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martedì 15 maggio 2012

ll padre si uccide, i figli disabili lo vegliano per tre giorni: «Abbiate cura di loro»

Van Gogh, Uomo anziano nel dispiacere, 1890
Trovo sul Gazzettino.it di domenica 13 maggio 2012 questa terribile notizia: Un antiquario di Abano si è tolto la vita nel suo laboratorio. Lettera ai parenti: «Non pensate a me, non voglio un funerale»
Riporto anche il commento appropriato di tau sulla tragedia e la scarsa solidarietà. La poca compassione (cum patior = soffro con) che caratterizza questa nostra società ci interroga tutti.Tremende sono anche le frasi del Vangelo di Matteo (25,31-45)

PADOVA - I figli disabili "costretti" dalla loro situazione fisica a vegliare per tre giorni il padre suicida. È accaduto ad Abano Terme (Padova) e questa volta non c'entra la crisi economica. È una storia di ordinaria disperazione e solitudine sociale quella che ha portato un'anziano antiquario a togliersi la vita.
L'uomo si è ucciso impiccandosi nel laboratorio al piano terra della sua abitazione, e i due figli disabili, che erano la sua unica preoccupazione, non hanno potuto che attendere che qualcuno venisse a soccorrerli, forse per tre giorni. Il 71enne ha espresso il dolore per un'esistenza che ormai non tollerava più, con la preoccupazione sempre più grande per il futuro dei figli, in una lettera lasciata ai parenti: «non pensate a me, non voglio un funerale, abbiate solo cura dei miei figli».
L'artigiano aveva perso la moglie una decina d'anni fa. Il corpo è stato scoperto da una sorella, avvisata da un collega dell'uomo che da qualche giorno non aveva più visto l'amico al lavoro. Sulla salma sarà eseguita l'autopsia. Il 71enne potrebbe essersi ucciso tre giorni prima della scoperta del fatto, dato che uno dei figli dell'uomo, inconsapevole di quanto era avvenuto, ha detto che non mangiava da allora.

Domenica 13 Maggio 2012 - 13:07    Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Maggio - 15:22
Solidarietà...riscopriamo la solidarietà
Davanti a qs. notizie non c'è altro da dire: riscopriamo la solidarietà fra famiglie, vicini, parenti...talvolta non servono le parole serve anche una mano che non sempre vuol dire denaro, oramai sembra che solo i soldi possano alleviare i problemi...no talvolta solo il dire dai ci penso io a qs tua preoccupazione può aiutare...se magari qualcuno avesse detto a qs uomo dai bado io un paio d'ore ai tuoi figli prenditi un pò di tempo per te...avrebbe sentito magari un pò d'amore vicino e forse avrebbe trovato la forza di andare avanti...ma orami siamo tutti chiusi in noi stessi e nei nostri problemi gli altri non esistono più esisto io....riscopriamo la solidarietà e allora uscire mo da qs vuoto e torneremo a essere uomini e donne.

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