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giovedì 26 gennaio 2012

Alzheimer, in Svizzera la città dei senza memoria.

L'amica e volontaria Luisa, già presidente dell'Associazione Alzheimer di Camposampiero, mi segnala l'articolo di Cinzia Sasso su Repubblica del 25 gennaio 2012 dal titolo: Alzheimer, in Svizzera la città dei senza memoria.
 

Wiedlisbach
SEMBRA il paese del Grande Fratello. Non una, ma 23 case fasulle. Arredate con mobili antichi, ornamenti d'antàne giochi di legno che solo chi ha memoria può ricordare. Wiedlisbach, Svizzera tedesca, non distante da Berna: nascerà qui, in questa valle di contadini e boscaioli, a 500 metri di altitudine, il paese di chi non ha più un presente, perché la sua vita è legata solo al passato. I detrattori, senza alcuna diplomazia, l' hanno già battezzato Dementiaville. Sarà il paese di malati di Alzheimer: una prigione dorata costruita solo per loro, a immagine e somiglianza della loro oscura malattia. Vivranno dentro un Truman Show con peluche, cavalli di legno, porte aperte e giardini a disposizione, anche se hanno ottant' anni.
E invece che il camice bianco, i loro infermieri saranno vestiti da giardinieri, parrucchiere, commesse, come se fossero a una mascherata. Il progetto è stato appena approvato e già ha suscitato un forte dibattito: è giusto creare per i malati un mondo parallelo? Ed è utile questa ricerca di una finta normalità? Serve ai malati credere che la realtà sia quella che loro ricordano, cioè quella datata della loro giovinezza? Markus Vögtlin, l' imprenditore svizzero che ha destinato 20 milioni di euro alla nuova città, ritiene che questa sia la giusta risposta a un problema sanitario che è sempre più anche un dramma sociale. Se in Svizzerai malati di Alzheimer sono 100mila, nel mondo sono un esercito di 18 milioni di persone e in Italia i colpiti dalla sindrome della demenza senile sono almeno 600mila. Numeri destinati a crescere in tutto il primo mondo, con l' eccezione dell' India, dove l' incidenza è di un decimo rispetto a quella dei paesi sviluppati. Il villaggio di Wiedlisbach potrà ospitare 150 persone, distribuite a gruppi di sei nelle casette costruite in stile Anni ' 50, a immagine e somiglianza di quanto già esiste da tre anni in Olanda, ad Hogewey, nei sobborghi di Amsterdam, dove il ricovero costa cinquemila euro al mese e dove, secondo Vögtlin, che è andato a studiare quell' esperienza, gli anziani malati hanno trovato una risposta ai loro disagi. Lì - su YouTube numerosi filmati ritraggono l' interno di una giornata - sono stati addirittura costruite case di due tipologie, una di stile urbano e una country. Spesso, ha raccontato l' imprenditore al Tages-Anzeiger, la malattia li trasforma in persone stanche, svogliate e aggressive: «Là invece - ha detto - ho trovato uomini e donne rilassati e contenti». Se hanno difficoltà a ricordare il presente, mentre hanno una memoria ferrata sul passato, per farli sentire meglio basta insomma farli tornare indietro nel tempo. L' Alzheimer è una malattia degenerativa progressiva, causata dalla morte dei neuroni, cioè le cellule del cervello. Accade che non sia più possibile fissare nuove informazioni - neppure banali, tipo ricordarsi di avere bevuto il caffè, o di essersi lavati i denti, o di avere parlato con qualcuno - e che progressivamente l 'unico mondo reale resti quello legato al passato. Se la fase iniziale è un lieve decadimento cognitivo, con amnesie che all' inizio possono attribuirsi anche alla vecchiaia, via via la malattia si trasforma in un pericolo, con il paziente che rischia di perdersi anche nella sua stessa casa, di finire sotto un tram, di lasciare aperto il rubinetto del gas, e che diventa apatico oppure aggressivo. Spiega Elio Scarpini, neurologo del centro Dino Ferrari del Policlinico di Milano: «La gestione di un malato di Alzheimer è pesantissima, ma direi che più che gli aspetti architettonici è importante la preparazione del personale. Questo progetto mi sembra un po' un'americanata, credo che i veri bisogni di questi pazienti e dei loro familiari siano altri. Più che creare un piccolo mondo dorato e finto, ha senso occuparsi dell' assistenza domiciliare». Brigitta Martensson, della Swiss Alzheimer Association, giudica il progetto di Wiedlisbach una buona cosa per le persone che vivono uno stato avanzato della malattia: «Vivere liberi in spazi riconosciuti - dice - consente di vivere senza ansia». Il Truman Show può iniziare. Anche se alla fine, in fondo, questa città da Grande Fratello non è molto diversa da una grande clinica specializzata.

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