Su iniziativa dell’Asl di Parma, in collaborazione con la Jefferson University di Philadelphia, le linee guida per i medici di famiglia affinché la prescrizioni per gli anziani siano più adeguate Antidepressivi, analgesici, antiaritmici, antipertensivi. Pillole, gocce, iniezioni. Un anziano su due prende da 5 a 10 farmaci ogni giorno ed è esposto a effetti potenzialmente pericolosi. Il medico di famiglia può fare molto per ridurre gli errori, come dimostra una ricerca italiana apparsa sulla rivista Drug Aging, che ha coinvolto 303 medici dell’Ausl di Parma in un programma formativo, ottenendo in 2 anni il taglio di un terzo delle prescrizioni a rischio.
LA
RICERCA - Un elenco dei farmaci da evitare o
da usare con estrema cautela nei pazienti anziani e le possibili alternative da
prescrivere. Una serie di incontri in cui confrontarsi, anche con il contributo
di esperti. Questi gli strumenti messi a disposizione dei medici parmensi che
assistono circa 90.000 pazienti con più di 65 anni e che in 2 anni hanno
ridotto del 35% l’uso di farmaci inappropriati. Per valutare la bontà del metodo,
è stato fatto un confronto fra l’Asl di Reggio Emilia e quella di Parma. A
tutti sono state date informazioni, ma solo i medici di Parma hanno partecipato
a riunioni e sessioni educative. Il tasso di prescrizioni di farmaci
potenzialmente pericolosi per la salute degli anziani a Parma è diminuito del
31,4%, a Reggio Emilia del 21,6%.
IL GRUPPO DI LAVORO - «Lo studio
è ancora in corso - racconta Stefano Del Canale, medico dell’Ausl di Parma e
uno degli autori della ricerca -. Non si tratta solo di un intervento per
ridurre gli errori nei pazienti anziani (che, da soli, assorbono il 70% di
tutte le risorse farmacologiche), ma anche un modello educazionale per i
medici». Il tutto si deve a una squadra inedita: l’Asl di Parma («un’Asl
che investe in ricerca non si vede di frequente» sottolinea Del
Canale), la Regione
Emilia Romagna, la Jefferson University
di Philadelphia, un gruppo di ricerca multidisciplinare coordinato da Vittorio
Maio, farmaco-epidemiologo dell’università americana. «E soprattutto
303 medici di famiglia che hanno aderito con entusiasmo e serietà».
LA
LISTA - Il gruppo di esperti è
partito dalla “bibbia” della farmaco-prescrizione per i medici di mezzo mondo:
la “lista di Beers” e ne ha elaborato una versione aggiornata. Questo documento
prende il nome dal geriatra Mark Howard Beers, scomparso nel 2009 per una grave
forma di diabete, autore di un elenco di prescrizioni potenzialmente
dannose per gli anziani. «La versione “italiana” della lista, come
viene ormai chiamata, riporta tre categorie di farmaci: quelli da evitare negli
anziani, quelli raramente appropriati e quelli da usare sotto stretto
controllo. In tutto 23 classi di farmaci» spiega Del Canale.
I MEDICI - La seconda fase del
lavoro, cruciale, è stata la formazione dei medici di famiglia. Gli incontri,
anche con il contributo di esperti, hanno dato frutti concreti. «I
gastroenterologi, ad esempio, hanno fatto autocritica sull’uso degli inibitori
di pompa protonica, potenzialmente inappropriati se usati per più di un anno»
racconta Del Canale. Altri casi? «I comunissimi Fans, gli antinfiammatori non
steroidei, che se usati a lungo – per più di due settimane – in pazienti
anziani possono portare insufficienza renale, scompenso cardiaco e
ipertensione. Un fenomeno evidente soprattutto in estate, quando gli anziani,
spesso già disidratati e poco portati a bere, magari sotto terapia diuretica,
prendono un antinfiammatorio ad esempio per un dolore artritico: un cocktail
micidiale che può compromettere la funzionalità dei reni». E al posto dei farmaci
rischiosi? «Abbiamo compilato una lista di farmaci alternativi
a quelli che la letteratura internazionale ritiene pericolosi. Se un paziente
ha bisogno di un antidolorifico, ad esempio, al posto dei Fans si possono usare
gli oppiacei deboli, come paracetamolo più codeina o tramadolo
(ovunque più utilizzati che in Italia)».
FARMACI SI’ E FARMACI NO - La
lista completa è consultabile sul sito della Regione Emilia Romagna. Fra i farmaci da
evitare negli anziani, oltre ai già citati Fans per più di due
settimane, la clonidina («un vecchio antipertensivo, può avere pesanti
effetti collaterali come l’ipotensione ortostatica» spiega Stefano Del Canale),
la metildopa, un antipertensivo, lo spironolattone,
usato nello scompenso cardiaco, che oltre i 25 mg al giorno può causare
iperpotassiemia, antidepressivi come l’amitriptilina, il citalopram
(oltre i 20 mg al giorno) e l’escitalopram (oltre i
10 mg al giorno) cui andrebbero preferiti altri SSRI, inibitori della
serotonina. «Sono tutti medicinali che possono avere effetti negativi sia di
per sè, sia perchè usati in politerapia magari con molti altri farmaci, come
spesso accade nei malati anziani» specifica Del Canale. Nella categoria
intermedia dei farmaci raramente appropriati risultano fra gli altri gli
inibitori di pompa, prescritti comunemente per i disturbi gastrici, che non
andrebbero mai usati per più di un anno senza una rivalutazione critica da
parte del medico. Infine, fra i farmaci da usare negli anziani solo per alcune
indicazioni vale la pena citare alcuni antiaritmici che, spiega Del Canale
«vanno prescritti con la consapevolezza dei possibili danni; per questo
specifichiamo per tutti i farmaci inclusi nella lista quando possono essere
utili, quali esami è necessario fare prima di prescriverli e da cosa potrebbero
essere sostituiti con meno rischi per il paziente» (Donatella Barus)
Alcuni
consigli per migliorare la compliance nell’anziano (Gareri & De
Sarro, 2012)
La compliance (termine inglese di uso internazionale; in
italiano a volte reso come acquiescenza) è l'adesione del paziente, dopo
accurata consulenza del medico, ad una terapia, in genere farmacologica o
igienica. Si definisce compliante alla terapia quel paziente che completa la
terapia per almeno l'80%. Una compliance inferiore al 20% si definisce
"resistenza".
- Parlare al paziente e sincerarsi che sia in grado di comprendere;
- Scrivere la diagnosi, spiegare il tipo di trattamento ed i farmaci consigliati (è indispensabile dare informazioni scritte), utilizzando le formulazioni a seconda delle circostanze (es. evitare i preparati in gocce se coesistono problemi visivi);
- Parlare lentamente ed in modo chiaro usando parole semplici;
- Incoraggiare il coinvolgimento di familiari, ma quando un paziente entra con il proprio parente chiedere sempre all’anziano se è d’accordo che rimanga nell’ambulatorio;
- Ripetere le informazioni date se non si è certi che il paziente e/o chi lo accompagna abbia compreso gli scopi della terapia, i dosaggi e le modalità di assunzione;
- Ricordare gli appuntamenti futuri, dando promemoria per le altre visite specialistiche;
- Se il paziente presenta problemi cognitivi e/o sensoriali è fondamentale individuare un caregiver, informandolo dei possibili effetti collaterali dei farmaci.
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