Edouard Manet, "Suicidio"
(1877)
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Di fronte al suicidio di un personaggio importante si
sente spesso ripetere: "La sorpresa
e la commozione sono le reazioni più frequenti tra gli amici, i colleghi, chi
lo conosceva da una vita. Nessuno poteva prevedere un gesto simile, il
suicidio, nessuno aveva avuto avvisaglie."
Non è così, le persone spesso non sanno cogliere il disagio, il malessere e la depressione di chi ti sta attorno, perchè troppo indaffarati e poco sensibili.
Per approfondire
il tema del suicidio, clicca
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L'unico
giornale che mette a confronto due pareri sul suicidio del regista Carlo
Lizzani è il Giornale.it.
Il
primo articolo è di Maurizio Caverzan contrario all'eutanasia, il secondo di Vittorio
Feltri, favorevole.
Mi
ha colpito la frase twittata dal regista turco Ferzan Ozpetek e citata da
Caverzan: Carlo Lizzani! Uno dei più grandi
registi italiani si è tolto la vita. L'unica eutanasia che concede l'Italia
agli anziani. Gettarsi nel vuoto.
Il suicidio è un
atto rispettabile ma egocentrico. La verità si afferma sempre dentro un
rapporto
Maurizio Caverzan - Lun, 07/10/2013 - 08:12
«Avrebbe
scelto l'eutanasia», così ha detto il figlio di Carlo Lizzani accorso in Via
dei Gracchi a Roma sabato per il riconoscimento del padre, che si è tolto la
vita gettandosi dal balcone del suo appartamento al terzo piano.
Il
regista, intellettuale e cineasta dal Neorealismo alla commedia, aveva 91 anni.
Si è gettato dal balcone di casa a Roma con un gesto che ha ricordato quello di
Mario Monicelli nel 2010. «In un Paese civile ognuno dovrebbe poter scegliere
come morire», ha aggiunto il figlio. La sua frase riapre un antico, doloroso
dibattito sull'opportunità di poter scegliere come e quando morire e sul ruolo
dello Stato in una simile scelta.
Nessuna etica può
pretendere il primato sulle altre. E né la politica né la religione devono
intromettersi
Vittorio Feltri - Lun, 07/10/2013 - 08:13
Franco Lucentini, scrittore, morto suicida. Mario Monicelli, regista
cinematografico, morto suicida. Carlo Lizzani, regista cinematografico,
recentemente morto suicida. E cito solo gli ultimi personaggi famosi che si
sono tolti la vita. L'elenco sarebbe molto più lungo: da Pavese a Lucio Magri.
Ma suppongo che bastino questi nomi a sollevare il problema: perché accade che
qualcuno, della cui intelligenza non è lecito discutere, spesso decida di farla
finita? Non esiste una risposta unica che spieghi ogni caso. Ma è certo che gli
uomini e le donne che compiono il gran passo per darsi la morte sono mossi
dalla sofferenza. Della quale bisogna avere rispetto e soprattutto
comprensione.
Da leggere anche l'articolo di Repubblica con il ricordo
di Giorgio Napolitano e di molti personaggi del cinema: Carlo
Lizzani, sorpresa e commozione. Napolitano: "Perdo un amico da
decenni"
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