Trovo nel sito del SER (Sistema Epidiologico Regione Veneto) alla categoria Anziani un report
Anziani: profili di salute e di utilizzo dei
servizi sanitari. Regione Veneto. [2.685 KB]
Il contesto demografico, gli stili di vita, l'ospedalizzazione, la salute mentale e la mortalità.
Coordinamento del SER ( pubblicato il 10-03-2010 )
Il contesto demografico, gli stili di vita, l'ospedalizzazione, la salute mentale e la mortalità.
Coordinamento del SER ( pubblicato il 10-03-2010 )
Riporto la sintesi del report
La
popolazione anziana del Veneto è
costituita da 927.051 soggetti di età maggiore o uguale a 65 anni.
L’indice di
invecchiamento della popolazione è pari al 20% e l’indice di vecchiaia
al 138%
(ISTAT, 2007). La struttura della popolazione del Veneto, rispetto alla
media
nazionale, si caratterizza per una componente anziana più numerosa, con
previsioni di un ulteriore progressivo sbilanciamento verso l’età
avanzata ma in
migliori condizioni di salute e di autonomia.
Il
contesto sociale, la salute
percepita e gli stili di vita
Con
riferimento allo stato di salute
generale, gli anziani che dichiarano di stare bene o molto bene
sono
il 28%; il 17% si sente invece
in cattivo stato di salute e tale quota è maggiore nei maschi.
Circa
l’80% degli anziani non
dichiara alcun tipo di invalidità, ma tale percentuale si riduce
decisamente
oltre la classe di età da 75 a 84 anni, passando da 70% a 40% circa.
Oltre
la metà degli anziani risulta
in sovrappeso (44%) o obeso (14%), con percentuali che si riducono con
l’avanzare
dell’età.
Il 52%
degli anziani dichiara di
avere uno stile di vita attivo, soprattutto gli uomini (59%).
La
quota di fumatori tra gli anziani
si attesta intorno all’8%. L’abitudine al fumo è più frequente nella
classe di
età da 65 a 74 anni (11%), soprattutto nei maschi (16%, contro 7% nelle
femmine). Inoltre, più della metà dei maschi anziani (55%) è un
ex-fumatore e
nel 90% dei casi l’esposizione al fumo risulta essere stata superiore a
10
anni.
L’ospedalizzazione
generale
Il
numero assoluto di soggetti
anziani dimessi dalle strutture ospedaliere del Veneto risulta in
diminuzione
a partire dal 2002, con
un calo complessivo (nel periodo 2000-2007) pari al 7%, maggiore in
regime di
ricovero ordinario per acuti (-10%) e in regime di ricovero in
lungodegenza
(-19%).
I DRG
più rappresentati nel 2007
sono, in ordine decrescente il DRG 127
-
Insufficienza cardiaca e
shock,
209 - Interventi su
articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori e 410 -
Chemioterapia non
associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta.
Nell’intervallo
di tempo considerato
si osserva un aumento della quota di ricoveri attribuiti a DRG medici
indicativi di una maggiore complessità assistenziale e una riduzione di
quelli
riferibili a quadri clinici gestibili in ambito extrao-spedaliero; si
assiste
inoltre alla diminuzione dei DRG chirurgici a seguito dell’erogazione di
alcuni
interventi chirurgici non più in regime ospedaliero, ma in regime
ambulatoriale.
L’andamento
osservato nella
composizione del case-mix ospedaliero sembra rispondere anche per la
popolazione
anziana a un progressivo adeguamento delle strutture di ricovero a
criteri di
appropriatezza organizzativa.
Il
tasso di ospedalizzazione passa
da 453 ricoveri per mille residenti nel 2000 a 363 ricoveri nel 2007 con
una
rilevante riduzione nel periodo considerato, anche se la domanda di
ospedalizzazione espressa dai residenti anziani del Veneto si attesta su
valori
nettamente superiori a quelli espressi dalla popolazione generale.
L’analisi
della mobilità ospedaliera
per disciplina specialistica evidenzia nel 2007 un saldo assoluto
(mobilità
attiva - mobilità passiva)
negativo per le aree di riabilitazione, oncoematologia, lungodegenza,
cardiologia
e cardiochirurgia, mentre il saldo è largamente attivo per urologia,
chirurgia
generale, oculistica e ortopedia.
