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venerdì 12 ottobre 2012

Dialogo intergenerazionale: una giornata a Venezia


L’Unione europea ha proclamato il 2012 «Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni», con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica al contributo che le persone anziane possono dare alla società e sollecitare i responsabili politici e le parti interessate a intraprendere azioni multidimensionali e integrate volte, da un lato, a migliorare le possibilità di invecchiare restando attivi e, dall’altro, a potenziare la solidarietà tra le generazioni. Molte sono state le iniziative che hanno ricordato l'evento in tutti i paesi europei.  Segnaliamo in particolare la Settimana dell'Anziano tenutasi a Padova dal 7 al 12 maggio 2012 e la nascita dell'Associazione Invecchiamento Attivo e della Solidarietà Intergenerazionale (I.A.S.I.).
Aula Magna Cà Dolfin
Soprattutto per questo motivo, su invito della dott.ssa Barbara Baschiera, mi sono recato lunedì 8 ottobre a Venezia per partecipare al mattino presso l'Aula Magna "Silvio Trentin", di Cà Dolfin (Cà è l'abbreviazione che i veneziani usano per indicare la casa, specialmente delle famiglie nobili) al Convegno promosso dal CISRE e dall'Università Ca' Foscari di Venezia - Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali - dal titolo "Invecchiamento attivo - Nuove sfide formative e politiche inclusive". Il Convegno a cui hanno partecipato il mondo della ricerca, delle istituzioni, del lavoro e delle parti sociali ha affrontato il tema dell’invecchiamento attivo come chiave per la definizione di nuove politiche orientate a potenziare tanto l’inclusione che l’equità sociale in una prospettiva di solidarietà generazionale. Ci ha colpito la bellezza dell'Aula Magna intitolata a Silvio Trentin (San Donà di Piave, 11 novembre 1885 – Monastier di Treviso, 12 marzo 1944)  partigiano e giurista italiano, docente universitario di diritto amministrativo.
L’Aula Magna Silvio Trentin è un’ampia sala cinquecentesca, situata al primo piano dell’omonimo palazzo. Si tratta di uno spazio grande e suggestivo, con soffitti e pareti impreziositi da affreschi di scuola tiepolesca, medaglioni con figure allegoriche, lampadari di Murano e specchiere. Un tempo la sala ospitava dieci tele a soggetto storico di Giambattista Tiepolo, ora esposte al museo Hermitage a San Pietroburgo.
Sono andato al Convegno con 5  dei 17 studenti dell'IIS "Leonardo da Vinci" che effettuano l'alternanza scuola/lavoro presso l'Associazione IASI: Ilaria, Nicole, Arianna, Alice e Marco. Sono tutti maggiorenni, simpatici e interessati a conoscere nuove esperienze.
Abbiamo ascoltato gli interventi del prof. Umberto Margiotta Direttore del CISRE- Università Ca’ Foscari Venezia e quelli della prima sessione del mattino dal titolo "Gli anziani come risorsa di apprendimento intergenerazionale" moderata dal prof. Fiorino Tessaro - Università Ca’ Foscari Venezia che ha affrontato il tema "La natura dell’apprendimento intergenerazionale". Sono poi intervenute: la prof.ssa Ivana Padoan - Università Ca’ Foscari Venezia su "Riflessività e capacitazione: risorse “naturali” dell’invecchiamento"; la dott.ssa Barbara Baschiera - Università Ca’ Foscari Venezia su "Costruire l’invecchiamento attivo. Apprendimento intergenerazionale e strategie formative" e  Rosita Deluigi - Università di Macerata "Apprendere fra generazioni e culture: la sfida delle identità comuni e comunicabili".
Per le attività intergenerazionali della dott.ssa Barbara Baschiera visitate: "A.L.I.C.E's Blog Adults Learning for Intergenerational Creative Experiences", il sito dell'Istituto Comprensivo don Lorenzo Milani di Venezia (località Gazzera) e il blog dei nonni del Laboratorio Terza Età Protagonista “Agorà” di Padova.

"Piazza San Marco verso la Basilica" è un dipinto autografo di
Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, realizzato nel 1735-40
Al pomeriggio erano previste due tavole rotonde, ma avendo scoperto che due ragazze non erano mai state in piazza S. Marco e che gli studenti erano stanchi ho preferito accompagnarli nella famosa piazza, una delle più importanti in Italia, rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza e integrità architettonica.
