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venerdì 18 ottobre 2013

Visite di notte, macchinari fermi. Zaia «Punirò chi fa il furbetto» Convocati i dg




Quando si apre il sito dell'Azienda Ospedaliera
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Trovo nella rassegna stampa dell'Azienda Ospedaliera di Padova questo interessante articolo del Corriere del Veneto  di mercoledì 16 ottobre 2013 che fa riferimento all'indagine della trasmissione "Report" di Milena Gabanelli, andata in onda domenica sera.         
Occhiello: Caso a Padova, il governatore: liste d'attesa abbattute, ma verificherò.
Titolo: Visite di notte, macchinari fermi. Zaia «Punirò chi fa il furbetto» Convocati i dg

VENEZIA - «Report», il programma di Rai 3, arriva in corsia a documentare le visite di notte. Tutto bene a Venezia, ma dopo le dichiarazioni del governatore Luca Zaia, che intende «sfruttare al massimo Tac e risonanze per abbattere le liste d'attesa», si scopre che all'ospedale di Padova su sette macchinari ne funziona uno solo. «Chi ha sbagliato pagherà, punirò i furbetti», tuona il governatore che ha convocato per stamattina i primari di Radiologia.
Il governatore convoca per stamane i primari delle Radiologie. La Cgil: «Fuori i numeri»
Esami di notte e Tac spente di giorno Zaïa: «Punirò i furbi, chi sbaglia paga»
La sperimentazione, prevista dal primo settembre al 31 dicembre, punta a snellire le liste d'attesa.  «Report», a Padova: su 7 macchinari uno solo in funzione
VENEZIA - Voci, pettegolezzi, sospetti, confidenze, mai però suffragati da «prove» o semplicemente da qualcuno che sottoscriva con nome e cognome, circolano da più di un mese. Esattamente dal primo settembre, giorno in cui è partita la sperimentazione degli esami radiografici eseguiti anche di notte e nei festivi dagli ospedali pubblici. Prima la sorpresa di qualche paziente: «Ma perchè, se avevo l'appuntamento a mezzogiorno, me lo spostano di notte?»; poi l'ammissione di diversi medici: «Le Usl non hanno risorse per far funzionare i macchinari giorno e notte, perciò se le Tac vanno dalle 20 alle 24 sono spente dalle 15 alle 19». Infine la rivelazione di alcune direzioni sanitarie: «E' vero, sui turni del personale ci sono molti buchi di giorno, per riempire le caselle delle presenze di sera». Denunce anonime, che non valgono nulla, se non a mettere qualche pulce nell'orecchio. E una è finita nelle grandi orecchie di «Report», il programma d'inchiesta condotto su Rai 3 da Milena Gabanelli, che domenica sera ha trasmesso un servizio sull'iniziativa voluta dal governatore Luca Zaia per abbattere le liste d'attesa. Virato sul positivo l'inizio dell'approfondimento, con la soddisfazione dei pazienti dell'Usl 12 veneziana. «Avrei dovuto aspettare la prestazione dallo scorso giugno a febbraio 2014 e poi a marzo - dice uno - invece mi hanno telefonato e sono arrivato oggi». «Un giorno solo abbiamo aspettato», conferma un'altra. Costo dell'operazione: 30 milioni. «Ma negli orari normali - si chiede la giornalista Rai - le macchine sono già sfruttate al massimo?» «Attualmente le usiamo tutta la giornata - assicura il direttore generale Giuseppe Dal Ben - con questo piano vogliamo utilizzarle anche negli orari serali>. Lo scenario però cambia completamente quando l'inviata di «Report», questa volta con telecamera nascosta, si sposta nell'Azienda ospedaliera di Padova. «Siamo andati a vedere in Radiologia, un pomeriggio - racconta il servizio - su due risonanze magnetiche e due Tac solo una di queste ultime due stava funzionando, le altre tre macchine erano spente. Anche in Pediatria la Tac non andava, idem in Ortopedia: la Tac non lavorava e la risonanza era spenta». Alla richiesta di spiegazioni, un infermiere dice: «Non funziona più, non fa più immagini di qualità». «La vera sfida è pensare che la lista d'attesa vada abbattuta facendo lavorare di più le macchine», sostiene Zaia nel video. Ma la telecamera inquadra il foglio con l'orario settimanale dei tecnici di Radiologia: è pieno di buchi. «Abbiamo calcolato che il totale degli esami non eseguiti di giorno al ritmo di una Tac ogni 15 minuti e di una risonanza ogni mezz'ora equivale, alla fine della settimana, a lasciare fuori 371 pazienti - chiude la cronista - con la lista d'attesa che c'è. Però si pagano i medici 100 euro all'ora per aprire anche alla sera». Immediata la replica di Zara: «Gli ospedali in Veneto sono 75, ringrazio Milena Gabanelli per il servizio che ha fatto e che utilizzerò fino in fondo. Anzi, le chiederò di farmi avere materiale rispetto a chi fa il furbo. Noi stiamo cercando di mettere in piedi una macchina per cui abbiamo lavorato tre anni, le liste d'attesa si stanno abbattendo a zero e lo stesso servizio di Report lo ha detto. Oggi non ci resta che capire se qualcuno non si sta comportando bene. Se così è, sarò io il primo a punirlo, e l'ho già dimostrato».
In effetti ieri pomeriggio il governatore ha convocato d'urgenza, per stamattina, tutti i primari di Radiologia, per fare il punto della situazione, individuare eventuali mancanze e la relativa causa. «La sperimentazione avviata mira a un miglior uso delle tecnologie- anticipa il dottor Paolo Sartori, segretario veneto del Sindacato nazionale radiologi - il problema è che in alcune Usl non c'è abbastanza personale per farle funzionare tutti i pomeriggi e anche la sera. Per garantire l'orario 20/24 l'azienda può comprare ore in più dai propri camici bianchi, a 100 euro lordi l'ora, e da tecnici e infermieri, a 40 euro l'ora. Possono prestare tale servizio solo i sanitari disposti anche a fare ore supplementari di giorno, a 60 euro l'ora, ma i fondi per pagare il lavoro extra curriculare diurno e serale sono separati. Il primo sono soldi dell'Usl, il secondo deriva dal 5% del ricavo totale della libera professione dei medici e non sono intercambiabili. Se il primo finisce, l'azienda userà solo il secondo, privilegiando dunque le prestazioni notturne». A questo punto la Cgil chiede al presidente di «dire la verità sulle aperture serali degli ospedali». «Renda disponibili i primi dati, reali e non di propaganda, sull'andamento delle prestazioni, sul numero dei lavoratori e sulle risorse impiegate - insiste il sindacato -. Ci risulta che molte Usl non abbiano ancora nemmeno attivato il servizio e che il numero delle prestazioni non sia affatto mirabolante». «Siamo sicuri che l'operazione stia dando i suoi frutti? - incalza il Pd, con Lucio Tiozzo e Claudio Sinigaglia-l'assessore alla Sanità, Luca Coletto, venga a relazionare in V commissione».
Michela Nicolussi Moro

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