L’ospedalizzazione
per malattie circolatorie
I
ricoveri per scompenso cardiaco
nei soggetti anziani nel 2007 sono risultati 18.450 (5,3% del totale
delle
dimissioni nei soggetti anziani), pari al 90% delle dimissioni per
questa
patologia per tutte la classi di età, con un trend in aumento negli
ultimi otto
anni.
Il
profilo assistenziale dello
scompenso negli anziani presenta alcune caratteristiche peculiari: i
reparti internistici
giustificano la maggior quota di ricoveri; in particolare, in medicina
generale
si ricoverano il 45% dei casi e in geriatria il 27%; si osserva inoltre
che la
percentuale di soggetti ricoverati per scompenso a cui viene eseguito un
ecocardiogramma non supera il 30%.
Le
ospedalizzazioni per infarto
acuto del miocardio nella popolazione anziana risultano in diminuzione
nel
periodo dal 2000 al 2007. Il profilo assistenziale della popolazione
anziana
mostra differenze per classi di età; in particolare si osserva che, per
la
classe da 65 a 84 anni, i ricoveri in reparto cardiologico risultano
pari al
70% del totale dei ricoveri per infarto acuto del miocardio, mentre in
età più
elevata si riduce la quota di eventi trattati in reparto specialistico;
si
assiste inoltre, anche nella popolazione anziana, all’aumento del
ricorso alla
rivascolarizzazione invasiva.
Il
tasso osservato di
ospedalizzazione per eventi cerebrovascolari e, in misura maggiore,
quello standardizzato
nel periodo 2000-2007 risultano in diminuzione; l’ictus ischemico
giustifica la
maggior quota di ricoveri.
L’analisi
dell’andamento del profilo
assistenziale dell’ictus evidenzia un progressivo aumento della quota di
eventi
trattati in reparti di neurologia e ciò sembra indicare una maggiore
appropriatezza organizzativa.
L’ospedalizzazione
per tumori maligni
I
ricoveri per tumori maligni degli
anziani del Veneto risultano in aumento fino al 2005 (+6%); in seguito
si
osserva una riduzione, particolarmente netta nel passaggio dal 2006 al
2007 (-7%),
probabilmente da attribuire all’attivazione di nuove modalità di
gestione della
patologia neoplastica, in particolare all’introduzione del day service
per la
chemioterapia.
L’analisi
della distribuzione dei
ricoveri per DRG e regime di ricovero mostra una maggiore concentrazione
nei
DRG medici in regime ordinario, con un andamento in calo nel periodo di
tempo
considerato;
tra i ricoveri in
regime diurno si segnala invece un raddoppio di quelli attribuiti ai DRG
chirurgici.
I
ricoveri per neoplasie del
colon-retto aumentano fino al 2006, riflettendo l’aumento di incidenza
delle
neoplasie del grosso intestino
e dell’invecchiamento della popolazione; la maggior parte di questi è
giustificata
da interventi chirurgici di resezione o da cicli di trattamento
chemioterapico.
L’analisi
dell’ospedalizzazione per
neoplasia mammaria evidenzia un progressivo aumento del ricorso alla
chirurgia
conservativa anche nella popolazione anziana con valori inferiori, ma
comunque
in aumento, anche oltre i 74 anni.
Gli
interventi di prostatectomia
radicale, in particolare nelle classi di età 65-69 e 70-74 anni,
presentano un
forte incremento nel periodo considerato con un trend in rapido aumento
fino al
2004 e successivamente un rallentamento.
I
ricoveri per tumore del polmone
sono in riduzione e ciò sembra legato alla riduzione dell’incidenza di
questa
patologia nei maschi. Per quanto riguarda i profili di cura per questa
neoplasia si assiste all’estensione di trattamenti con intento curativo,
rappresentati dalla chemioterapia e dagli interventi chirurgici anche
nei soggetti
anziani, almeno fino ai 74 anni.
