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mercoledì 26 ottobre 2011

Colonscopia: un accertamento che non deve far paura

L'intestino
Francesco, un volontario di Pronto Anziano, mi chiede di trattare, dopo aver visto il post sulla gastroscopia e avendolo trovato rassicurante, da non esperto ma in maniera corretta, della colonscopia.  
Ho fatto anch'io, in un'unica seduta, in anestesia, la colonscopia e la gastroscopia. Non ho sentito nulla, ma hanno trovato una "bestiaccia". La colonscopia è un accertamento che fa molta paura. Mentre scrivo sono collegato via skype con un'amica che lavora all'estero, mi dice: io questo esame non lo farò mai!! Mio marito invece lo fa una volta all'anno senza sedazione.
Il gastroenterologo dott. Fabrizio Cardin, consulente scientifico di Pronto Anziano, che in trent'anni di attività presso la Piastra endoscopica ha effettuato circa 30.000 gastroscopie e diverse migliaia di colonscopie, ci ha detto che non ci sono problemi anche senza anestesia.


Trovo nel sito "Farmaco e cura" questa chiara spiegazione sulla colonscopia che riporto (clicca qui).
Colonscopia: è un esame che permette di visualizzare la parete interna dell'intestino usando una sonda a fibre ottiche. Le fibre, contenute in un tubo di gomma, vengono inserite attarverso l'ano e fatte risalire fino alla parte da esaminare. La colonscopia è, al momento attuale, l'esame più attendibile per lo studio dei polipi e dei piccoli tumori del colon e consente anche di effettuare contestualmente una biopsia, cioè di prelevare un frammento di tessuto da esaminare al microscopio. L'esame viene in genere effettuato senza anestesia, ma vengono somministrati blandi calmanti e farmaci miorilassanti, che permettono cioè il rilassamento della parete dell'intestino per facilitare il transito della sonda. Le fibre ottiche illuminano la parte da esaminare e rimandano le immagini su uno schermo esterno.

Colonscopia e sigmoidoscopia
Durante la colonscopia i pazienti, accomodati su un lettino ospedaliero od una barella, si devono adagiare sul lato sinistro del corpo: nella maggior parte dei casi un leggero sedativo e degli antidolorifici aiutano a mantenere i pazienti rilassati. Una seduzione più profonda può essere richiesta per aumentare la compliance del paziente (ossia la collaborazione e l’adesione alla procedura del soggetto). Il medico ed il personale medico dovrebbero monitorare i segni vitali dei pazienti e cercare di rendere l’esame il più confortevole possibile.
Il medico inserisce lentamente nell’ano il colonscopio (una sonda lunga, flessibile ed illuminata) e lo guida attraverso il retto e nel colon. L’intestino viene gonfiato con anidride carbonica per offrire al medico una maggior visuale. Una piccola telecamera montata sulla sonda trasmette un’immagine che proviene dall’interno, consentendo al medico di esaminare attentamente il rivestimento intestinale.
Il medico può chiedere al paziente di spostarsi periodicamente in modo che la zona di esplorazione possa essere regolata per una migliore visualizzazione.
In linea generale la colonscopia, più che dolorosa, è sicuramente fastidiosa.
In alcune circostanze, per esempio in presenza di particolari conformazioni dell’intestino, l’esame può essere effettivamente doloroso; per ovviare a questa problematica è sempre più frequente il ricorso a diversi tipi di sedazione:
  • cosciente o vigile, in cui il paziente rimane consapevole di quanto sta accadendo;
  • profonda, in cui il soggetto difficilmente è in grado di rispondere a stimoli esterni;
  • anestesia generale, il paziente è del tutto incosciente.
La sedazione cosciente è la scelta più frequente, in cui viene somministrato un farmaco ad effetto sedativo ed un potente antidolorifico.
Una sedazione profonda, benchè richieda la presenza di un anestesista, presenta l’indubbio vantaggio di permettere al paziente di non conservare ricordi sgradevoli relativi alla procedura, con una possibilità maggiore che si presti nel futuro ad ulteriori controlli .

