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sabato 30 luglio 2011

Ho un figlio bipolare: chi mi può aiutare?

La malattia psichiatrica, diversamente da tutte le altre malattie - dice il prof. Cesare Dal Palù presidente dell'Associazione Minerva - sovente viene tenuta nascosta per paura dello stigma e curata clandestinamente. Anziché rivolgersi agli psichiatri più preparati, purtroppo spesso ci si affida ai consigli di medici generici o addirittura consigli di conoscenti, in una sorta di pericolosa automedicazione.
Ci sono famiglie con persone anziane che oltre ai problemi personali propri dell'età devono affrontare anche problematiche importanti legate alla presenza di familiari con disturbi mentali.
Una mamma (chissa perchè sono sempre le mamme a farsi carico  dei figli con disturbi mentali) che vive sola e senza altri figli che la possano aiutare, telefona dicendo che ha un figlio quarantenne che soffre di disturbo bipolare.
Ci chiede: Ci sono associazioni che mi possono aiutare? Non ce la faccio più!
Gli aiuti possono venire, per chi abita nella zona di competenza dell'ULSS 16 di Padova, dall'Area salute mentale dell'ULSS 16, che ha sede: 35131 PADOVA, Via Scrovegni, 14 - tel. 049/8214023.
Interpellare inoltre l'Associazione "Minerva" con sede a Padova (vedi sotto).

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Abbiamo segnalato alla signora il sito dell'Associazione Minerva  http://www.associazioneminerva.net/ che ha Sede: via Ponte Molino, 3 - 35137 Padova, Cell. 3487656698,  Fax: 049.8210197
Presidente: Prof. Dott. Cesare Dal Palù , Vice-presidente: Dott. Ennio Fortuna, E-mail:  dalpalu@tin.it

Minerva è un'associazione di promozione sociale per la lotta contro il disturbo bipolare.

Cesare Dal Palù
Che cos'è il Disturbo Bipolare? Troviamo nel sito questa importante presentazione del disturbo.
E' una malattia mentale, che assieme alla Depressione maggiore e alla Schizofrenia può raggiungere livelli di tale gravità da rendere completamente invalida una persona.
Fa parte delle patologie dell'affettività in quanto sono l'affettività e l'umore che vengono colpiti. Questi pazienti alternano periodi di umore elevato (che dall'euforia può passare all'eccitazione e alla maniacalità) e di umore basso (che dalla malinconia può passare ad una grave depressione).
E' una delle patologie più frequenti, in quanto colpisce il 3% circa della popolazione in modo grave e un altro 7% in modo meno grave (la schizofrenia è molto meno frequente: 0.7%).
Ne sono colpiti individui giovani dai 15 ai 35 anni. La sintomatologia, se la patologia non viene curata, è presente per tutta la vita, spesso aggravandosi.
Molto spesso si tratta di persone intelligenti, vivaci, creative: famosi scrittori o musicisti o poeti o leaders politici sono stati affetti da forme più o meno gravi di Malattia Bipolare. Nonostante questo aspetto, che fa di questa patologia una delle più interessanti e più studiate in psichiatria, è una malattia che non deve mai essere sottovalutata, perchè può assumere aspetti molto gravi: nelle fasi maniacali,infatti, ci possono essere deliri, allucinazioni, confusione mentale; nelle fasi depressive il paziente può avere pensieri di angoscia e di morte e la malattia, se non curata, porta spesso al suicidio (30% dei casi).
Ne sono colpiti più i maschi che le femmine.
Nei Paesi nordici prevale la depressione, in quelli mediterranei la maniacalità.
Fortunatamente la psicofarmacologia ha messo a disposizione di questi malati farmaci che consentono loro di superare le crisi più gravi, sia di depressione che di mania e di raggiungere una condizione di buon equilibrio. E' in questa fase di equilibrio che assume particolare rilevanza la psicoterapia educazionale, comportamentale, familiare e lavorativa senza la quale il paziente, lasciato a sè stesso, va ineluttabilmente incontro a ricadute.
Al contrario, se ben curati, questi pazienti possono avere una vita molto vicina alla normalità e reinserirsi nella società e nel lavoro. Naturalmente, trattandosi di una malattia a lunga durata, la terapia sia farmacologica che psicoterapica dovrà continuare a lungo e sotto attenta sorveglianza dei medici e dei familiari: questi ultimi devono essere molto coinvolti dai medici nella gestione della malattia e responsabilizzati.

