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domenica 20 novembre 2011

Anziani: profili di salute e di utilizzo dei servizi sanitari. Regione Veneto

Trovo nel sito del SER (Sistema Epidiologico Regione Veneto) alla categoria Anziani un report    
icona del tipo di file Anziani: profili di salute e di utilizzo dei servizi sanitari. Regione Veneto. [2.685 KB]
Il contesto demografico, gli stili di vita, l'ospedalizzazione, la salute mentale e la mortalità.

Coordinamento del SER ( pubblicato il 10-03-2010 )

Riporto la sintesi del report

L’invecchiamento della popolazione del Veneto
La popolazione anziana del Veneto è costituita da 927.051 soggetti di età maggiore o uguale a 65 anni. L’indice di invecchiamento della popolazione è pari al 20% e l’indice di vecchiaia al 138% (ISTAT, 2007). La struttura della popolazione del Veneto, rispetto alla media nazionale, si caratterizza per una componente anziana più numerosa, con previsioni di un ulteriore progressivo sbilanciamento verso l’età avanzata ma in migliori condizioni di salute e di autonomia.

Il contesto sociale, la salute percepita e gli stili di vita
Con riferimento allo stato di salute generale, gli anziani che dichiarano di stare bene o molto bene
sono il 28%; il 17% si sente invece in cattivo stato di salute e tale quota è maggiore nei maschi.
Circa l’80% degli anziani non dichiara alcun tipo di invalidità, ma tale percentuale si riduce decisamente oltre la classe di età da 75 a 84 anni, passando da 70% a 40% circa.
Oltre la metà degli anziani risulta in sovrappeso (44%) o obeso (14%), con percentuali che si riducono con l’avanzare dell’età.
Il 52% degli anziani dichiara di avere uno stile di vita attivo, soprattutto gli uomini (59%).
La quota di fumatori tra gli anziani si attesta intorno all’8%. L’abitudine al fumo è più frequente nella classe di età da 65 a 74 anni (11%), soprattutto nei maschi (16%, contro 7% nelle femmine). Inoltre, più della metà dei maschi anziani (55%) è un ex-fumatore e nel 90% dei casi l’esposizione al fumo risulta essere stata superiore a 10 anni.

L’ospedalizzazione generale
Il numero assoluto di soggetti anziani dimessi dalle strutture ospedaliere del Veneto risulta in
diminuzione a partire dal 2002, con un calo complessivo (nel periodo 2000-2007) pari al 7%, maggiore in regime di ricovero ordinario per acuti (-10%) e in regime di ricovero in lungodegenza (-19%).
I DRG più rappresentati nel 2007 sono, in ordine decrescente il DRG 127 - Insufficienza cardiaca e
shock, 209 - Interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori e 410 - Chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta.
Nell’intervallo di tempo considerato si osserva un aumento della quota di ricoveri attribuiti a DRG medici indicativi di una maggiore complessità assistenziale e una riduzione di quelli riferibili a quadri clinici gestibili in ambito extrao-spedaliero; si assiste inoltre alla diminuzione dei DRG chirurgici a seguito dell’erogazione di alcuni interventi chirurgici non più in regime ospedaliero, ma in regime ambulatoriale.
L’andamento osservato nella composizione del case-mix ospedaliero sembra rispondere anche per la popolazione anziana a un progressivo adeguamento delle strutture di ricovero a criteri di appropriatezza organizzativa.
Il tasso di ospedalizzazione passa da 453 ricoveri per mille residenti nel 2000 a 363 ricoveri nel 2007 con una rilevante riduzione nel periodo considerato, anche se la domanda di ospedalizzazione espressa dai residenti anziani del Veneto si attesta su valori nettamente superiori a quelli espressi dalla popolazione generale.
L’analisi della mobilità ospedaliera per disciplina specialistica evidenzia nel 2007 un saldo assoluto
(mobilità attiva - mobilità passiva) negativo per le aree di riabilitazione, oncoematologia, lungodegenza, cardiologia e cardiochirurgia, mentre il saldo è largamente attivo per urologia, chirurgia generale, oculistica e ortopedia.

