Da sinistra:Anna, Arianna, Nicole e Chiara |
Ecco le impressioni sul pellegrinaggio di Alice (manca la foto), Chiara, Nicole, Arianna e Anna. Si veda anche l'articolo di Cristina Parodi sulla Difesa del Popolo (clicca qui).
Esperienza di Lourdes: Alice Mazucco, Chiara Sconcerle, Nicole Antonello, Arianna Giacon e Anna Penello
Cinque ragazze, Alice, Chiara S., Anna, Arianna e Nicole, che hanno frequentato la
classe quarta, indirizzo socio-sanitario, dell’istituto professionale "Leonardo da Vinci" di Padova, hanno
fatto, alcune per la prima volta, una settimana di volontariato a Lourdes, dal
27 giugno al 3 luglio, con l’ U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana
Trasporto malati a Lourdes e Santuari Internazionali). “Lourdes è un comune francese di 15.491 abitanti situato nel
dipartimento degli Alti Pirenei, nella regione del Midi-Pirenei. Attraversato
dal fiume Gave de Pau, fa parte del territorio dell'Occitania. Si trova
nell'area linguistica del dialetto guascone, variante dell'occitano. A partire
dal 1858 il comune di Lourdes ha assunto notorietà mondiale a seguito delle
apparizioni mariane riferite dalla giovane contadina Bernadette Soubirous. Santa Bernadetta Soubirous, al secolo Marie-Bernarde in occitano (Lourdes, 7 gennaio 1844 – Nevers,
16 aprile 1879), è stata una religiosa e mistica francese (fonte wikipedia)”. "La Signora di Massabielle" è apparsa alla quattordicenne contadina, povera, malaticcia e analfabeta Bernadette per ben 17 volte, dall'11 febbraio al 16 luglio del 1858. C'è da chiedersi: Perché non appare a persone istruite e ricche?
Per vedere il sito ufficiale in italiano di Bernadette-Nevers, clicca qui.
Per visitare il sito ufficiale di Lourdes, clicca qui.
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L' U.N.I.T.A.L.S.I. è un’associazione di
volontariato che si prefigge l’obiettivo di aiutare le persone bisognose
guidandole in un luogo di culto dove viene offerto loro un servizio di
accompagnamento da ragazzi volontari che fungono da barellieri, trasportano le persone in carrozzina da un posto all’altro, e da ragazze volontarie, chiamate
"sorelle", che lavorano in refettorio servendo ai tavoli i pasti giornalieri. Le
spese per il viaggio e per il vitto erano a nostro carico, ad
alcune però è stato dato un contributo dalla parrocchia di provenienza. Siamo
partiti dalla stazione ferroviaria di Padova alle ore 18.00 e, dopo 22 ore,
siamo giunti a Lourdes. E’ stata una settimana impegnativa, che ci ha regalato
grandi soddisfazioni e forti emozioni. A parere di tutte, un’esperienza da
rifare e da raccontare!
Alice: "E’ stata dura, ma il
sorriso della gente, un semplice “grazie”, ti davano la forza di andare avanti
e di affrontare ogni difficoltà col minimo sforzo. Quando dai agli altri,
quando ti doni al prossimo completamente, senza diffidenza, ti accorgi che non
perdi nulla, né tempo né forze ma anzi, guadagni amore e affetto dalle persone,
il loro calore, la loro fiducia. Io personalmente, ho avvertito di aver donato
il mio cuore a queste persone, un cuore ancora giovane e inesperto dinnanzi
all’affetto, l’ho lasciato nelle loro mani. Me l’hanno plasmato in modo
differente, in modo giusto, in modo vero e soprattutto umano e poi me l’hanno
riconsegnato in silenzio, più maturo e pulsante di prima. E’ inutile a mio
parere dire che sono cambiata dopo questa esperienza, perché dopo ogni
esperienza si cambia. Posso però dire che ora riesco a vedere le cose e gli
altri in modo diverso ed è per questo che voglio ritornarci; perché sono stata
a contatto con persone che mi hanno colorato il mondo e soprattutto l’anima e
il cuore.
