Quando i genitori diventano anziani fragili, cioè hanno pluripatologie (in particolare le demenze), non sono più autosufficienti, non sono più in grado di aiutare i figli (portare i bambini al nido, alla scuola dell'infanzia, alla scuola elementare, in piscina...), nascono problemi di difficile soluzione Anche i volontari di Pronto Anziano ricevono telefonate dello stesso tenore delle mail sotto riportate. Ci chiedono: Quando un anziano va ricoverato in una casa di riposo? Casa di riposo o badante? Quanto costa la retta di una casa di riposo? E lo stipendio di una badante?
Alcuni volontari rispondono con il buon senso in base alle esperienze maturate, altri sostengono che non dobbiamo dare risposte ma informazioni. Sarebbe utile che anche i volontari commentassero questa mail. Trovo nel sito http://www.nienteansia.it/forum/vita-in-famiglia/abbandonare-i-genitori-anziani/10416
questa mail di bridget80:
Spesso sento criticare aspramente quelle persone che affidano i genitori anziani alle badanti o agli ospizi. Mi chiedo però se queste persone siano davvero dei mostri o semplicemente non avevano altra scelta se volevano vivere la propria vita.
Prendete me: i miei mi hanno avuta in tarda età quindi adesso mi ritrovo con dei genitori anziani e malati, sono figlia unica, i miei parenti se ne sono sempre fregati di noi. Io dal canto mio devo ancora costruirmi una vita, trovarmi un lavoro, sposarmi, avere dei figli. Insomma se dovessi passare il tempo appresso ai miei, ai loro problemi di salute, non potrei avere tutto questo, come potrei ad esempio portare avanti una gravidanza e al tempo stesso assistere i miei, quando sarei io ad avere bisogno di aiuto se mi trovassi in quello stato? E come potrei badare ad un bimbo piccolo e occuparmi dei miei? E' chiaro che finirei per sacrificare loro per occuparmi del bambino. Cos'altro potrei fare? Non solo devo crescermi il figlio da sola, senza contare su nessuno ma devo pure pensare a loro? Sarò egoista ma non è colpa mia se sono stata sfortunata, insomma gli altri alla mia età hanno genitori ancora giovani e in buona salute,a trent'anni dovrebbero essere ancora i genitori ad aiutare i figli e non viceversa.
Sono interessanti i commenti alla mail, eccone alcune:
Emeraldas
Come al solito si tratta di avere equilibrio. Anche da me (Emilia
Romagna) è ormai normale farsi aiutare dalla "badante", ma un conto è
appunto farsi aiutare (magari nelle ore del giorno in cui si è al lavoro
o per le cose materiali) ma restando sempre presenti con quell'amore
che solo un figlio può dare, ben diverso (e per me inaccettabile) è
sbolognare i genitori a badanti o, peggio, ospizi e andarli a trovare a
ogni morte di papa. Nessuno merita di trascorrere l'ultimo periodo della
propria vita solo e privato dell'affetto di una persona cara, e so quel
che dico perché ho due nonne messe molto male. Non saremmo mai stati
capaci di abbandonarle.
Giacinta
coraggio bridget, come vedi qui siamo tutti dalla tua parte e troviamo
più che comprensibile la tua scelta. non devi giustificarti nè sentirti
in colpa. soprattutto verso te stessa.
lightpurple
Sono felice di aver inziato a leggere questo 3d. Purtroppo non sono
stata coscienziosa come Briget nel pormi certe domande...Ora vi spiego.
Nel 2001 a mia madre (allora 56enne) viene diagnosticato l'Alzehimer. Io
ero già sposata, come del resto mia sorella, e lei viveva con mio
padre, da poco in pensione. Nonostante la sua vicinanza, sono stata io
ad accorgermi che qualcosa non andava in mamma. Mio padre, per sua
stessa ammissione, si arrabbiava quando lei apparecchiava mettendo le
cose a caso (non c'è da stupirsi: ha saputo solo fare questo con noi...)
senza chiedersene il motivo... Nel momento della tragica verità, visto che io non lavoravo, mi sono
offerta in tutti i modi possibili ed immaginabili di alleviare la
situazione. Purtroppo, per mio padre, qualunque cosa facessi, a
qualunque ora andassi, non andava bene, non considerando affatto che io
dovevo accudire la mia famiglia, due figli piccoli ed un marito che per
20 giorni al mese lavorava in trasferta. Non andava bene l'orario in cui
andavo a fargli le faccende, perchè lui già era in piedi alle cinque e
non poteva aspettare me che arrivavo alle 8,30 o alle 9 di mattina. Ed
allora ho smesso di fargliele. Non andava bene se gli portavo qualcosa
di cucinato, perchè era uno schifo e quello che cucinava lui era meglio.
Non gli ho più portato niente di cotto. Se gli rifacevo il letto, aveva
da ridire. Non ero capace nemmeno di vestire o pettinare mamma, perchè
solo lui sapeva come fare... Se gli dicevo di chiamarmi se qualche volta
io ero a casa il pomeriggio coi bimbi e gli serviva qualcosa, lui
rispondeva che non doveva chiamare ma che io "dovevo sapere" ciò di cui
aveva bisogno... Dai e dai, mi sono ritrovata a sprofondare in uno stato d'ansia
inimmaginabile, fino a quando ho deciso di chiedere aiuto a mia sorella:
aiuto morale, non fisico. Le telefonai dicendole di venire a parlare
con me a nostro padre, per fargli dire cosa voleva da me e cercare di
ragionarci. La sua risposta fu:"Non è possibile, perchè se andiamo giù
si finisce col litigare, perchè con lui non si può parlare..."
