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sabato 7 dicembre 2013

Che sia vero? Censis: Siamo di fronte ad una società più "sciapa": senza fermento, accidiosa, furba, con disabitudine al lavoro, immoralismo diffuso, crescente evasione fiscale



Il 47° rapporto Censis ci presenta un'Italia "senza fermento", con immoralismo diffuso e crescente evasione fiscale.  E' compito di tutti i cittadini, questo è l'anno europeo della cittadinanza attiva, attivarsi per migliorare la situazione prima che sia troppo tardi. Ci sono anche aspetti positivi, ma dobbiamo preoccuparci delle persone, sempre più in aumento, che come la signora della figura sono costrette a rovistare tra i rifiuti per mangiare. Giunto alla 47ª edizione, il Rapporto Censis prosegue l'analisi e l'interpretazione dei più significativi fenomeni socio-economici del Paese, individuando i reali processi di trasformazione della società italiana. Su tali temi si soffermano le «Considerazioni generali» che introducono il Rapporto. Nella seconda parte, «La società italiana al 2013», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell'anno. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.

Da Rainews
Sopratitolo: Le famiglie con la paura di non arrivare a fine mese
Titolo: Il ritratto dell'Italia: smarrita e fiaccata dalla crisi
Sottotitolo: Il 47esimo rapporto Censis fotografa un Paese "senza fermento", con immoralismo diffuso e crescente evasione fiscale
Roma 06 dicembre 2013
Il calo dei consumi in Italia è sintomo di "un Paese sotto sforzo", "smarrito", "profondamente fiaccato da una crisi persistente". Lo rileva il Censis nel Rapporto annuale evidenziando che nel 2013 su un campione di 1.200 famiglie "il 69% ha indicato una riduzione e un peggioramento della capacità di spesa". Per il Centro studi "il 2013 si chiude con la sensazione di una dilagante incertezza sul futuro del lavoro", riferendo che il 14% dei lavoratori teme di perdere il posto. "Sono quasi sei milioni gli occupati che si trovano a fare i conti con situazioni di precarietà lavorativa", ai quali si aggiungono 4,3 milioni che non trovano un'occupazione. Il crollo temuto non c'è stato, negli anni della crisi siamo sopravvissuti.
Una società "senza fermento"
Ma ora abbiamo di fronte una società più "sciapa": senza fermento, accidiosa, furba, con disabitudine al lavoro, immoralismo diffuso, crescente evasione fiscale. E siamo "malcontenti", quasi infelici, perché viviamo un grande, inatteso ampliamento delle diseguaglianze sociali. Unico "sale" sono l'imprenditoria femminile, l'iniziativa degli stranieri e la dinamicità degli italiani all'estero. "Nel 2013 le spese delle famiglie sono tornate indietro di oltre dieci anni". Si tratta di "un quadro preoccupante nel quale risulta ormai essenziale agire con rapidità in termini di radicale abbassamento della pressione fiscale, di incentivi ai consumi prontamente utilizzabili" e di politiche del lavoro. La crisi ha portato "una nuova sobrietà": gli italiani evitano "sprechi ed eccessi". Si tira la cinghia per risparmiare anche perché "i continui cambiamenti" fiscali "non consentono di effettuare previsioni di spesa".
Italiani fra rinunce e risparmi
Se il 76% dà la caccia alle promozioni nei supermercati e aumenta il numero di persone che va al mercato, il 53% ha ridotto spostamenti con auto e scooter, il 68% ha tagliato cinema e altri svaghi, il 45% ha ridotto o rinunciato negli ultimi dodici mesi al ristorante. Cresce poi il divario fra Sud e Centronord: il Pil pro-capite nel Mezzogiorno è di 17.957 euro, il 57% di quello del Centronord e inferiore ai livelli di Grecia e Spagna. Il Censis parla del Meridione come di "un problema irrisolto". Decresce anche il contributo del Sud alla ricchezza del Paese: "L'incidenza del Pil del Mezzogiorno su quello nazionale è passata dal 24,3% al 23,4% nel periodo 2007-2012, frutto di una contrazione di 41 miliardi, il 36% dei 113 persi dall'Italia a causa della crisi".
Distretti industriali in crisi
La crisi non ha risparmiato i distretti industriali: tra il 2009 e il 2012 in un campione di 56 distretti il Censis ha stimato una flessione del numero di imprese pari al 3,8%: "Si tratta di quasi duemila unità produttive uscite dal mercato in un breve arco temporale", rileva il Rapporto annuale. Tuttavia, a fronte di questo ridimensionamento strutturale, si registra "una crescita sostenuta sui mercati esteri". Nel 2013 le esportazioni di 150 distretti manifatturieri sono infatti cresciute del 3%. La "fuga" degli italiani all'estero non conosce soste: nell'ultimo decennio il numero di chi ha trasferito la residenza è più che raddoppiato, da cinquantamila a 106mila. Ma è stato soprattutto nel 2012 che l'incremento ha visto un boom: +28,8% tra il 2011 e il 2012. Sono soprattutto giovani: il 54,1% ha meno di 35 anni.
I timori delle famiglie
Una famiglia su quattro fa fatica a pagare tasse o bollette e il 70% è in difficoltà se deve affrontare una spesa imprevista. Il Censis parla di "fragilità" per "una larga parte del Paese". L'incertezza "ha preso il sopravvento" sulle famiglie assumendo "la forma della preoccupazione e dell'inquietudine". Nel Rapporto annuale il Censis sottolinea che il 50% delle famiglie teme di non riuscire a mantenere il proprio tenore di vita e il 52% delle famiglie sente di avere difficoltà a preservare i propri risparmi. "Una larga parte del Paese scopre un'intima fragilità: più del 70% delle famiglie - si legge nel Rapporto - si sentirebbe in difficoltà se dovesse affrontare spese impreviste di una certa portata, come quelle mediche, il 24% ha qualche difficoltà a pagare tasse e tributi" e il 23% le bollette.

1 commento:

  1. "Ma ora abbiamo di fronte una società più "sciapa": senza fermento, accidiosa, furba, con disabitudine al lavoro, immoralismo diffuso, crescente evasione fiscale. E siamo "malcontenti", quasi infelici, perché viviamo un grande, inatteso ampliamento delle diseguaglianze sociali. Unico "sale" sono l'imprenditoria femminile, l'iniziativa degli stranieri e la dinamicità degli italiani all'estero.
    Sciapa=insipida=Che non ha sapore o ne ha molto poco
    Accidia= 1 FILOS. Stato di inerzia generato da eccesso di solitudine e contemplazione e da cattiva disposizione della volontà
    2 estens. Svogliatezza, indolenza, pigrizia ‖ Uggia, tedio, malinconia
    3 TEOL. Pigrizia nell'operare il bene, che costituisce uno dei sette vizi capitali
    Immoralità=Con il termine immoralità si designa il contrario della moralità, e cioè il contrario di quel complesso di regole e di norme che guidano la condotta degli uomini nelle varie epoche storiche e nelle diverse società.

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