Chiara: "Credo sia stata
un’esperienza molto significativa nella mia vita; finalmente dopo tanti anni
sono riuscita a convincere mio padre a riportarmi nell’unico luogo dove posso
toccare con mano il bisogno di certe persone e dove io mi sento davvero utile
al resto del mondo. Sono esperienze che non tutti vogliono fare e secondo me
sbagliano perché all’inizio siamo tutti un po’ scettici eppure quelli che la
provano alla fine tornano tutti a casa con la stessa idea: quella di ritornare.
Lì al Salus aleggia un clima di serenità e quando incontri per le scale o in
ascensore qualcuno, ti viene naturale salutarlo con un gran sorriso come se lo
conoscessi da molto tempo. Con gli ammalati vale la stessa cosa; mentre sei lì
riesci proprio a sentire il bisogno che loro hanno di te. Se dovessi parlare
della cosa che mi ha colpito di più, forse parlerei di
quando la prima sera
verso le 23 sono andata ai piedi della grotta e ho visto molta gente ancora li,
seduta nelle panchine a pregare, pregare per qualsiasi motivo avessero il
bisogno di farlo, oppure piangere, proprio così, lì davanti, sotto gli occhi
della Madonna ho visto gente piangere a lungo; in quel momento anche tu
vorresti piangere, non per motivi tuoi personali ma per il semplice fatto che ti senti
vicina a loro, senti il loro dolore. La cosa più bella, invece, è stata la
messa internazionale, durata ben 2 ore, che è stata celebrata in 5 lingue
(italiano, spagnolo, francese, latino, tedesco). Quei sette giorni passano
veloci e alla fine torni a casa che ti senti una persona diversa, senti il tuo
cuore più leggero, senti di aver fatto finalmente qualcosa di buono. Ringrazio
le persone che mi hanno trasmesso amore, gioia di vivere e tutte le persone che
hanno fatto con me questa esperienza. Sono sicura che presto ritornerò a
Lourdes e proverò di nuovo le stesse forti emozioni".
Anna: Lourdes è stata una delle esperienze più significative della mia vita. Se devo essere sincera sono partita da Padova un po’ titubante e forse con un po’ di ansia, probabilmente per paura di sentirmi inadeguata o incapace di fronte a persone che avevano bisogno di me. Sono partita spinta da Nicole (a proposito,la ringrazio di cuore), ma spinta anche dalla curiosità di conoscere quel luogo di cui avevo sentito sempre parlare in modo esageratamente bello. In effetti è stato così ,anzi, forse utilizzare l’ aggettivo bello è riduttivo. È difficile spiegare se non si prova. Era stupendo avere il sorriso stampato nella faccia in qualunque momento, senza un motivo preciso, o un fatto particolare. Era
stupendo incontrare le persone nei corridoi della Casa di accoglienza Salus Infirmorum e salutarsi e sorridere sebbene non ci si conoscesse. Era stupenda l’ aria che si respirava. A volte vivere la vita qui ci porta ad aver paura di essere se stessi,di far vedere alla gente cosa si pensa, timore di perdere la faccia di fronte alla gente perché si è diversi, si crede a qualcosa di ‘anormale’. Era stupendo invece vedere in quanti giovani usciva un’energia e una parte di se stessi che non si conosceva. Non mi ero mai sentita così importante e utile per le persone, ed il bello era che non si veniva pagati con soldi per il servizio, ma con sorrisi sinceri, abbracci e frasi come: ‘VOI SIETE I NOSTRI ANGELI’. Andavamo a dormire la sera con una voglia immensa di svegliarci, nonostante la stanchezza.
Uno dei momenti più belli è stato davanti alla grotta una sera. Ho portato tutti i miei pensieri, li davanti, in silenzio,e sono stata un po’ sola con me stessa . Dopo un’Ave Maria sono scoppiata a piangere, di gioia, e mi sono completamente svuotata. È stata un momento fortissimo per me. È stato triste il ritorno a casa, i saluti, i ringraziamenti, gli abbracci di addio, anche di chi non si conosceva. Vorrei ricordare le parole di Don Fabio : ‘Appena tornerete, prima di andare a dormire, rivivete ogni singolo momento, ogni gesto, ogni persona. Forse per qualche giorno’. Ed è stato davvero così. La nostalgia era ed è davvero tanta.
