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sabato 19 marzo 2011

Ausili per disabili: elenco fermo alla «preistoria tecnologica» del 1999

Dal Corriere.it

Ho 32 anni e, dall’infanzia, ho una grave disabilità. Alla Asl dicono che gli ausili "informatici" sono solo quelli del "tariffario". Mi basterebbe un sistema telecomandato per gestire le principali operazioni domestiche

Ho 32 anni e, dall’infanzia, ho una grave disabilità. Nonostante questo ho sempre lottato per dipendere dagli altri il meno possibile. Il computer per me non è "un di più": è uno strumento che mi consente di comunicare, leggere, informarmi, lavorare. Ho chiesto alla Asl (vivo in Campania), ma figuriamoci: stringono i cordoni della borsa persino per riparare una carrozzina. La risposta è sempre la stessa: gli ausili "informatici" sono solo quelli del "tariffario". Io chiedo autonomia, non elemosina. Mi basterebbe un sistema telecomandato per gestire le principali operazioni domestiche.
 
Risponde Franco Bomprezzi, giornalista esperto din diritti dei disabili
Ciò che viene definito "digital divide", cioè la divisione fra chi può accedere alle tecnologie informatiche (non solo la rete web) e gli altri, riguarda trasversalmente anche le persone con disabilità. Il mercato offrirebbe loro soluzioni tecnologiche per l’autonomia personale, la formazione, il controllo ambientale, ma le limitazioni economiche e normative impediscono loro di accedervi. Basti pensare che oggi non è possibile ottenere neppure gli accorgimenti per comandare le principali utenze elettriche di casa. Il che consentirebbe a molti una maggiore autonomia, potendo, ad esempio, telecomandare l’apertura della porta e del cancello, controllare chi sta entrando in casa, abbassare le persiane senza dover chiedere aiuto. Niente di fantascientifico. Sarebbe sufficiente un telecomando programmabile a controllo vocale, disponibile in commercio. Ma che per le Asl non è, al momento, prescrivibile come ausilio. L’effetto è negativo non solo per il cittadino, ma anche per tutti gli attori coinvolti nell’assistenza diretta. Eppure l’equivalenza è semplice: più una persona è autonoma e minori sono i costi (di tutti i tipi) assistenziali. La norma che disciplina l’erogazione degli ausili risale al 1999 (Decreto Ministeriale 332). E undici anni sono un’era geologica nel settore della tecnologia, non solo informatica. Nell’ottobre del 2006, il Governo, le Regioni e le Province autonome, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, avevano sottoscritto il "Nuovo Patto sulla Salute" che impegnava il Governo alla revisione straordinaria dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria. Obiettivi dichiarati: il rilancio della sanità pubblica italiana, attraverso il suo risanamento economico e finanziario, e, appunto, l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. Nell’aprile del 2008 il Consiglio dei Ministri approvò, in chiusura di Legislatura, il Decreto con i "Nuovi Livelli essenziali di assistenza". Il Decreto conteneva, fra le altre novità, anche il nuovo "nomenclatore tariffario dei presidi, delle protesi e degli ausili". Una delle novità era l’inserimento di un numero rilevante di ausili informatici rivolti all’autonomia personale. Fra l’altro era prevista anche la fornitura del telecomando di cui parla il lettore. Il Decreto tuttavia fu bloccato dalla Corte dei Conti: la previsione di spesa non era sufficientemente definita. Il Decreto tornò così all’esame del nuovo Ministro della Salute. Senza ora dilungarci sul dibattito sui Livelli essenziali di assistenza, rileviamo comunque un fatto: l’elenco aggiornato degli ausili prescrivibili è ancora lettera morta con tutto ciò che ne deriva per i Cittadini. Unico vantaggio: l’apparente risparmio per le Asl.
Franco Bomprezzi
16 marzo 2011

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