Prima di arrivare nella Piazza abbiamo mangiato un panino e bevuto una coca, i prezzi a Venezia variano molto da posto a posto, abbiamo cercato quindi di non farci "imbrogliare". Abbiamo scoperto che più ti avvicini a S. Marco, più i prezzi aumentano. Pur essendo lunedì la piazza era stracolma di persone, c'era una fila lunghissima  che aspettava il turno per accedere all'interno della Basilica. Abbiamo desistito dal visitarla, ci siamo seduti sulle passerelle che servono per spostarsi in caso di acqua alta, per osservare la Piazza, la facciata della Basilica, il Palazzo Ducale, il Campanile e per indovinare la nazionalità delle persone che vi transitavano, operazione alquanto complessa vista l'eterogeneità multirazziale e multiculturale dei passanti. Per vedere l'immagine della piazza a 360°, clicca qui.

Questo post vuole essere un esempio di come si dovrebbe relazionare a scuola dopo una visita guidata. Si legge nel sito dell'Associazione Piazza San Marco: Ci piacerebbe che tutti gli ospiti dell’area marciana potessero provare quelle emozioni che Thomas Mann fa rivivere nelle impressioni del protagonista di La morte a Venezia “…l’area meraviglia del Palazzo Ducale e il Ponte dei Sospiri, le due colonne con leone e il santo, il fianco sfarzoso e splendente del tempio favoloso, lo scorcio dell’arco e dell’orologio coi Mori, e contemplando si disse che giungere a Venezia col treno, dalla stazione, era come entrare in un palazzo dalla porta di servizio, e che solo per nave, come aveva fatto lui questa volta, bisognava giungere nella più inverosimile delle città…”.  
Noi non potevamo arrivare per nave, per via dei costi, come ha fatto lo scrittore tedesco Thomas Mann (Lubecca, 6 giugno 1875 – Zurigo, 12 agosto 1955), premio Nobel per la letteratura nel 1929, una delle figure di maggior rilievo della letteratura europea del Novecento. Eravamo lo stesso contenti, anche se siamo entrati dalla porta di servizio, come afferma lui.
Con l'aiuto di wikipedia ecco alcune note storiche su Piazza San Marco (Ho chiesto agli studenti chi era S. Marco: non tutti sapevano che era uno dei quattro evangelisti). Cuore, come detto, dello Stato veneziano, la piazza ha sempre seguito la vita e i costumi della città. Il Palazzo Ducale era sede del governo e delle supreme magistrature della Repubblica, nonché prigione. Tra le due colonne di Marco e Teodoro avvenivano invece le esecuzioni capitali, mentre dalla Pietra del Bando erano annunciate le leggi e i decreti, poi affissi sulla Porta della Carta. La Basilica era invece il centro delle cerimonie religiose di Stato grazie alla presenza delle preziose reliquie e della sua funzione di cappella ducale, in un sistema nel quale in 'bogie era capo della chiesa veneziana e riservava il diritto alla nomina dei vescovi. Il potere e la ricchezza della chiesa di San Marco erano tali che essa aveva un proprio vescovo, distinto da quello della città e dal patriarca, il Primicerio e che appositi magistrati i Procuratori di San Marco ne amministravano con carica vitalizia il patrimonio, risiedendo nelle Procuratie. La Loggetta era posto di guardia degli arsenalotti durante le sedute del Maggior Consiglio, mentre l'attuale Palazzo Patriarcale era sede del salone per i pranzi e le feste del Senato. L'ampia piazza era sede di processioni e tornei, di fiere e mercati, nel cortile del palazzo si tenevano cacce ai tori. Nel settecento comparvero il carnevale e i caffè, poi dopo la caduta della Repubblica giunsero la sede patriarcale e il Palazzo Reale, prima di Napoleone, poi degli Asburgo e infine dei Re d'Italia. Infine la musealizzazione con l'apertura del Civico Museo Correr.
Abbiamo visto il più antico caffè italiano, uno dei simboli della città lagunare. Inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome di “Alla Venezia Trionfante”, fu ben presto ribattezzato dagli avventori "Floriàn", dal nome del proprietario nel dialetto veneziano. Da allora ad oggi ha proseguito ininterrottamente la sua attività quotidiana di caffè divenendo meta privilegiata di veneziani, italiani e stranieri. Non abbiamo avuto il coraggio di bere il caffè, sicuramente non costava 1€ come nei bar di Padova o Venezia (esclusa piazza S. Marco).
In quel caffè Giacomo Casanova vi corteggiava le dame e Carlo Goldoni vi entrò ragazzo. Lo frequentarono illustri personaggi come Gasparo Gozzi, Giuseppe Parini, Silvio Pellico, Lord Byron, Ugo Foscolo, Charles Dickens, Goethe, Rousseau, Gabriele d'Annunzio (i ragazzi conoscono una parte di questi personaggi).