Purtroppo, qualche giorno dopo è scoppiata la bomba: mi ha aggredita
dicendomi che io non l'ho mai aiutato, che non mi ero mai fatta vedere a
casa, che me ne ero fregata di loro...E quando io, con tutta calma gli
ho detto (pensando erroneamente di poter avere un confronto da adulti
con lui) che forse avrebbe dovuto scendere dal suo piedistallo e cercare
di giungere a compromessi con quello che si poteva fare insieme, oltre
ad urlare e bestemmiare, mi ha definito "una merda" ed ha cercato di
colpirmi con un pugno. Ma io non ero più la bambina o la ragazzina che
le prendeva da lui. Sono rimasta ferma a vedere dove sarebbe arrivato
(non negando che avevo un terrore cane...). Me ne sono andata da quella
casa, che ora odio più di ogni altra cosa al mondo, ma nonostante ormai
il mio declino psicologico a causa di mio padre fosse già a buon punto,
il senso di colpa nell'abbandonare mia madre mi ha riportata sui miei
passi. Sono ritornata, ricevendo sempre lo stesso trattamento,
continuando a trascurare i miei figli fino a quando non ce l'ho proprio
fatta più ed ho dovuto tagliato i ponti con lui, che è stato il mio
tormento. Quello che voglio sperare è che queste esperienze vissute
servano a non farvi commettere gli stessi errori. I miei figli si sono
ritrovati con una madre piagnosa, triste, abulica, sempre dormiente che
riusciva a malapena a preparargli un piatto di pasta; e tutt'ora mi
ritrovo anche ad avere, come strascico della situazione, problemi con
mio marito. Ne è valsa la pena?
Pellegrina
ciao lightpurple, sai che a leggerti mi è preso male?
Mi sembra di 'annusare' che la mia situazione potrebbe anche essere
questa...Io non capisco, qui è tutto demandato alla famiglia e alle
donne..nessuno se ne rende conto..nessuno ci è mai passato, mi chiedo?
chi si è trovato ad aver a che fare con queste situazioni?quali uomini,
mi chiedo?
io ho un pò paura, dovrò educare il mio futuro marito come un bambino
per fare in modo che in casa mia non possano più vigere queste brutte
situazion?...aiuto.... Psicologa, psicoterapeuta
io l'ho sperimentata questa situazione sulla mia pelle. So perfettamente cosa significa rinunciare alla propria vita per genitori anziani/malati e mi rendo conto che è davvero difficile per chi ci è dentro.
I sensi di colpa sono tanti e ti senti senza via d'uscita. A volte, in maniera cinica e paradossale, si pensa che si sarà liberi solo dopo la loro morte, ma è una trappola. Si può essere liberi lo stesso senza arrivare agli estremi.
Buongiorno, sono un genitore.....inizio col dire che non sono nè stato un genitore modello e nemmeno un despota....ma non ho mai fatto mancare il necessario ed a volte + del necessario ai miei figli...ho sposato una donna di un altra regione...come si dice mogli e buoi dei paesi tuoi.....ed ho fatto un grande errore...tutta la vita passata insieme il suo unico pensiero era la sua libertà...da cosa poi non si sà....finalmente 10 anni fà decidiamo di lasciarci....da allora ho visto i miei figli si e non 3/4 volte....in 5 anni......5 anni fà decido visto che ero solo come un cane...di trasferirmi al mio paese di origini...per avere qualcuno vicino...da allora ho visto i mei figli 2 volte...ma non solo....tutto ciò che ricevo da loro e una telefonata ogno 4/5 mesi...e qualche sms nei giorni comandati.....premetto sono senza lavoro e 20 volte su 30 mngio in caritas....il 29 gennaio ho lo sfratto esecutivo e non sò dove andrò a dormire.....malgrado i mei due figli sono a conoscenza della situazione in cui vivo...mi rimproverano che devo essere io a chiamare loro che hanno un lavoro stabile...quindi uno stipendio mensile......che dirvi?.....auguro a voi tutti in futuro di non dover essere abbandonati dai vs figli stessi.
RispondiEliminanella mia famiglia cis ono stati tanti gravi problemi. Si è ammalato mio padre di tumore e siamo stati vicino alla mamma e a lui per quanto possibile; abbiamo un fratello difficile ed è anche piu giovane (siamo in tre, una femmina e due maschi); papà non c'è piu d a5 anni e mamma ha avuto un brutto declino psicologico e fisico. soffre di depressione e demenza senile, sta in casa, sua, non mangia molto, esce pochissimo. facciamo quel che si può, io ho famiglia e lavoro stabile e avolte faccios alti mortali epr starle accanto ma è molto difficile. siamo anche poveri per cui la badante non esiste proprio. tuttavia creo che mia mamma fino ad oggi sia un'anziana fortunata perchè anche se h ai problemi legati al lutto e ai vari problemi familiari che abbiamo, sta in acsa sua ed è accudita. meriterebbe di pius enz'altro, però sta meglio di chi è messo in un ospizio ad attendere la morte.
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