Trovo nel blog di Umberto Veronesi questo bel post.
Il video e il racconto dettagliato della notizia si trovano qui.
Sono un medico, ma vorrei essere la Befana. Per andare invisibile a casa della vecchietta che ha rubato al supermercato un pacchettino di caramelle per 78 centesimi, il direttore ha chiamato la polizia, gli agenti hanno pagato le caramelle e lasciato andare a casa la vecchietta in lacrime.
Se potessi essere la Befana, entrerei in
casa di questa vecchietta e di tante altre/altri, e nasconderei un po’
di caramelle qui e lì. Perché ai vecchi piacciono le caramelle, ogni
caramella è un piccolo acceleratore del tempo che manca prima di andare a
dormire, in questo pomeriggio in cui non è venuto nessuno. Dove le
nascondo? Nel primo cassetto del comò, vicino alle bollette che
aspettano di essere pagate? No, non è una buona idea, può darsi che
lei/lui abbiano chiuso le bollette nel comò per non vederle. Si sa che a
volte, quando si guarda una bolletta, il cuore manca un battito. I
cardiologi negano che esista questa sindrome, ma io so che c’è.
E allora? Allora, mi aiutano i ricordi.
Ecco una casa di periferia, tanti anni fa. Ci abita da sola una
vecchietta che non ha nessuno al mondo. Il marito è morto, e l’unico
figlio, ventidue anni, è caduto in Russia, nella battaglia del Don.
Come ho fatto quella volta, il pacchetto delle caramelle lo metterò
dietro al ritrattino del ragazzo, ed è sicuro che la mamma le troverà,
perché quel ritrattino viene preso in mano e baciato tante volte al
giorno: «Ciao, Ninin».
Un altro ricordo è una casa di riposo.
Non so se adesso le cose siano cambiate, ma allora per pagare la retta
il Comune assorbiva interamente la pensione, non lasciava nemmeno gli
spiccioli. Così, ecco questi vecchietti che giocavano a carte con mazzi
scompagnati in cui mancavano molte carte, ed erano state sostituite con
rettangoli di cartone disegnati . Mi dissero che per le carte si
arrangiavano, grazie a nuove regole furbissime inventate da loro, ma che
gli mancavano le caramelle. Ah, averne qualcuna! E magari un quadretto
di cioccolata! Umberto Veronesi
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