L’ospedalizzazione per malattie circolatorie
I ricoveri per scompenso cardiaco nei soggetti anziani nel 2007 sono risultati 18.450 (5,3% del totale delle dimissioni nei soggetti anziani), pari al 90% delle dimissioni per questa patologia per tutte la classi di età, con un trend in aumento negli ultimi otto anni.
Il profilo assistenziale dello scompenso negli anziani presenta alcune caratteristiche peculiari: i reparti internistici giustificano la maggior quota di ricoveri; in particolare, in medicina generale si ricoverano il 45% dei casi e in geriatria il 27%; si osserva inoltre che la percentuale di soggetti ricoverati per scompenso a cui viene eseguito un ecocardiogramma non supera il 30%.
Le ospedalizzazioni per infarto acuto del miocardio nella popolazione anziana risultano in diminuzione nel periodo dal 2000 al 2007. Il profilo assistenziale della popolazione anziana mostra differenze per classi di età; in particolare si osserva che, per la classe da 65 a 84 anni, i ricoveri in reparto cardiologico risultano pari al 70% del totale dei ricoveri per infarto acuto del miocardio, mentre in età più elevata si riduce la quota di eventi trattati in reparto specialistico; si assiste inoltre, anche nella popolazione anziana, all’aumento del ricorso alla rivascolarizzazione invasiva.
Il tasso osservato di ospedalizzazione per eventi cerebrovascolari e, in misura maggiore, quello standardizzato nel periodo 2000-2007 risultano in diminuzione; l’ictus ischemico giustifica la maggior quota di ricoveri.
L’analisi dell’andamento del profilo assistenziale dell’ictus evidenzia un progressivo aumento della quota di eventi trattati in reparti di neurologia e ciò sembra indicare una maggiore appropriatezza organizzativa.

L’ospedalizzazione per tumori maligni
I ricoveri per tumori maligni degli anziani del Veneto risultano in aumento fino al 2005 (+6%); in seguito si osserva una riduzione, particolarmente netta nel passaggio dal 2006 al 2007 (-7%), probabilmente da attribuire all’attivazione di nuove modalità di gestione della patologia neoplastica, in particolare all’introduzione del day service per la chemioterapia.
L’analisi della distribuzione dei ricoveri per DRG e regime di ricovero mostra una maggiore concentrazione nei DRG medici in regime ordinario, con un andamento in calo nel periodo di tempo
considerato; tra i ricoveri in regime diurno si segnala invece un raddoppio di quelli attribuiti ai DRG chirurgici.
I ricoveri per neoplasie del colon-retto aumentano fino al 2006, riflettendo l’aumento di incidenza
delle neoplasie del grosso intestino e dell’invecchiamento della popolazione; la maggior parte di questi è giustificata da interventi chirurgici di resezione o da cicli di trattamento chemioterapico.
L’analisi dell’ospedalizzazione per neoplasia mammaria evidenzia un progressivo aumento del ricorso alla chirurgia conservativa anche nella popolazione anziana con valori inferiori, ma comunque in aumento, anche oltre i 74 anni.
Gli interventi di prostatectomia radicale, in particolare nelle classi di età 65-69 e 70-74 anni, presentano un forte incremento nel periodo considerato con un trend in rapido aumento fino al 2004 e successivamente un rallentamento.
I ricoveri per tumore del polmone sono in riduzione e ciò sembra legato alla riduzione dell’incidenza di questa patologia nei maschi. Per quanto riguarda i profili di cura per questa neoplasia si assiste all’estensione di trattamenti con intento curativo, rappresentati dalla chemioterapia e dagli interventi chirurgici anche nei soggetti anziani, almeno fino ai 74 anni.