La colonscopia può durare fino a 60 minuti, anche se spesso si risolve più velocemente. Crampi o gonfiore possono verificarsi durante le prime ore dopo l’esame.
Il sedativo deve avere il tempo di essere smaltito dal corpo. I pazienti possono avere bisogno di rimanere in ospedale per 1 o 2 ore dopo l’esame, mentre il recupero completo è previsto per il giorno successivo.
I pazienti che manifestano uno qualsiasi di questi effetti indesiderati dovrebbero contattare il proprio medico immediatamente:
  • gravi dolori addominali,
  • febbre,
  • perdite intestinali con sangue,
  • vertigini,
  • debolezza.
Si consiglia infine di non guidare per 12 ore dopo la colonscopia per consentire al sedativo di essere smaltito.

Il medico o l’ospedale di solito forniscono istruzioni scritte su come prepararsi alla colonscopia. Il processo è chiamato preparazione intestinale.
Tutti i residui solidi devono essere eliminati dal tratto gastrointestinale seguendo una dieta povera di fibre nei 3 giorni prima dell’esame, evitando quindi di assumere frutta, verdura e alimenti integrali.
Sono invece concessi: carne, pesce, formaggi e altri latticini, salumi.
I pazienti non devono infine bere bevande contenenti colorante rosso o viola, mentre non c’è problema bevendo:
  • brodo o minestre senza grassi,
  • acqua,
  • caffè liscio,
  • tè liscio,
  • bevande sportive come il Gatorade,
  • gelatina.
Un lassativo e/o un clistere possono essere richiesti il giorno prima della colonscopia.
I lassativi prescritti sono di solito sotto forma di pillole o polvere sciolta in acqua (spesso sotto forma di buste da sciogliere in 4 l di acqua, per esempio Selg Esse, Isocolan, Polietilnglicole ABC), mentre il clistere viene eseguito mediante somministrazione di liquidi salini attraverso l’ano, utilizzando uno speciale contenitore di lavaggio.
La sera precedente l’esame sono concessi thè zuccherato, camomilla o comunque una dieta esclusivamente liquida. I farmaci prescritti per un’eventuale terapia in corso possono invece essere assunti anche il mattino dell’esame.
I pazienti devono informare il medico delle loro condizioni mediche e dei farmaci, le vitamine o gli integratori assunti regolarmente, tra cui:
  • aspirina,
  • farmaci per l’artrite od antinfiammatori,
  • fluidificanti del sangue,
  • farmaci per il diabete,
  • ferro.
La colonscopia virtuale è un’alternativa basata su tecniche radiologiche non invasive che consente un’esplorazione virtuale del colon attraverso una TAC all’addome, previa introduzione di aria all’interno del lume intestinale attraverso un piccolo catetere inserito attraverso l’ano.
Effettuata l’analisi, un software apposito consente la visualizzazione delle immagini in 3 dimensioni, permettendo quindi un’analisi medica accurata e sopratutto in differita.
L’esame dura circa 10 minuti e richiede lo stesso tipo di preparazione visto per la tradizionale, non prevede  invece somministrazione di antidolorifici o tranquillanti.
Data la natura della procedura, in caso di rilevazione di polipi o tumori del colon, questi verranno rimossi attraverso una colonscopia tradizionale.
Allo stato attuale non è tuttavia possibile garantire per ogni caso un’efficacia paragonabile alle tecniche tradizionali, quindi la colonscopia virtuale si pone come complemento all’analisi tradizionale quando quest’ultima sia stata incompleta oppure come alternativa in pazienti a grave rischio di complicanze (pazienti anziani, patologie a carico del cuore, …).
L’esame è riconosciuto dal sistema sanitario nazionale italiano.



1 commento:

  1. Ciao, l'articolo è sicuramente ben fatto. Grazie!! Segnalo anche la presenza della possibilità di eseguire la colonscopia con tecnica virtuale, molto meno invasiva della tecnica tradizionale ovviamente. Su questo sito ci sono parecchie informazioni a riguardo: http://www.colonscopiavirtuale.eu/

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