Abbiamo osservato con attenzione il campanile di San Marco, crollato il 14 luglio 1942, uno dei simboli della città di Venezia. I veneziani lo chiamano affettuosamente El parón de caxa (Il padrone di casa).
Alto 98,6 metri è uno dei campanili più alti d'Italia. Si erge, isolato, in un angolo di piazza San Marco di fronte alla basilica. Di forma semplice, si compone di una canna di mattoni, scanalata, avente un lato di 12 metri e alta circa 50 metri, sopra la quale si trova la cella campanaria, ad archi. La cella campanaria è a sua volta sormontata da un dado, sulle cui facce sono raffigurati alternativamente due leoni andanti e le figure femminili di Venezia (la Giustizia). Il tutto è completato dalla cuspide, di forma piramidale, sulla cui sommità, montata su una piattaforma rotante per funzionare come segnavento, è posta la statua dorata dell'arcangelo Gabriele. La base della costruzione è impreziosita, dal lato rivolto verso la basilica, dalla Loggetta del Sansovino.
Abbiamo poi ammirato dal Ponte della Paglia, il Ponte dei Sospiri. Gli è stato attribuito questo nome perché la leggenda vuole che, ai tempi della Serenissima, i prigionieri, attraversandolo, sospirassero davanti alla prospettiva di vedere per l'ultima volta il mondo esterno. La leggenda però è totalmente priva di fondamento, anche perché dall'interno del ponte la visuale verso l'esterno è pressoché nulla. Il termine sospiri sta ad indicare solamente l'ultimo respiro che i condannati emettevano nel mondo libero perché una volta condannati nella Repubblica dei Dogi non si poteva tornare indietro.
Passando in mezzo alle colonne di San Marco e San Tòdaro, sono due alti affusti in marmo e granito, posti all'ingresso dell'area marciana verso il molo e il bacino San Marco, abbiamo intrapreso la strada di ritorno verso la stazione. Le colonne sono sormontate dalle statue dei patroni della città: San Marco Evangelista e San Tòdaro (nome veneziano del bizantino San Teodoro di Amasea).
Nelle vicinanze della piazza ci sono alcuni negozi di griffe famose. Abbiamo controllato quanto costano, quasi tutti i capi di abbigliamento hanno prezzi che sono superiori, a volte di molto, allo stipendio o alla pensione dei genitori degli studenti (borsa di coccodrillo 3.000€). Gli studenti mi hanno posto la domanda: Chi li può acquistare questi capi di abbigliamento? Ho risposto:In Italia ci sono molte persone che si possono permettere l'acquisto di indumenti firmati. Ma ricordatevi sempre il detto: "L'abito non fa il monaco". Leggete il libro "Avere o Essere" del sociologo tedesco Erich Fromm. Egli propone all'uomo la scelta netta tra due categorie, due progetti di vita: o quello dell'avere, dominante nella società dei consumi, o quello dell'essere, della realizzazione dei bisogni più profondi dell'uomo.  Nell'avere l'uomo possiede sì le cose ma è anche posseduto da esse e la sua identità personale, il suo equilibrio mentale si fondano nel possedere le cose. L'uomo che si riconosce nel modello esistenziale dell'essere non è più alienato (estraniato, avvilito, demotivato, depresso, frustrato, prostrato), è protagonista della propria vita e stabilisce rapporti di pace e di solidarietà con gli altri. Sono andato con la memoria al mercato del sabato in Prato della Valle a Padova, altri prezzi, altre persone, altri modi di concepire la vita!
Ritornando verso la stazione, ci siamo imbattuti per caso, si trova lungo il percorso, nelle due sedi della Contini Art Gallery. Nella prima abbiamo ammirato una colonna in bronzo di Arnaldo Pomodoro, considerato uno dei più grandi scultori contemporanei italiani, molto noto ed apprezzato anche all'estero, fratello del noto scultore Giò Pomodoro. La seconda era una scultura di Fernando Botero pittore e scultore colombiano. Le opere di Botero sono considerate icone dell’arte moderna da tutti i più grandi esperti a livello mondiale che lo considerano come il più importante artista sud americano vivente. Abbiamo chiesto alla bellissima, altissima e biondissima guida della galleria quanto costavano quelle opere. Guardandoci dall'alto in basso e con aria di chi pensa che invece di apprezzare l'opera mi chiedono il prezzo, ci ha risposto: L'opera di Pomodoro 700.000€ e quella di Botero 400.000€. Chiedo agli studenti: Secondo voi ci sono persone che possono spendere tanto?   Mi rispondono: Ci sono, ci sono, professore!
Sono rimasti più interessati e incuriositi, però, nel visitare la seconda galleria Contini, dove erano esposte alcune opere di Giuseppe Veneziano, un pittore a noi sconosciuto.