L’ospedalizzazione per malattie respiratorie
Le ospedalizzazioni per patologie dell’apparato respiratorio nella popolazione anziana si attestano nel periodo considerato (2000-2007) intorno a un valore di circa 27.000 ricoveri all’anno. Nel corso del tempo si verifica una riduzione dei ricoveri relativi a quadri clinici gestibili in ambito extra-ospedaliero, in particolare la bronchite e l’asma e un aumento di quelli indicativi di una maggiore complessità assistenziale.
L’epidemia influenzale si associa a un maggior rischio di ricovero per patologie respiratorie nella popolazione anziana anche se nel corso del tempo l’impatto dei picchi di influenza sulle ospedalizzazioni risulta essersi attenuato.

L’ospedalizzazione per frattura di femore
I ricoveri per frattura di femore sono più frequenti nel sesso femminile. Il numero assoluto delle ospedalizzazioni per questa patologia risulta essere in aumento nel periodo di tempo considerato, mentre il tasso standardizzato presenta minime oscillazioni e una tendenza alla riduzione nell’ultimo anno. Il 90% dei ricoveri comporta l’esecuzione di un intervento chirurgico di riduzione della frattura, che nel 40% dei casi viene garantito entro 48 ore dal ricovero, con una notevole variabilità tra le Aziende ULSS.

La salute mentale
Gli utenti psichiatrici anziani trattati in ospedale o nei servizi psichiatrici territoriali nel 2007 sono
circa 16.000, con un rapporto su mille residenti pari a 17,3 (19,7 per le femmine e 14,0 per i maschi). Le patologie più frequentemente trattate sono le demenze (26%), seguite dalle forme depressive non psicotiche.
Nel 2007 nel Veneto si sono registrate 5.634 dimissioni ospedaliere per disturbi psichici o malattia
d’Alzheimer, con un calo del 28% rispetto al 2000. L’analisi del profilo assistenziale ospedaliero evidenzia che in quasi la metà dei casi (46%) le dimissioni riguardano reparti specialistici di psichiatria o neurologia. Tale quota si riduce col progredire dell’età passando da 71% nella classe d’età da 65 a 74 anni a 11% oltre gli 84 anni.
Ogni anno tra gli anziani si registrano 93 suicidi (11 suicidi ogni centomila anziani residenti), pari allo 0,2% dei decessi in questa fascia d’età; la distribuzione per sesso mostra una notevole concentrazione nel sesso maschile (20 suicidi residenti ogni centomila anziani residenti, contro 4,8 suicidi nelle femmine) e tale differenza si accentua sempre più con l’avanzare dell’età.

La mortalità
La mortalità nella popolazione anziana del Veneto nell’ultimo decennio (1995-2007) risulta in netto calo in entrambi i sessi, in linea con l’andamento osservato nella popolazione generale; infatti, il tasso standardizzato di mortalità passa nei maschi da 5.8 a 4.2 e nelle femmine da 4.2 a 3.3 per centomila; tali valori sono simili al riferimento nazionale nel sesso maschile e inferiori in quello femminile.
Le malattie dell’apparato circolatorio giustificano il maggior numero di decessi, in particolare nelle classi di età avanzata e nel sesso femminile (nelle femmine il 40% dei decessi nella classe 75-84 anni e il 54% in età più avanzata, nei maschi il 36% dei decessi nella classe 75-84 anni e il 46% in età più avanzata). Al secondo posto si trovano i tumori, nell’ambito dei quali le cinque principali cause di morte sono, in ordine decrescente: nei maschi le neoplasie maligne dei bronchi e dei polmoni, del colon-retto, della prostata, del fegato e del pancreas; nelle femmine le neoplasie del colon-retto, della mammella, dei bronchi e dei polmoni, del pancreas e dello stomaco. La mortalità per malattie dell’apparato circolatorio e per tumori risulta in diminuzione nell’intervallo di tempo considerato, diversamente da quanto osservato per i disturbi psichici e le malattie del sistema nervoso, in particolare l’Alzheimer.

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