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Riteniamo utile riportare dal sito dell'Associazione "Minerva" anche l'appello che Cesare Dal Palù Professore Emerito di Medicina e Chirurgia, Presidente Associazione Minerva, ha pubblicato nel sito.
Nelle cronache giornalistiche e sui telegiornali sono apparse ripetutamente notizie relative ad episodi di suicidi o di omicidi (a volte omicidi-suicidi) con motivazioni apparentemente futili in famiglie definite normali; si è arrivati a coniare il termine di “famiglie di sangue” (Simonetta Costanzo - F. Angeli ed.). Le statistiche riportano un dato allarmante: le morti in famiglia per fatti del genere superano quelle per delitti di mafia. Cosa sta accadendo oggi in Italia? Certamente ci sono stati grandi cambiamenti nel costume, nella società, nella vita familiare; ma grandi cambiamenti ci sono stati anche nel passato e così scontri generazionali, conflitti familiari, mutamenti dei rapporti di forza nelle famiglie. Dunque che cosa sta accadendo ora? Se si tratta di giovani si è spesso individuata nella droga la causa del gesto insano; per altri casi si è detto che chi aveva commesso tali gesti era in cura presso i Servizi Psichiatrici o si era rivolto al medico di base o ad un neurologo per depressione o comunque si era lamentato per un qualche disagio esistenziale.
Ora, se è ben noto che il suicidio fa parte delle patologie psichiatriche gravi (sottolineiamo gravi), molto meno ne fanno parte l’aggressione e l’omicidio, che tutte le statistiche riferiscono rari. E’ fin troppo evidente pertanto che quando avvengono fatti di cronaca nera in famiglie normali, “per bene” e in cui non vi è una storia psichiatrica conclamata, ci può essere un altro fattore di cui bisogna tener conto.
Negli ultimi trent’anni la psicofarmacologia ha compiuto passi da gigante, cosicché le malattie psichiatriche, opportunamente diagnosticate, hanno potuto godere di trattamenti farmacologici mirati e validi, spesso risolutori. Si è quindi diffusa nella popolazione la convinzione che ogni più piccolo disturbo psichico, in particolare una depressione lieve, possa trovare velocemente soluzione con i farmaci: da cui le richieste pressanti dei pazienti, l’intolleranza nei confronti di melanconie, abbassamenti dell’umore, a volte fisiologici. Di fronte a questa situazione, di molti farmaci a disposizione e di esigenze crescenti della popolazione, molti medici si trovano impreparati: e l’utilizzo da parte loro dei numerosi farmaci in commercio, di non facile uso, ha comportato purtroppo errori anche gravi. Per fare qualche esempio: la sospensione brusca, anziché graduale, di uno psicolettico può causare deliri ed allucinazioni che possono dar luogo a gesti inconsulti (il cosiddetto raptus); oppure un incongruo uso di antidepressivi in una depressione non semplice ma bipolare può scatenare una crisi maniacale incontrollabile fino al compimento di atti violenti. E così via.
Dunque: per tutti i farmaci, ma tanto più per gli psicofarmaci, è indispensabile da parte del medico che li prescrive grande conoscenza ed esperienza, controllo (monitoraggio) frequente dei pazienti e prudenza. E invece: primo per alcuni di questi farmaci la prescrizione è permessa a medici generici e a specializzandi; secondo i malati, una volta prescritta la terapia, vengono controllati a lunghi intervalli (30-45 giorni) da medici spesso diversi: quando invece, per evitare sorprese, sono indispensabili, soprattutto all’inizio del trattamento, controlli ravvicinati, fatti sempre dallo stesso medico che può valutare anche da sintomi lievi la congruità della terapia in atto; terzo: troppo spesso i familiari sono emarginati, poco o nulla informati, quando non addirittura demonizzati quasi fossero la causa del disagio del proprio congiunto: mentre invece potrebbero essere di grande aiuto per lo psichiatra in quell’opera di monitoraggio che, come abbiamo detto, è molto importante; quarto: la psicoterapia comportamentale, educazionale e familiare, di estrema importanza in tutte le patologie psichiche dalle più lievi alle più gravi è, sia nelle ULS che nel privato, eseguita da psicoterapeuti spesso non in comunicazione con lo psichiatra che prescrive i farmaci, venendo quindi a mancare allo stesso molte informazioni utili; ultimo, ma non meno importante: la malattia psichiatrica, diversamente da tutte le altre malattie, sovente viene tenuta nascosta per paura dello stigma e curata clandestinamente. Anziché rivolgersi agli psichiatri più preparati, purtroppo spesso ci si affida ai consigli di medici generici o addirittura consigli di conoscenti, in una sorta di pericolosa automedicazione.


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Dalla pagina web http://it.wikipedia.org/wiki/Psicosi_maniaco-depressiva del sito di Wikipedia riportiamo informazioni sui disturbi dello "spettro bipolare".
I disturbi dello "spettro bipolare", ovvero i quadri clinici un tempo globalmente indicati col termine di "malattia maniaco-depressiva", consistono in sindromi di interesse psichiatrico sostanzialmente caratterizzate da un’alternanza fra le condizioni contro-polari di eccitamento ed inibizione dell'attività psichica. Questa disregolazione funzionale si traduce nello sviluppo di alterazioni dell'equilibrio timico (psicopatologia dell'umore), dei processi ideativi (alterazioni della forma e del contenuto del pensiero), della motricità e dell'iniziativa comportamentale, nonché in manifestazioni neurovegetative (anomalie dei livelli di energia, dell'appetito, della libido, del ritmo sonno-veglia).
Sulla base del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (D.S.M.), i disturbi bipolari comprendono il Disturbo Bipolare di I tipo, il Disturbo Bipolare di II tipo, il Disturbo Ciclotimico e la categoria residua del Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato.
Si ritiene che sia stata individuata sin dai tempi dell'antica Grecia, ma la sua definizione è stata fornita solo nel 1921 da Emil Kraepelin.
Secondo analisi storiche si ritiene che personaggi illustri come Ludwig Boltzmann, Sylvia Plath, George Gordon Byron, Winston Churchill, Napoleone Bonaparte, Giacomo Leopardi, Vincent van Gogh, Friedrich Nietzsche, Kurt Cobain e Jaco Pastorius , Virginia Woolf, soffrissero di tali disturbi.

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