Ieri
mattina, domenica 27 maggio 2012, ho partecipato, assieme alle amiche e
volontarie Rosa e Maria, alla cerimonia intitolata: Le Rose di Ravensbrück (Vedi post di ieri). Abbiamo ascoltato con commozione il racconto di due deportate nel campo di Mauthausen: Delfina Borgato (classe 1927) e Teresa Martini (classe 1919). Nel loro racconto si è parlato spesso di Maria Borgato (Saonara 7 settembre 1898 – Ravensbrück 1945), la zia di Delfina.
Era
presente alla cerimonia anche Enzo Zatta, genero di Delfina Borgato,
che ho conosciuto tanti anni fa e il cui figlio è stato mio allievo
all'ITIS Marconi di Padova.
Enzo, con un tempismo eccezionale, mi ha
spedito nel pomeriggio le foto della cerimonia, che posterò più avanti, e
il libro sulla storia di Maria Borgato, in formato pdf, con
l'autorizzazione a pubblicarlo sul blog. Nella prefazione del libro (a cura di
Lino Scalco) dal titolo "Maria Borgato - Una vita firmata dono", si legge:
Non
è solo una catechista modello, la piccola Maria, che sublima nella
preghiera al lume di candela la miseria della sua condizione sociale.
Alla fine della Prima guerra mondiale, ventenne, frequenta la Compagnia
di S. Orsola e il convento delle suore Orsoline di Padova. E' lei a
ricamare le tovaglie per gli altari, a pulire la chiesa di Saonara, a
prendersi cura del cappellano che manca di tutto, a soccorrere una
ragazza madre nel bisogno, a rimanere per quaranta giorni in isolamento
con un nipote colpito da difterite evitandogli così il ricovero in un
lazzaretto.
Anche Enzo, a pag. 12, nè fa un ritratto che merita di essere additato ai giovani perchè vivendo in una società senza valori o peggio dove imperano disvalori quali sesso, soldi e sangue, sappiano riconoscere i veri eroi.
Ecco chi era Maria: Maria era fisicamente gracile, minuta e sarebbe passata inosservata se non fosse stato per quel suo camminare claudicante. Ciò che invece colpiva chiunque la conoscesse e la faceva apparire veramente grande, era la sua immensa bontà d’animo. Ha vissuto una vita semplice, costellata di piccoli gesti, dedicata a servire con umiltà chiunque ne avesse bisogno. Sorretta da una grande forza interiore, che derivava senz’altro dai valori in cui credeva, era animata da un dinamismo incredibile. Le sue giornate erano lunghe e faticose: fatte di preghiera, di sacrificio e di intenso lavoro in gran parte dedicato agli altri. Servire il prossimo in punta di piedi, soprattutto i più bisognosi, era lo scopo principale della sua vita, perché nel prossimo vedeva e incontrava Gesù.
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