Squilla il telefono
ed una voce maschile incerta mi racconta una storia triste. Da chi ha saputo della nostra esistenza - gli chiedo. Da un amico - mi risponde. Perché - afferma -
mi è stato detto che voi siete dei volontari che lavorate con il cuore”. Il volontario è ancor più pronto
ad offrire tutto l’ascolto e la comprensione possibile con questa affermazione di
partenza!
Il signor non sa da dove partire, ma sollecitato mi dice: Veda mi trovo
in difficoltà, veramente è mio padre ottantenne ad esserlo: cardiopatico, operato di un K
intestinale, attualmente ricoverato a cinque giorni da un grave intervento
foniatrico totalmente demolitore. Che cosa posso fare, non si regge in piedi… non avrebbero nemmeno voluto operarlo data la
situazione generale, ma l’intervento, seppure molto rischioso, si è imposto. Non parlerà mai più e poi le precedenti
patologie… C’ è qualche aiuto che potrei
ottenere? A chi mi devo rivolgere? E poi , veda, non oso chiedere
a mia moglie ancora dell’altro…” .
Parliamo dell’accudimento che si renderà necessario per l’anziano papà e suggeriamo di chiedere l’assistenza infermieristica domiciliare (ADI), attraverso il medico di base e se possibile un ricovero in un'altra struttura per stabilizzarlo. Con onestà, prospettiamo anche l’ipotesi che, dopo le prime volte, forse il figlio dovrà farsi carico delle medicazioni meno impegnative.
Parliamo dell’accudimento che si renderà necessario per l’anziano papà e suggeriamo di chiedere l’assistenza infermieristica domiciliare (ADI), attraverso il medico di base e se possibile un ricovero in un'altra struttura per stabilizzarlo. Con onestà, prospettiamo anche l’ipotesi che, dopo le prime volte, forse il figlio dovrà farsi carico delle medicazioni meno impegnative.
Beh, forse potrò imparare… ma ce la farò? E mia moglie….in passato è sempre stata molto
disponibile, ma ora… Sa, dopo undici anni, beh, abbiano avuto un bambino. Come reagirà? E’ così affezionato al nonno…
Insieme facciamo qualche riflessione sulla possibilità di
raggiungere un’intesa “onesta” – senza imposizioni – con la compagna. Poi passiamo al bambino. Ha tre anni e
frequenterà la scuola dell’infanzia (e infatti la moglie sta cercando
un’occupazione). Per quanto riguarda il bambino gli dico: Cerchiamo di
rassicurarlo: i bambini , anche di fronte a situazioni dei compagni che noi
adulti consideriamo molto coinvolgenti, reagiscono con tranquillità, purchè manteniamo un clima sereno. In ospedale i bambini interagiscono
tranquillamente con compagni muniti di tubi e tubicini, maschere e
mascherine, o volti non proprio distesi.
E il nipotino potrà imparare a comunicare dai gesti e dagli occhi buoni del
nonno.
Il signore mi ascolta. Mi sembra più sollevato! Ci dà anche
il cellulare. Mi dice: E’ sempre aperto, anche quando sono in ospedale, sa vado da papà
tutti i giorni.”
Non ci ha chiesto indirizzi di case di riposo. Ed il papà ha
la pensione minima. C’interesseremo per fargli avere le informazioni ai fini della richiesta d’aggravamento
dell’invalidità precedente di cui non sa ancora nulla e lo richiameremo.
Oggi è il nostro cuore ad essere confortato!
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