(modificato il 21.07.12)
foto ricavata dalla Difesa del Popolo |
Nicole: "Questo è stato il mio terzo anno
a Lourdes. Sono stati tre anni in cui la mia vita è sempre cambiata in meglio.
Il primo anno sono andata con mia mamma per ritrovare la sintonia che con lei
avevo perso e ci siamo riuscite.
Lourdes è un’esperienza di vita
che ti cambia,ti rende migliore. La cosa bella quando sei Lourdes è che insieme a tutti i giovani e con
i malati ti senti dentro una grande famiglia, sei speciale per tutti, quello
che fai è sempre una cosa giusta e vieni ricambiato con i sorrisi più belli del
mondo.
Quando sono in servizio in
refettorio per servire il pranzo agli ospiti mi sento a mio agio; mi viene
spontaneo sorridere, abbracciare e ad ogni loro complimento ricambiare con una
carezza.
Una volta una signora mi disse:
“Una carezza vale più di mille parole!”
A volte mi sembra che Lourdes sia
in un’altra parte del mondo, dove tutti sono felici, dove i giovani tirano
fuori quei sentimenti che a volte per vergogna si lasciano dentro.
E’ un’esperienza che tutti i
ragazzi dovrebbero fare per capire veramente che lassù esiste qualcuno che ci
guida e ci fa apprezzare i veri valori della vita.
Io sono credente e non me ne
vergogno!
La cosa strana che succede a
Lourdes è che tutti sorridono, non c’è nessuno senza sorriso, non ti rendi
neanche conto della sofferenza perché qui non emerge! Qui c’è l’amore, la
felicità e la gioia. C’è tutto ciò che Dio ha creato nel nostro cuore.
L’unica cosa che posso dire per
concludere è: nessuno torna a casa uguale a prima di partire!(ritornello della canzone 'Treni bianchi')"
Arianna: Quest’anno mi sono decisa ad
andare a Lourdes dopo che ne avevo sentito parlare benissimo da una mia
compagna di classe. Sono partita insieme ad altre mie amiche per raggiungere
questo famoso posto!
Devo dire che recarsi a Lourdes è
una esperienza fantastica che ti porta ad avere sempre un sorriso anche quando
ti senti triste o non ce l’ha fai più, un’esperienza che ti fa capire quanta bontà
ci sia nel cuore di ogni persona. Io personalmente sono andata non solo per
stare con le mie compagne, ma per cercare un po’ di pace in me stessa e
ritrovare una risposta alla mia fede.
Non avrei mai pensato di andarci ,
ma molte cose mi hanno fatto cambiare idea avendo cosi da voler scoprire quel posto meraviglioso!
Ogni giorno mi sembrava sempre
più bello. Mi è rimasto più impresso il primo: ero felice per la nuova
esperienza, ma anche un po’ in ansia perché non sapevo cosa avrei dovuto fare;
ero convinta che le mie compagne mi avrebbero sempre sostenuta e aiutata in
caso di necessità. In treno mi è capitato di fare il primo turno in attrezzato
dove c’erano i malati allettati che
dovevamo aiutare a mangiare. All’inizio ero abbastanza agitata perché era la
prima volta che svolgevo questo servizio, ma alla fine tutto si è risolto
positivamente, ho scoperto, anche, che
bastava un semplice sorriso o una piccola carezza per farli felici.
Noi sorelle avevamo anche i turni
in refettorio dove dovevamo preparare le tavole e servire gli ammalati che
arrivavano, anche questo lavoro non è stato per niente faticoso perché bastava
che mettessi tutto l’amore possibile.
Come prima esperienza devo dire
che Lourdes è un posto veramente fantastico dove felicità, gioia e amore sono i
sentimenti che più contano per ogni ammalato.
Andare a Lourdes mi ha cambiata,
mi ha fatto ritrovare quella risposta che tanto aspettavo e grande voglia di
aiutare gli altri. Concludo dicendo che è vero quello che dicono le mie
compagne che andando a Lourdes una volta, il prossimo anno hai subito voglia di
ritornare!!
