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Anch'io quando ero docente e preside avevo cercato, senza
riuscirci, di portare le mie classi a visitare il Parlamento ed assistere ad
una seduta. Ma dopo la bagarre alla
Camera del 10 ottobre 2013, invito genitori, docenti e dirigenti scolastici a
non andarci. La baraonda è nata dopo che il deputato Riccardo Fraccaro, del
Movimento 5 Stelle, durante il suo intervento alla Camera durante la
discussione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, rivolgendosi ai
deputati che non occupavano gli scranni del suo partito, ha detto: "Continueremo a chiamarvi ladri".
Parole che hanno fatto infuriare gli altri deputati, in particolare quelli del
Pd che hanno iniziato a rumoreggiare e a urlare: "Fuori, fuori|!". La
vicepresidente di Montecitorio, Marina Sereni, ha provato a riportare l'ordine,
ma alla fine è stata costretta a sospendere la seduta.
Alla seduta della Camera era presente una scolaresca, non
ho trovato in internet di che scuola fosse, solo su un telegiornale hanno
accennato di sfuggita alla presenza degli studenti. Nessuno ha chiesto loro che
impressione abbiano avuto del caos creato dai parlamentari.
Dice Leccese su Educazione§Scuola
a proposito dell'introduzione della disciplina dell'educazione civica: Dicono di voler reintrodurre l’insegnamento
dell’Educazione Civica nelle scuole – magari con spiegazione, interrogazione e
voti - dopo aver constatato che violenza, bullismo, maleducazione,
impertinenza, volgarità, non rispetto della “cosa” pubblica o comune la fanno
da padroni non solo tra le mura scolastiche ma negli spazi sociali in genere.
(…) Che capacità di mutamento di stili di vita – sul versante almeno di una
civile apparenza – ha una scuola quando i giovani escono da casa (nel silenzio,
nella impossibilità o incapacità di reagire, nell’indifferenza dei genitori)
con i pantaloni bucati, le pance scoperte, i piercing sulla lingua, secondo le
mode imposte dai continui e astutamente rinnovati “modelli” televisivi? (…) I
giovani hanno la percezione – spesso con senso di fastidio – di essere sotto la
lente d’ingrandimento di un’analisi colpevolista mentre si ha una vista
approssimativa sulle responsabilità degli adulti di riferimento, pronti a
puntare il dito sui comportamenti giovanili e altrettanto pronti a nascondere
sia le loro malefatte che le loro debolezze di modello. Oppure trovano sulla
loro strada alcuni patetici giovanilisti (docenti e genitori) che, pur di
accaparrarsi il consenso facile, dichiarano di voler essere “amici” dei
ragazzi, ben sapendo che i ragazzi devono incrociare amicizie tra i coetanei e
non tra gli adulti truccatori di sentimenti.
E' facile prendersela con i ragazzi, guardate
il filmato della seduta, quello ufficiale inquadra solo la vicepresidente
della Camera, questo invece inquadra l'assemblea. Prima di insegnare
l'educazione civica agli alunni si dovrebbe insegnarla ai parlamentari?
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