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mercoledì 9 febbraio 2011

La giornata degli stati vegetativi: 2500 casi in Italia



Anche se è fonte di polemiche, soprattutto per la scelta della data, ritengo opportuno ricordare le persone  che vivono in stato vegetativo (circa 2.500 in tutta Italia) e le persone che le accudiscono, in particolare i loro familiari. La data del 9 febbraio ricorda Eluana Englaro che, in stato vegetativo per 17 anni dopo un incidente stradale avuto nel 1992, è scomparsa il 9 febbraio 2009 a seguito dell'interruzione dei trattamenti di idratazione e nutrizione artificiale. La direttiva del presidente del Consiglio dei ministri che indice la Giornata nazionale degli stati vegetativi è  stata pubblicata il 18 gennaio scorso sulla Gazzetta Ufficiale ed è firmata dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Nell'ambito di tale giornata, afferma la direttiva, "le amministrazioni pubbliche e gli organismi di volontariato, si impegnano a promuovere, nell'ambito delle rispettive competenze, attraverso idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, l'attenzione e l'informazione su questo tipo di disabilità, che coinvolge oltre al malato, in maniera assai rilevante, i familiari". I pazienti in stato vegetativo "non sono persone morte, come da più parti si dice, ma persone pienamente vive che possono migliorare e seguire un percorso di riabilitazione e per questo lo Stato deve aiutare le famiglie di tali malati". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, in occasione della prima giornata nazionale sugli stati vegetativi che si celebra oggi. Gli stati vegetativi, ha sottolineato il sottosegretario, "sono il paradigma di una disabilità estrema, ma non si tratta di persone quasi morte; sono persone vive che hanno invece bisogno di assistenza e percorsi riabilitativi". Riferendosi quindi a Eluana Englaro, di cui oggi si ricorda il secondo anniversario dalla morte, Roccella ha affermato che Eluana "è stata per 17 anni una malata in stato vegetativo. Istituendo questa giornata nazionale - ha detto - abbiamo voluto ricordare Eluana non come il caso che ha diviso l'Italia, bensì come una persona malata diventata simbolo di tutti questi malati in stato vegetativo che hanno bisogno di assistenza". 

Concordo, però, con il Direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Adriano Pessina quando afferma: "La decisione del Governo di istituire una Giornata nazionale degli stati vegetativi va considerata positivamente - afferma Pessina - in quanto pone all'attenzione pubblica la necessità di garantire sostegno alle famiglie e ai centri che si fanno carico di questa difficile condizione clinica". "Tuttavia - aggiunge - questi stessi motivi inducono a ritenere sbagliata e non condivisibile la proposta di celebrare questa giornata il 9 febbraio. Il caso Englaro e', appunto un caso, che non può e non deve diventare il simbolo di nessuna battaglia".
Giovanni

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