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sabato 26 maggio 2012

Chi fa sbaglia, chi non fa sbaglia sempre

Mi è capitato di recente di commettere un errore, ne ho commessi tanti nella mia vita avendo sempre lavorato sodo. Ho sempre pensato che il detto fosse: Chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia. Chi non fa o fa poco, chi vive  tranquillo e non si crea problemi, vive più a lungo, si dice comunemente. A Napoli direbbero: A Giovà, quanto tempo pensi de campà?  Tradotto significa: A Giovanni, non affannarti, lascia correre, la vita è breve, goditela, non farti coinvolgere dai problemi altrui, pensa alla salute. Se lo sentono ripetere spesso i volontari che, invece di godersi la pensione e di fare viaggi da raccontare agli amici, fanno del volontariato a tempo quasi pieno. Considero volontari anche i nonni che dedicano moltissmo tempo ad aiutare i figli a crescere i nipotini  e i familiari che accudiscono persone non autosufficienti. Ho trovato in questi giorni un mio compagno di scuola, era tanto che non lo vedevo. Parlando dei nostri figli mi racconta che sua figlia, oltre a tre bambini nati dal suo matrimonio, ne ha altri due del Kenia in affido, totale cinque. Quale miglior esempio di solidarietà!! Ma veniamo al detto su accennato.
Raccontavo l'errore che ho commesso all'amico geriatra Valter davanti ad una delle macchinette del caffè in Ospedale. 
Ho sempre pensato il contrario - mi dice lui. Per me il motto è: Chi fa sbaglia, chi non fa sbaglia sempre. 
Anzi Valter ha utilizzato il verbo fallare: Chi fa falla, chi non fa falla sempre. 
Spiegamelo - gli chiedo. Mi risponde: Chi per quieto vivere, chi per non sbagliare, chi per pigrizia non fa nulla o poco, sbaglia sempre perchè non fa nulla per il Bene Comune.  
Mi sono chiesto: Oddio, che cos'è questo tanto decantato Bene Comune?
Nel cercare di rispondere a questa domanda è nato questo post!

Nell'accezione popolare viene definito Bene Comune, che può essere materiale e immateriale, uno specifico bene che è condiviso da tutti i membri di una specifica comunità. Comprende i diritti fondamentali della persona, i valori morali e culturali che sono oggetto di generale consenso, le strutture e le leggi della convivenza, la prosperità e la sicurezza. 
Le esigenze del Bene Comune "riguardano l'impegno per la pace, l'organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell'ambiente, la prestazione di quei servizi essenziali delle persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell'uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni e tutela della libertà religiosa" (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n. 166). 
Condivido le affermazioni che il filosofo Enrico Berti dell'Università di Padova (marito di Andreina Celli volontaria della nostra Asoociazione I.A.S.I.) ha scritto nella relazione  Il concetto di “bene comune” di fronte alla sfida del terzo millennio,  tenuta al Congresso Tomista Internazionale " L’umanesimo cristiano nel III millennio: prospettiva di Tommaso d’Aquino", promosso dalla Pontificia Accademia di San Tommaso e dalla Società Internazionale Tommaso d’Aquino (Roma, 21-25 settembre 2003).
Nei confronti di questa nuova società politica, formata di molte nazioni e quindi articolata pluralisticamente al suo interno, si deve sviluppare una “nuova cittadinanza”, cioè una nuova appartenenza, e quindi una nuova solidarietà, diretta non solo ai membri della propria nazione, o, peggio, della propria corporazione economica, o della propria confessione religiosa, ma a tutti gli uomini, in quanto tutti cittadini della stessa società politica, tutti interessati alla realizzazione dello stesso fine, il bene comune inteso come bene di tutti. Essa non sarà una «nuova cristianità» perché non sarà una “società cristiana” (come non sarà una società musulmana o ebraica o marxista), cioè
una società composta da tutti cristiani, anche se l'accoglimento del Vangelo da parte di tutti gli uomini resta il grande ideale dei cristiani. Sarà una società ispirata dal cristianesimo solo per il fatto che il Vangelo annuncia l'amore e la solidarietà fra tutti gli uomini, e quindi una società fondata su questa solidarietà è di per sé conforme al Vangelo, qualunque sia la posizione dei suoi membri nei
confronti della religione. Anzi si può dire addirittura che essa sarà una società ispirata dal cattolicesimo, ma solo se si conserva al termine “cattolico” il suo significato originario di “universale”.(Aggiornato domenica 27)

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