Titolo: I "nonni" cercano una famiglia adottiva
Sottotilo: Sono 300 i nominativi
delle persone che hanno aderito al progetto dell'affido. Un percorso che
porterà a un profondo cambiamento di mentalità e di stili di vita affinché la
persona adulta, che si trova in difficoltà, possa restare nel suo ambiente.
«AAA nonno cerca famiglia affidataria». Anziani troppo
spesso soli e con qualche acciacco vorrebbero essere "adottati" per
riscoprire il calore di una famiglia, l'affetto di chi si prende cura di loro,
di chi gli vuol bene e desidera far vivere loro gli "ultimi anni" in
serenità.
Da quando è stata attivata una banca dati che pone le
fondamenta per l'affido di persone ultrasessantenni, in difficoltà, l'associazione
Anziani a casa propria, dall'utopia alla
realtà ha ricevuto oltre mille richieste di informazioni, e più di 42 mila
sono state finora le visite al sito www.anzianiacasapropria.it.
Per incrociare domanda e offerta è stato avviato un
censimento degli anziani soli che desiderano riscoprire il calore delle
famiglie disposte a ospitarli nella loro abitazione, per qualche ora al giorno
o alla settimana. Affidatari e affidati seguiranno uno specifico corso di
formazione, e una equipe interdisciplinare di operatori valuterà i candidati e
formerà l'abbinamento.
La banca ha raccolto finora 300 nominativi, non solo di
anziani ma anche di persone che si propongono come affidatari. Per garantire
questo percorso, inerente il diritto all'integrazione familiare e sociale dell'anziano,
nel 2009 è stata presenta una proposta di disegno di legge, che ora si attende
possa diventare realtà. Di questo si è parlato nel seminario organizzato nei
giorni scorsi per iniziativa di Anziani a casa propria in collaborazione con il
Centro servizio volontariato.
«A novembre scorso - sottolinea Giusy Di Gioia, presidente
dell'organizzazione Anziani a casa propria - la conferenza dei sindaci
dell'Ulss 16 ha
approvato la realizzazione degli affidi di persone anziane e adulte in
difficoltà. Un risultato importante che riconosce la fattibilità del progetto.
L'affido integrato tende alla realizzazione di nuovi modelli culturali di
riorganizzazione territoriale e familiare: un nuovo modo di prendersi cura
della persona fragile. Il progetto tende a superare il modello tradizionale
della residenzialità, diventato troppo rigido e costoso, sia in termini umani
che economici. L'affido apporterà quel profondo cambiamento di mentalità e di
stili di vita, invocato da molti, affinché la persona adulta o anziana che si
trova in difficoltà, sia fisica che relazionale, possa permanere nel suo
ambiente familiare». Come è successo a Liliana, ex maestra di 87 anni, che per
prima a Padova ha sperimentato l'affido.
«Al momento prosegue
Di Gioia stiamo seguendo una decina di affidi, esperienze positive che offrono
un'opportunità di lavoro retribuito a giovani disoccupati, ad adulti e a
famiglie. Inoltre, il costo dell'affido sperimentato dal 2010 a Padova risulta essere
un terzo del costo delle strutture residenziali. In questo periodo di
congiuntura economica ciò non è da sottovalutare».
L'affido, che si caratterizza per essere un progetto
territoriale integrato, può essere scelto in base alle esigenze dell'anziano
secondo quattro modalità: in convivenza (l'adulto può ospitare o essere
ospitato); di supporto (l'affidatario si prende- totalmente cura
dell'affidato); piccoli affidi (l'affidatario può prendersi cura di una o più
persone in difficoltà, ma ancora capaci di autogestirsi); affido temporaneo di
sollievo alla famiglia (per far fronte a esigenze momentanee).
Informazioni: banca dati e sportello Affidiamoci, orari di
apertura lunedì, martedì, giovedì ore 9-11, mercoledì e venerdì ore 15-17, tel.
049-8753547, cell. 329-9886459, anzianiacasapro pria@libero.it
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