Premetto che le riflessioni
che vado ad esporre non vanno generalizzate, non sono dettate da spirito
polemico ma da amore per la Verità e per il Volontariato e vogliono
essere un contributo per miglioramento e il cambiamento, in primis per
chi scrive e poi per gli altri, in particolare per coloro che dichiarano di ispirarsi al Vangelo. Ho
sempre presente la frase riportata da Luca (6,41): "Perchè guardi la
pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della
trave che è nel tuo occhio?". Quindi cercherò di non esprimere giudizi,
ma fatti e opinioni personali.
Venerdì sono stato al CSV per conoscere dall'ottima Alessandra la
procedura da seguire per avere dall'Agenzia delle Entrate il codice
fiscale e la registrazione della nuova Associazione "Invecchiamento Attivo e Solidarietà intergenerazionale" ( I.A.S.I.). Ho raccontato
all'amico Sandro, di cui apprezzo l'impegno per il Volontariato, le
motivazioni che secondo me hanno portato alla fuoriuscita dell'AVO
Padova da "Pronto Anziano".
Prioritaria, a mio avviso, è stata la
divergenza su come rispondere e gestire le richieste telefoniche. In
secondo luogo c'è stata incomprensione verso il mio impegno (ho dedicato
a Pronto Anziano centinaia e centinaia di ore): secondo alcuni, non lo
facevo per servizio. Terzo, i dirigenti AVO hanno creduto poco in
Pronto Anziano e demotivavano i volontari, invece di sostenerli; ne è
prova il fatto che quasi tutti i volontari AVO si sono ritirati. Quarto,
l'AVO pur avendo ricevuto per due anni un contributo di circa 10.000€
per anno dal CSV, a Pronto Anziano ha dato poco (spese per la
pubblicità) e non ha mai rendicontato ai volontari come ha speso questa
elargizione che quest'anno non è stata assegnata. L'unica testimonianza
dell'AVO in Ufficio a Pronto Anziano è una vecchia stampante che ora ci
viene chiesta in restituzione. Lo faremo appena saremo in grado di
acquisirne una; il computer e la stampante sono importanti per fare
ricerche in internet sui servizi offerti agli anziani da strutture
sanitarie e dai comuni e poi poterle stampare.La risposta di Sandro a queste
informazioni è stata (in padovano-napoletano): "Sai Giovanni cosa dicono
a Napoli? A Giovà, quanto tempo pensi de campà?". Io l'ho tradotta
così: "Giovanni, ti rovini la salute, datti una calmata, la vita è
breve; così va il mondo, prendila con filosofia, compratevi una
stampante nuova, i napoletani vivono meglio perchè hanno questa
mentalità".
Mai espressione poteva essere più azzeccata per uno che a giudizio dei medici, a causa di un K allo stomaco, grading 4, ha zero probabilità di sopravvivere ai cinque anni. Escludo che Sandro me l'abbia detto pensando alla mia patologia. Mi interessa però dissertare sul volontariato perché lo considero un bene importante per la società.
Perché è difficile fare il volontario? Quali sono le motivazioni che portano le persone ad aderire ad una associazione di volontariato, a dedicarsi al volontariato? Come agisce e cosa fa il volontariato? Chi sono i volontari e quali sono i valori che li caratterizzano? Perché essere volontari oggi?
Mons. Giovanni Nervo in apertura del suo volume "Ha un futuro il volontariato?" espone 2 no (mi permetto di aggiungerne altri ) e 6 sì per essere volontari (mi permetto di commentarli).
Non essere volontari per:
Concludo inserendo due slide sui valori che ho sempre sostenuto essere alla base del Volontariato, essi non vanno declamati ma testimoniati.
Mai espressione poteva essere più azzeccata per uno che a giudizio dei medici, a causa di un K allo stomaco, grading 4, ha zero probabilità di sopravvivere ai cinque anni. Escludo che Sandro me l'abbia detto pensando alla mia patologia. Mi interessa però dissertare sul volontariato perché lo considero un bene importante per la società.
Perché è difficile fare il volontario? Quali sono le motivazioni che portano le persone ad aderire ad una associazione di volontariato, a dedicarsi al volontariato? Come agisce e cosa fa il volontariato? Chi sono i volontari e quali sono i valori che li caratterizzano? Perché essere volontari oggi?
Mons. Giovanni Nervo in apertura del suo volume "Ha un futuro il volontariato?" espone 2 no (mi permetto di aggiungerne altri ) e 6 sì per essere volontari (mi permetto di commentarli).
Non essere volontari per:
- riempire i vuoti e sostituire le inadempienze delle istituzioni pubbliche;
- diminuire i costi dei servizi che le istituzioni pubbliche hanno il dovere di garantire ai cittadini;
- avere e non per essere (Giovanni);
- ambizione, interessi economici e partitici (Giovanni);
Essere volontari per:
- affermare i valori dell'uomo (aggiungo che la fonte dei valori non può che essere in via prioritaria la Costituzione);
- portare nei servizi alla persona un supplemento d'amore;
- rispondere prontamente ai bisogni emergenti che non sono ancora presenti nella coscienza pubblica, nella normativa, nella destinazione delle risorse (...) questo è il ruolo più antico e più specifico del volontariato;
- stimolare le istituzioni a rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini, sia con la formulazione delle leggi nazionali e regionali, sia con l'attuazione dei servizi, sia con il buon funzionamento delle istituzioni e dei servizi;
- diffondere capillarmente la cultura della solidarietà;
- trasferire e vivere nei normali rapporti di lavoro i valori appresi e vissuti nell'esperienza di volontariato;
Concludo inserendo due slide sui valori che ho sempre sostenuto essere alla base del Volontariato, essi non vanno declamati ma testimoniati.
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