottenere tale permesso, clicca qui).
Un'impiegata
gli dice che deve avere la delega e la carta d'identità di sua moglie per poter
procedere a modificare il cambio di residenza. Il marito spiega all'impiegata
che è un cambio automatico e che la nuova residenza è sempre all'interno del
comune di Padova. Dovrebbe essere una modifica d'ufficio - spiega il signore -
in quando nel computer la nuova residenza è già inserita. L'impiegata è
perplessa ma intelligentemente però chiede, vista l'insistenza del signore, ad
una collega come fare. Anche questa presa alla sprovvista e abituata a
ragionare allo stesso modo, insiste per la delega. "Sa - dice - gli uffici non dialogano tra di loro. Potrebbe aver trovato il
contrassegno per strada". "Ma se l'avessi trovato per strada, che senso
ha che venga a comunicare il cambio di residenza" - risponde il signore. L'impiegata capisce che le argomentazioni
del marito hanno fondamento e si rivolge ad una terza persona (la scala gerarchica).
Questa
impiegata molto gentile e disponibile, capisce che il signore ha ragione, che la delega non serve e
procede al cambio di residenza, anzi vedendo che il certificato è sbiadito per il sole ne fa uno nuovo.
Se
tutti, utenti e uffici, si comportassero allo stesso modo, molto probabilmente avremmo
una burocrazia dal volto umano, partecipata, flessibile, contrattata e per progetti, consapevole di essere al servizio del
cittadino e non il contrario.