Per informazioni e disclaimer del blog, clicca qui
Per avere informazioni gratuite sui servizi agli ANZIANI e agli STUDENTI, telefonare a I.A.S.I. tel. 049.821.7000 (lunedì-venerdì 9-12 e 15-18. Altri numeri di IASI: 049.821.4298; fax 049.821.4278. Per commentare i post cliccare anonimo nella finestra a tendina. Per chiedere informazioni via mail a Giovanni scrivere a: blog.prontoanziano@yahoo.it

lunedì 16 luglio 2012

Storie da CUP: Visita oncologica

Un signore sulla settantina, operato per un adenocarcinoma alla fine del 2010, mi racconta la seguente storia senza drammatizzare e con molta ironia: "Devo fare ogni sei mesi un controllo per vedere se il cancro ha il coraggio di farsi vivo nuovamente (c'è un'alta probabilità che ciò avvenga per via dei molti linfonodi infettati). Avevo fatto l'ultimo controllo alla fine di novembre 2011 e l'oncologo aveva scritto sul foglio per il MMG che la successiva visita avrei dovuto farla  a giugno/luglio 2012, previo esame del sangue e  TAC con contrasto dell'adome e del torace. Chissà perchè non mi fanno una bella PET-TC, forse costa troppo e la mia situazione non la merita.
Faccio gli esami del sangue e mi reco a metà giugno al CUP per prenotare la visita dall'oncologo. L'operatore del CUP allo sportello mi dice che è impossibile effettuare a luglio la visita in convenzione. Smanetta sul computer e mi consegna un foglio con la datta della visita, 23 febbraio 2013. "Mannaggia la miseria - dico all'operatore -, si rende conto che praticamente salto un turno di controllo?" Mi risponde: "Mi dispiace, ma non è colpa mia, queste sono le disposizioni che mi hanno dato, avrebbe dovuto prenotare subito dopo la visita di novembre". Ah, come potevo sapere che quella visita dovevo prenotarla sette mesi prima, mentre prima si poteva fare un mese prima? L'operatore ha il tesserino con il nome e cognome appuntato sul petto, ma non riesco a leggerlo. Gli chiedo cortesemente di dirmi come si chiama, mi risponde che non me lo dice e scappa dalla sua postazione intuendo le mie intenzioni bellicose. Rimango lì un po' e poi chiedo alla reception di parlare con il responsabile CUP. Sulla porta dell'ufficio del responsabile è scritto: vietato l'ingresso agli esterni. Penso che quello dev'essere un ufficio caldo. Busso, entro e chiedo ad un signore addetto al telefono se c'è il responsabile, mi risponde che è andato ad una riunione per migliorare la qualità del CUP. "A chi mi posso rivolgere" - chiedo. Telefona ad una infermiera che in poco tempo appare. Le spiego che cosa è accaduto e lei risponde che hanno l'ordine di seguire la procedura anche per l'oncologo che mi segue, non è possibile che visiti fino alle 10 di sera i malati di cancro, anche lui deve, da oggi in avanti sottostare alle regole, tot pazienti al giorno. Chiedo se c'è un ordine scritto o se hanno avuto disposizioni a voce. Mi risponde che non c'è nulla di scritto. Si rende conto, le dico, della responsabilità che si prende nel farmi saltare un turno di controllo? Mi dice che ho ragione e cerca telefonicamente il responsabile. Non lo trova, le dico che sarei passato il giorno dopo. Sto per andarmene, quando arriva la telefonata del responsabile. Ascolta ... (non ricordo il nome), gli racconta l'accaduto, e aggiunge: "C'è un signore che ci denuncerà tutti, cosa faccio?". "Mandalo dal direttore dell'Ospedale", risponde. Devo andare ad una riunione di volontariato e quindi non mi reco dal direttore, rifletterò sul da farsi, dico tra me e me. Il giorno dopo, decido di desistere dal proposito di andare avanti e telefono al CUP delle prenotazioni in libera professione. Mi rispondono che la visita posso farla con 100€ (cifra modesta) dopo cinque giorni. Il 6 ho la Tac, chiedo di spostarla di qualche giorno per andare con l'esito, concordiamo per il 13 luglio. Visita ok, tumore ancora in stand by. Dimenticavo, devo disdirre la visita del 23 febbraio altrimenti dovrò pagare il ticket ugualmente!"
Commento: quello che è accaduto a questo signore capita spesso nella sanità italiana. Trovo nel sito di una AULS: Oltre all’offerta in regime istituzionale l’Azienda USL assicura ai cittadini utenti un’offerta aggiuntiva in regime di libera professione intramuraria al fine di garantire  al cittadino di avvalersi liberamente, a parità di condizioni di cura rispetto all’ambito istituzionale, del professionista o dell’équipe di sua fiducia, con spesa totalmente a proprio carico.
Nella realtà le cose non funzionano proprio così!! Pagando, oltre a scegliere il medico di fiducia, si hanno prestazioni intramoenia sicuramente migliori. Perchè non lo facciamo anche in altri ambiti, come la giustizia e la scuola?

Nessun commento:

Posta un commento