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sabato 26 novembre 2011

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Pronto Anziano non può dimenticare che ieri, 25 novembre, si è celebrata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 febbraio 1999 con la risoluzione 54/134L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (clicca qui)  ha invitato  Governi,  Organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare delle attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema. Questa data ricorda il  brutale assassinio, il 25 novembrel 1960, delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana, su ordine del governante dominicano Rafael Trujillo. 
Le Nazioni unite definiscono in questo modo la violenza sulle donne: "ogni atto di violenza in base al sesso che produca o possa produrre danni o sofferenze fisiche, sessuali, psicologiche, coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privata"
Riporto una parte del Messaggio del Segretario Generale Ban Ki-moon per la Giornata internazionale per l'Eliminazione della violenza contro le donne: "La violenza contro donne e ragazze assume  molte forme ed è diffusa in tutto il mondo. [...] In questa Giornata Internazionale, esorto governi e partner in tutto il mondo a utilizzare le idee, l' energia e la leadership dei giovani per aiutarci a porre fine a questa pandemia di violenza. Solo allora avremo un mondo più giusto, più pacifico e  più equo ".
Copio e incollo dalla pagina web del sito della RAI  questa impressionante serie di dati sulla violenza contro le donne.
In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima nella sua vita dell'aggressività di un uomo. Sei milioni 743 mila quelle che hanno subito violenza fisica e sessuale, secondo gli ultimi dati Istat. E ogni anno vengono uccise in media 100 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex.
Le sorelle dominicane Mirabal
Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata contro la violenza sulle donne, ma c'è ben poco da festeggiare viste le cifre che riguardano gli abusi e i maltrattamenti che subiscono. Quasi 700 mila donne, sempre dati Istat, hanno subito violenze ripetute dal partner e avevano figli al momento della violenza, e nel 62,4% dei casi i figli hanno assistito a uno o più episodi di violenza. Secondo l'Osservatorio nazionale sullo stalking, il 10% circa degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 ha avuto come prologo atti di stalking, l'80% delle vittime è di sesso femminile e la durata media delle molestie insistenti è di circa un anno e mezzo.
Gli ultimi dati Istat sono relativi al 2006 e alla fascia di età 16-70 anni. Raccontano che nei 12 mesi precedenti alla rilevazione il numero delle donne vittime di violenza ammonta a 1 milione e 150 mila (5,4%), e che sono le giovani dai 16 ai 24 anni (16,3%) e dai 25 ai 24 anni (7,9%) a presentare i tassi più alti. Il 3,5% delle donne ha subito violenza sessuale (stupro, tentato stupro, molestia fisica sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati, attività sessuali degradanti e umilianti), il 2,7% fisica. Lo 0,3%, pari a 74 mila donne, ha subito stupri o tentati stupri. La violenza domestica ha colpito il 2,4% delle donne, quella al di fuori delle mura domestiche il 3,4%.
Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Lo stesso nel caso degli stupri (91,6%). consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite.  
Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica sia sessuale e la maggioranza delle vittime ha subito più episodi di violenza. Tra le violenze fisiche è più frequente l'essere spinta, strattonata, afferrata, l'avere avuto storto un braccio o i capelli tirati (56,7%), l'essere minacciata di essere colpita (52,0%), schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi (36,1%). Segue l'uso o la minaccia di usare pistola o coltelli (8,1%) o il tentativo di strangolamento o soffocamento e ustione (5,3%). Tra tutte le forme di violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, ovvero l'essere stata toccata sessualmente contro la propria volontà (79,5%), l'aver avuto rapporti sessuali non desiderati (19,0%), il tentato stupro (14,0%), lo stupro (9,6%) e i rapporti sessuali degradanti e umilianti (6,1%).  
Il 21% delle vittime ha subito la violenza sia in famiglia sia fuori, il 22,6% solo dal partner, il 56,4% solo da altri uomini. I partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate, e sono responsabili in misura maggiore anche di alcuni tipi di violenza sessuale come lo stupro nonché i rapporti sessuali non desiderati, ma subiti per paura delle conseguenze. Il 69,7% degli stupri, infatti, è opera di partner, il 17,4% di un conoscente e solo il 6,2% è stato opera di estranei. Il rischio di subire uno stupro o un tentativo di stupro è tanto più elevato quanto più è stretta la relazione tra autore e vittima. Gli sconosciuti commettono soprattutto molestie fisiche sessuali, stupri solo nello 0,9% dei casi e tentati stupri nel 3,6% contro, rispettivamente, l'11,4% e il 9,1% dei partner.
Subiscono un abuso psicologico 7 milioni 134 mila donne. Le forme più diffuse sono l'isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo (40,7%), la violenza economica (30,7%) e la svalorizzazione (23,8%), seguono le intimidazioni (7,8%). Il 43,2% delle donne ha subito violenza psicologica dal partner attuale; 1 milione 42 mila donne hanno subito oltre alla violenza psicologica, anche violenza fisica o sessuale, il 90,5% delle vittime di violenza fisica o sessuale.
Un milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni, il 6,6% del totale. Gli autori delle violenze sono vari e in maggioranza conosciuti, solo nel 24,8% la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto. Un quarto delle donne vittime prima dei 16 anni ha segnalato un conoscente (24,7%), un altro quarto un parente (23,8%), il 9,7% un amico di famiglia, il 5,3% un amico. Tra i parenti gli autori più frequenti sono stati gli zii. Il silenzio è stato la risposta maggioritaria: il 53% delle donne ha dichiarato di non aver parlato con nessuno dell'accaduto.


 
    

1 commento:

  1. Mi scrive una signora che afferma di aver subito violenze in ambito familiare: "Chi non prova non può capire come si possa convivere in queste situazioni senza reagire; quando va bene una si sente chiedere perché c'è rimasta?..."
    Le esprimo la mia solidarietà e la mia comprensione (poca cosa mi dirà!)!
    Le donne che non denunciano le violenze, sono il 96%, non devono sentirsi anche in colpa di non averlo fatto!

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