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sabato 13 ottobre 2012

Amici di San Camillo: Spettacolo teatrale



Ricevo dall'amico e presidente dell'Associazione Amici di San Camillo, Gabriele Pernigo e dall'amica volontaria Andreina Celli, la locandina che volentieri posto nel blog. E' un invito a partecipare allo spettacolo che si terrà venerdì 26 ottobre, alle ore 21, presso il Teatro don Bosco, via Camillo de Lellis, 4, dal titolo: 1915-1918, un uomo una donna, epistolario di guerra della Val Posina.
L'Associazione Amici di San Camillo è stata costituita nel 1998, opera, per statuto, quale organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) ed è iscritta al Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato con il n° PD 0462 e al Registro Comunale delle Associazioni di Padova con il n° 1127.
Essa si ispira all'opera e all'insegnamento di San Camillo de Lellis che invitava ad avere per gli ammalati “la stessa cura che una madre ha verso il suo unico figlio infermo”
I volontari dell'Associazione offrono sostegno in situazioni problematiche e di disagio connesse con la sofferenza, la malattia e la solitudine. Sono preparati ad affrontare le diverse situazioni, grazie a corsi di formazione che ne garantiscono la professionalità, la competenza e la serietà. L'Associazione opera con i suoi volontari in diversi ambiti, come descritto nelle pagine che seguono.
Si legge nella locandina: Questo spettacolo nasce lontano nel tempo e nello spazio. Siamo negli anni della Grande Guerra: un fante in trincea sul fronte del Carso e la moglie profuga in un paese del vicentino si scrivono. Raccontano e si raccontano: le difficoltà quotidiane, gli avvenimenti che li coinvolgono, le speranze, l'angoscia, le attese. Le parole scritte sono l'unico modo possibile per non perdersi e per tenere in vita il loro amore. L'epistolario è molto esteso: conta più di 500 lettere in un arco di tempo di quasi quattro anni e, cosa rara, è giunto a noi quasi intatto. Ha dunque il sapore di un dono: queste lettere hanno visto le tragedie del Carso, sono state tra le mani tremanti di un soldato in trincea, amate e desiderate tra i pidocchi ed il colera, spesso vicine alla morte. E sono state accolte da una giovane donna che ha vissuto la fatica e le privazioni della guerra dall'altra parte, quella dei civili bambini, vecchi, donne  ed è stata costretta ad adattarsi a cambiamenti radicali e dolorosi. Sono lettere dalla scrittura incerta, profondamente intrisa di forme popolari e dialettali. Sono il tentativo spesso faticoso di esprimere in lingua italiana ciò che abitualmente veniva espresso in dialetto. Per questo, per capirle a fondo, ci è sembrato importante restituire loro l'oralità perduta attraverso una lettura ad alta voce.
Ne verranno lette ed ascoltate solo una piccola parte. La scelta non è stata facile: ogni eliminazione può modificare la trama complessa dei sentimenti che tutte racchiudono.
Inevitabile e imbarazzante anche avvertire quasi un senso di intimità violata. Abbiamo superato queste difficoltà solo perché profondamente convinti che offrirne la lettura rappresentasse un'occasione unica di conoscenza di uno spaccato di storia umana.


Giorgio Havis Marchetto ha raccolto queste lettere e le ha pubblicate nel libro: '1915-1918 Un uomo, una donna', Edizioni Meridiano zero.
L'entusiasmo e la collaborazione dell'associazione musicale "Coristi per caso" hanno reso possibile la presente rappresentazione.
Associazione musicale "Coristi per Caso".
Un sodalizio canoro nato 5 anni fa e che ora raccoglie quasi 50 persone, cresciuto nell'ambito del Centro educazione permanente adulti della scuola Valeri di Padova. A dirigerlo, da tre anni, il Maestro Alejandro Saorìn Martinez. Passione ed entusiasmo non fanno difetto ai Coristi per Caso, infatti, l'idea di uno spettacolo tratto dal libro di Giorgio Havis Marchetto ha subito trascinato tutti, al punto che l'associazione, oltre a cimentarsi sul palco, si è fatta anche promotrice dell'intero progetto.
Nel corso dello spettacolo il coro eseguirà cinque brani tutti armonizzati dal Maestro Alejandro Saorin Martinez
Alejandro Saorin Martinez, Musicista argentino diplomato in didattica della musica e direzione corale. Compositore e autore, ha lavorato in Argentina e in Europa come trombettista, come direttore e maestro preparatore di coro.

Una delle canzoni cantate dal coro s'intitola: Ninna nanna della guerra.
Il testo è una poesia pacifista scritta da Trilussa nell'ottobre 1914. E'stata raccolta sul campo tre volte, ricordata da torinesi come cantata durante la prima guerra mondiale, mentre da Torino partivano le tradotte dei soldati, o in trincea, su una melodia che aveva la propria matrice in una vecchia canzoncina piemontese intitolata "Feramiù" (ossia rottamaio ambulante).  E' un testo sarcastico che colpisce al cuore: dentro alla dolcezza di una ninna nanna, ogni parola è una denuncia contro i potenti della guerra.
Per sentire la canzone nella versione cantata da Baglioni, clicca qui.

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna,
dormi dormi, cocco bello,
se no chiamo Farfarello,
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone
Gujermone e Cecco Peppe
che s'aregge co' le zeppe:

co' le zeppe de un impero
mezzo giallo e mezzo nero;
ninna nanna, pija sonno,
che se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno,
fra le spade e li fucili
de li popoli civili.

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che comanna,
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza,
o a vantaggio de una fede,
per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo
ar sovrano macellaro;
che quer covo d'assassini
che c'insanguina la tera
sa benone che la guera
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le borse.

Fa la ninna, cocco bello,
finché dura 'sto macello,
fa la ninna, che domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima,
boni amichi come prima;
so' cuggini, e fra parenti
nun se fanno complimenti!

Torneranno più cordiali
li rapporti personali
e, riuniti infra de loro,
senza l'ombra de un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la pace e sur lavoro
pe' quer popolo cojone
risparmiato dar cannone.

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