L’ospedalizzazione
per malattie
respiratorie
Le
ospedalizzazioni per patologie
dell’apparato respiratorio nella popolazione anziana si attestano nel
periodo
considerato (2000-2007) intorno a un valore di circa 27.000 ricoveri
all’anno.
Nel corso del tempo si verifica una riduzione dei ricoveri relativi a
quadri
clinici gestibili in ambito extra-ospedaliero, in particolare la
bronchite e l’asma
e un aumento di quelli indicativi di una maggiore complessità
assistenziale.
L’epidemia
influenzale si associa a
un maggior rischio di ricovero per patologie respiratorie nella
popolazione
anziana anche se nel corso del tempo l’impatto dei picchi di influenza
sulle
ospedalizzazioni risulta essersi attenuato.
L’ospedalizzazione
per frattura di
femore
I
ricoveri per frattura di femore
sono più frequenti nel sesso femminile. Il numero assoluto delle
ospedalizzazioni
per questa patologia risulta essere in aumento nel periodo di tempo
considerato, mentre il tasso standardizzato presenta minime oscillazioni
e una
tendenza alla riduzione nell’ultimo anno. Il 90% dei ricoveri comporta
l’esecuzione
di un intervento chirurgico di riduzione della frattura, che nel 40% dei
casi viene
garantito entro 48 ore dal ricovero, con una notevole variabilità tra le
Aziende ULSS.
La salute
mentale
Gli
utenti psichiatrici anziani
trattati in ospedale o nei servizi psichiatrici territoriali nel 2007
sono
circa
16.000, con un rapporto su
mille residenti pari a 17,3 (19,7 per le femmine e 14,0 per i maschi).
Le patologie
più frequentemente trattate sono le demenze (26%), seguite dalle forme
depressive non psicotiche.
Nel
2007 nel Veneto si sono
registrate 5.634 dimissioni ospedaliere per disturbi psichici o malattia
d’Alzheimer,
con un calo del 28%
rispetto al 2000. L’analisi del profilo assistenziale ospedaliero
evidenzia che
in quasi la metà dei casi (46%) le dimissioni riguardano reparti
specialistici
di psichiatria o neurologia. Tale quota si riduce col progredire
dell’età
passando da 71% nella classe d’età da 65 a 74 anni a 11% oltre gli 84
anni.
Ogni
anno tra gli anziani si
registrano 93 suicidi (11 suicidi ogni centomila anziani residenti),
pari allo
0,2% dei decessi in questa fascia d’età; la distribuzione per sesso
mostra una
notevole concentrazione nel sesso maschile (20 suicidi residenti ogni
centomila
anziani residenti, contro 4,8 suicidi nelle femmine) e tale differenza
si
accentua sempre più con l’avanzare dell’età.
La
mortalità
La
mortalità nella popolazione
anziana del Veneto nell’ultimo decennio (1995-2007) risulta in netto
calo in
entrambi i sessi, in linea con l’andamento osservato nella popolazione
generale; infatti, il tasso standardizzato di mortalità passa nei maschi
da 5.8
a 4.2 e nelle femmine da 4.2 a 3.3 per centomila; tali valori sono
simili al
riferimento nazionale nel sesso maschile e inferiori in quello
femminile.
Le
malattie dell’apparato
circolatorio giustificano il maggior numero di decessi, in particolare
nelle classi
di età avanzata e nel sesso femminile (nelle femmine il 40% dei decessi
nella
classe 75-84 anni e il 54% in età più avanzata, nei maschi il 36% dei
decessi
nella classe 75-84 anni e il 46% in età più avanzata). Al secondo posto
si
trovano i tumori, nell’ambito dei quali le cinque principali cause di
morte
sono, in ordine decrescente: nei maschi le neoplasie maligne dei bronchi
e dei
polmoni, del colon-retto, della prostata, del fegato e del pancreas;
nelle
femmine le neoplasie del colon-retto, della mammella, dei bronchi e dei
polmoni, del pancreas e dello stomaco. La mortalità per malattie
dell’apparato
circolatorio e per tumori risulta in diminuzione nell’intervallo di
tempo
considerato, diversamente da quanto osservato per i disturbi psichici e
le
malattie del sistema nervoso, in particolare l’Alzheimer.
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