Anna: Lourdes è stata una delle esperienze più significative della mia vita. Se devo essere sincera sono partita da Padova un po’ titubante e forse con un po’ di ansia, probabilmente per paura di sentirmi inadeguata o incapace di fronte a persone che avevano bisogno di me. Sono partita spinta da Nicole (a proposito,la ringrazio di cuore), ma spinta anche dalla curiosità di conoscere quel luogo di cui avevo sentito sempre parlare in modo esageratamente bello. In effetti è stato così ,anzi, forse utilizzare l’ aggettivo bello è riduttivo. È difficile spiegare se non si prova. Era stupendo avere il sorriso stampato nella faccia in qualunque momento, senza un motivo preciso, o un fatto particolare. Era
stupendo incontrare le persone nei corridoi della Casa di accoglienza Salus Infirmorum e salutarsi e sorridere sebbene non ci si conoscesse. Era stupenda l’ aria che si respirava. A volte vivere la vita qui ci porta ad aver paura di essere se stessi,di far vedere alla gente cosa si pensa, timore di perdere la faccia di fronte alla gente perché si è diversi, si crede a qualcosa di ‘anormale’. Era stupendo invece vedere in quanti giovani usciva un’energia e una parte di se stessi che non si conosceva. Non mi ero mai sentita così importante e utile per le persone, ed il bello era che non si veniva pagati con soldi per il servizio, ma con sorrisi sinceri, abbracci e frasi come: ‘VOI SIETE I NOSTRI ANGELI’. Andavamo a dormire la sera con una voglia immensa di svegliarci, nonostante la stanchezza.
Uno dei momenti più belli è stato davanti alla grotta una sera. Ho portato tutti i miei pensieri, li davanti, in silenzio,e sono stata un po’ sola con me stessa . Dopo un’Ave Maria sono scoppiata a piangere, di gioia, e mi sono completamente svuotata. È stata un momento fortissimo per me. È stato triste il ritorno a casa, i saluti, i ringraziamenti, gli abbracci di addio, anche di chi non si conosceva. Vorrei ricordare le parole di Don Fabio : ‘Appena tornerete, prima di andare a dormire, rivivete ogni singolo momento, ogni gesto, ogni persona. Forse per qualche giorno’. Ed è stato davvero così. La nostalgia era ed è davvero tanta.
(modificato il 21.07.12)
Don Fabio Fioraso, parroco di Tombelle ha condiviso il post sulla pagina di Facebook del gruppo Unitalsi di Padova.Hanno letto il post alla data odierna 130 persone. Manca ancora la relazione di Anna.Ringrazio don Fabio per l'impegno che dedica all'Uniltalsi e in particolare ai giovani (sorelle e barellieri).
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCon il bellissimo resoconto di Anna, che ho postato questa mattina, ho terminato di raccogliere le testimonianze del pellegrinagio a Lourdes delle 5 simpatiche "imbranatine", sorelle dell'UNITALSI, che ho conosciuto quest'anno a IASI-Pronto Anziano. Sono un preside e docente in pensione che dedica molta parte del suo tempo al volontariato. Tra gli obiettivi che mi prefiggo c'è anche quello di creare un dialogo, premessa della solidarietà, tra le generazioni. Non è facile per un settantenne dialogare con giovani di 16/17/18 anni, soprattutto in questo difficile periodo storico attraversato da un'eccezionale crisi economica, perchè la maggior parte degli adulti e anziani non testimoniano valori (solidarietà, onestà, gratuità, amore per il prossimo...), ma al massimo li predicano. Quando incontro delle difficoltà nel dialogare con i giovani, mi dico: "Il problema è principalmente mio, non del ragazzo/a, devo trovare il modo di entrare in comunicazione, altrimenti che educatore sono". Mi piacerebbe inserire anche qualche resoconto dei barellieri, i maschi fanno molta difficoltà ad esprimere i loro sentimenti. Per commentare il post si deve inserire anonimo nella tendina, il commento apparirà dopo che avrò dato l'OK, oppure mandare una mail a Giovanni al seguente indirizzo: blog.prontoanziano@yahoo.it. Ciao
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