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sabato 18 gennaio 2014

Ma si assistono così i nostri vecchietti?



Antisa Khvichava, 130 anni
Nel sito della Fondazione Veronesi ci sono alcuni blog. In quello di Alberto Scanni trovo un post dal titolo: Ma si assistono così i nostri vecchietti? Sottotitolo: Sulla piaga da decubito di una anziana signora, ricoverata al Trivulzio, struttura per anziani di Milano, sarebbero state rinvenute delle larve di mosche.
Alberto Scanni  ha diretto il Dipartimento di oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, poi è stato Direttore Generale dell’Istituto dei Tumori di Milano. Fondatore e presidente della Società Italiana di Psiconcologia e del Collegio Italiano dei Primari oncologi medici ospedalieri (CIPOMO). Ha fondato e, ne è Presidente onorario, l’Associazione Progetto Oncologia Uman.A, da lui fondata, che attua progetti di aiuto ai malati oncologici e ai loro familiari. (…) Afferma il dott. Alberto Scanni:

venerdì 17 gennaio 2014

La Gente che me gusta...


Ci sono persone che ci piacciono e persone che non ci piacciono. L'amico Vincenzo, che ringrazio, mi ha mandato questa riflessione di Mario Benedetti,  poeta, saggista, scrittore e drammaturgo uruguaiano, figlio di genitori italiani, dal titolo: LA GENTE QUE ME GUSTA... (Le persone che mi piacciono...).
Ecco le persone che piacciono a Mario Benedetti e anche a me.

Me gusta le persone che vibrano, quelle che non devi continuamente sollecitare e a cui non devi dire di fare le cose, ma che al contrario sanno quello che c’è da fare e lo fanno.

Me gusta le persone che coltivano i loro sogni fino a quando tali sogni diventano realtà.
Me gusta le persone capaci di assumersi le conseguenze delle proprie azioni, le persone che rischiano il certo per l’incerto pur di andare dietro a un sogno, le persone che si permettono di fuggire i consigli sensati lasciando la soluzione in mano al nostro padre Dio.
Me gusta le persone che sono giuste con gli altri e con loro stesse, le persone che apprezzano il nuovo giorno, le cose buone della loro vita, le persone che vivono ogni ora allegramente facendo del loro meglio, grate di essere vive, di poter regalare sorrisi, di offrire le loro mani e aiutare generosamente, senza aspettarsi nulla in cambio.
Me gusta le persone capaci di criticarmi costruttivamente e di fronte, senza ferirmi. Le persone che hanno tatto. Mi piacciono le persone che hanno il senso della giustizia.

giovedì 2 gennaio 2014

Chioetto Giovanni è "passed away" a 92 anni



Giovanni, 90enne
Giovanni, militare
Chioetto Giovanni, detto "Nani", un onesto padre di famiglia, una persona buona e generosa, gran lavoratore, stimato e ben voluto dai parenti e compaesani, mio zio, è "passed away" (passato oltre) il 16/12/2013 a 92 anni (uso questa espressione statunitense perché mi sembra più soft di quella: decesso, fine, scomparsa, perdita, trapasso, dipartita, morto...). E' "passed away" dopo quattro giorni di Ospedale, gli unici della sua lunga vita. Era da un anno che aveva difficoltà a deglutire ma non aveva voluto effettuare accertamenti diagnostici.
Non sono io ad essere "passed away", ho vent'anni di meno. Dubito, però, con gli acciacchi che mi ritrovo, di arrivare alla sua età; ho cominciato con patologie importanti troppo presto. Ma ci sono molti che hanno iniziato ad ammalarsi anche prima di me; quindi non mi devo lamentare. Racconto la storia dello zio Giovanni perché ha lavorato una vita intera per dare alla propria famiglia, ai fratelli e in parte anche ai nipoti un avvenire migliore e testimonianza di onestà e  rispetto della legge. Ci sono persone che cercano di nascondere le loro umili origini, quasi se ne vergognino. Io invece ne vado fiero, come pure i miei zii e cugini, perché siamo riusciti a migliorare la nostra situazione economica, culturale e sociale rispetto alle condizioni di partenza. Sono fortunati coloro che il destino li ha fatti nascere da famiglie di buon livello sociale, economico e culturale, ma non li invidio. Per loro il cammino per inserirsi nella società è stato sicuramente meno faticoso del mio e di quello dei miei cugini, ma ho imparato che chi ha faticato e lottato per raggiungere certi traguardi sa apprezzare la vita meglio di chi è nato nella "bambagia". Chi s'accontenta gode!!

Ma torniamo allo zio Giovanni, era l'ultimo fratello, ancora vivente, di mio padre; con la sua morte gli anziani della famiglia Chioetto sono: il sottoscritto, classe 1941, e mio  cugino Lino classe 1940, figlio dello zio Arcadio.