E' scritto nel sito affaritaliani.it: Un filo fortemente sarcastico percorre tutta la produzione artistica di Veneziano: dai ritratti del poeta francese Charles Baudelaire a quello della pornodiva Cicciolina, dai protagonisti del mondo della musica come Vasco Rossi e Jim Morrison, ad artisti come Salvator Dalì e Maurizio Cattelan, fino ad arrivare a personaggi di fantasia come l’Uomo Tigre, la Pantera Rosa e l’Uomo Ragno. Nel 2006 fece molto discutere l’opera raffigurante la testa mozzata di Oriana Fallaci, spiegata dall’artista come ‘bisogno di un personaggio che rappresentasse l’Occidente e le sue preoccupazioni. (…)Ritratti che nascono da una riflessione sul nostro tempo a toni scandalistici grazie ad accostamenti di personaggi molto differenti tra loro, tra fantasia e realtà. Un’arte influenzata dai mass media, dai cartoni animati e dai fumetti, che sdrammatizza e ironizza scontrandosi con la morale comune e incontrando il favore di molti addetti ai lavori come critici e curatori. 
Abbiamo chiesto ad una signorina meno appariscente della prima: Quanto costano le opere provocatorie di Giuseppe Veneziano? Ci ha risposto: Tre/quattro milla euro un disegno o un acquarello e 40.000€ un quadro, abbiamo l'esclusiva mondiale delle sue opere.  Riflettiamo: è il triplo di quello che guadagnano in un anno alcuni genitori degli studenti, un paio sono in mobilità. Così va il mondo!! Ma come siamo banali noi studenti dei tecnici (io) e dei professionali (loro), a chiedere i costi delle opere!! Ecco ragazzi come si diventa famosi e come le opere salgono di prezzo, bisogna provocare!! Questo vale non solo nella pittura ma anche in altri campi. Diffidiamo però da coloro che provocano per guadagnare più soldi e non per migliorare la Società!
Trovo in rete che ogni artista ha un suo coefficiente di riferimento. Il coefficiente, detto anche parametro, è un valore aritmetico che aiuta a determinare il prezzo di mercato dei lavori di un artista.
Per calcolare il prezzo di mercato di un’opera, occorre sommarne base ed altezza, moltiplicare il risultato per il coefficiente dell'artista e, infine, aggiungere uno zero. Ad esempio, un dipinto di dimensioni 100x80 cm di un artista con parametro 2 avrà un prezzo di mercato di 3.600 €, così ottenuto: (100+80) x 2 = 360; a cui si aggiunge, da ultimo, uno zero.
Va precisato che si tratta di un meccanismo utile, ma puramente indicativo. Altri elementi sono infatti rilevanti per stabilire il giusto prezzo di un’opera, quali, ad esempio: epoca, qualità, soggetto, rilevanza nella produzione artistica dell’autore.
Chi stabilisce il coefficiente dell'artista? Il coefficiente viene stabilito dalle gallerie, d’accordo con gli artisti, sulla base della solidità dell’artista (suo curriculum, personali e collettive, premi e riconoscimenti, acquisizioni museali, recensioni critiche, pubblicazioni) ed il suo andamento sul mercato (liquidità e richiesta di opere, aggiudicazioni in asta). Il coefficiente di Giuseppe Veneziano,  ho trovato in rete, vale 13. 
Le gondole sono una caratteristica di Venezia, conosciuta in tutto il mondo. Ha chiesto Ilaria al gondoliere: Quanto costa fare un giro in gondola?  Risposta del gondoliere: Per un max di sei persone e per un bel giro, 100€ . Replica Ilaria : Sarà per un'altra volta caro gondoliere, mi farò portare dal "moroso" .
Un po' stanchi per il lungo cammino, è sempre affascinante camminare per Venezia, arriviamo, attraversando il Canal Grande sul nuovo ponte di Calatrava, ovvero il ponte della Costituzione (alcuni studenti non lo conoscevano e non sapevano la storia tormentata del Ponte), alla stazione di Santa Lucia e da qui, con un treno regionale, alla stazione di Padova.
Grazie carissime Ilaria, Arianna, Alice, Nicole e carissimo Marco, ho trascorso una bella giornata con voi. Ho imparato che nonostante la differenza di età, potrei essere vostro nonno, si può dialogare, comunicare e apprendere. Carissimi studenti, ho appreso da voi che si accontenta gode, che non siete invidiosi di chi possiede di più, di chi veste griffato. La mia esperienza e la vostra spontaneità, freschezza, simpatia e visione della vita ci arrichiscono vicendevolmente.(Ultimo aggiornamento, sabato 13 ottobre 2012)

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