Sotto le mie ali |
A Nicole Antonello, Elena Braga,
Ilaria Cavinato, Chiara Favaron, Arianna
Giacon, Giada Marcato, Alice Mazzucco Sheikh Nima Mohamed, Anna Penello, Ilenia Schiavon,
Chiara Sconcerle, , Chiara Zigante; e
quattro studenti Andrea Marchetto, Jonel
Zanato, Marco Mattiuzzo e Riccardo Zanella
Carissime studentesse e carissimi
studenti dell'I.I.S. "Leonardo da Vinci", tirocinanti presso l'Associazione IASI-Pronto
Anziano, auguro a voi e alle vostre famiglie un sereno Natale e un felice Anno
Nuovo.
Cliccate qui per vedere un bellissimo pps venezuelano dedidicato al Natale, cantato dal quartetto Serenata Guayanesca, dal titolo Corre Caballito (Corri Cavallino).
Auguri di Buone Feste anche agli studenti dello scorso anno: Eleonora Faverato, Giulia Zampieri, Sabrina Grassi, Elisa
Zanella, Jessica Zanella, Annamaria Miolo, Giulia Pompanin, Valentina Favaro, Valentina Cesarato e in particolare a Jessica Rizzato.
Cliccate qui per vedere un bellissimo pps venezuelano dedidicato al Natale, cantato dal quartetto Serenata Guayanesca, dal titolo Corre Caballito (Corri Cavallino).
Abbiamo trascorso insieme 132
ore, spero siano state fruttuose. Mi auguro che abbiate compreso quali sono i bisogni degli
anziani e come funzionano i servizi socio-sanitari ad essi dedicati. Ci siamo raccontati la
nostra vita e i nostri curricoli. Vi voglio bene, mi sento particolarmente vicino
a voi, perché le vostre storie e le vostre difficoltà sono state anche le
mie. Infatti il mio curricolo scolastico,
fino al diploma, non è molto diverso dal vostro: sono stato bocciato, i miei
genitori avevano conseguito solo la licenza elementare, mio papà Gino l'ha ottenuto frequentando il corso serale. Mia mamma Maria è rimasta
orfana del papà ad un anno, mio nonno Giovanni Battista, di cui mi onoro di
portare il nome, è morto combattendo nella prima guerra mondiale. Per
frequentare la scuola media ho dovuto sostenere l'esame di ammissione, per
frequentare l'Istituto Tecnico Industriale "Marconi" ho dovuto passare l'esame di terza media e per accedere all'Università, Facoltà di
Fisica, ho dovuto effettuare l'esame di ammissione. A quei tempi, i docenti
universitari, preferivano gli studenti provenienti dal liceo
classico, avevano la forma mentis dicevano, poi quelli dello scientifico, del
tecnico e alla fine quelli del professionale. Come vedete la mentalità classista della
scuola italiana non è molto cambiata.
Da sinistra: Marco, Andrea, Giada,
Chiara, Nima, Chiara e Josephine
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E che dire di Mario Monti! Tempo fa, alla
trasmissione televisiva Matrix andata in onda su canale 5, disse: "I giovani devono abituarsi all'idea
che non avranno un posto fisso per tutta la vita. Del resto, diciamo la verità,
che monotonia un posto fisso per tutta la vita. È più bello cambiare e
accettare nuove sfide purché siano in condizioni accettabili. E questo vuol
dire che bisogna tutelare un po' meno chi oggi è ipertutelato e tutelare un po'
di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o proprio non riesce a
entrarci".
Pure altri ministri e
sottosegretari se la sono presa con i giovani. Ma i loro figli che lavoro fanno? Come gli hanno educati? Ricordiamoci le parole che Gesù diceva 2000 anni fa: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo?»
Sono d'accordo con la conclusione
dell'articolo "La falsa leggenda dei
ragazzi bamboccioni" del prof. Ilvo Diamanti che, su Repubblica del
13 febbraio 2012, scriveva: "Forse,
il motivo di tanto accanimento è proprio questo. Perché se il mercato del
lavoro è chiuso, il debito pubblico devastante, il sistema pensionistico in
fallimento, il futuro dei giovani un buco nero, non è per colpa loro, ma delle
generazioni precedenti. Dei loro padri e dei loro nonni. Della generazione di
Monti, Fornero e Cancellieri. Della "mia" generazione. Forse è per
questo che ce la prendiamo tanto con i giovani. Per dimenticare e far
dimenticare che è colpa nostra".
Cari studenti, un esempio bellissimo di come si può riuscire nella vita, pur partendo da umili origini, è quello di Barak Obama. Vi invito a leggere l'estratto
del discorso di saluto rivolto, il 08/09/2009, agli studenti USA in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 2009/10; la sintesi la trovate sul quotidiano La Stampa, (clicca
qui).
Barack Obama non proveniva da una
famiglia agiata come il suoi predecessori, anzi racconta: Quando ero giovane la mia famiglia visse in Indonesia per qualche
anno e mia madre non aveva abbastanza denaro per mandarmi alla scuola che frequentavano
tutti i ragazzini americani. Così decise di darmi lei stessa delle lezioni
extra, dal lunedì al venerdì alle 4,30 di mattina. Ora, io non ero proprio
felice di alzarmi così presto. Il più delle volte mi addormentavo al tavolo
della cucina. Ma ogni volta quando mi lamentavo mia madre mi dava un’occhiata
delle sue e diceva: «Anche per me non è un picnic, ragazzo». (…) Mio padre
lasciò la famiglia quando avevo due anni e sono stato allevato da una madre
single che lottava ogni giorno per pagare i conti e non sempre riusciva a darci
quello che avevano gli altri ragazzi. Spesso sentivo la mancanza di mio padre.
A volte mi sentivo solo e pensavo che non ce l’avrei fatta. Non ero sempre così
concentrato come avrei dovuto. Ho fatto cose di cui non vado fiero e sono
finito nei guai. E la mia vita avrebbe potuto facilmente prendere una brutta
piega. Ma sono stato fortunato. Ho avuto un sacco di seconde possibilità e
l’opportunità di andare al college e alla scuola di legge e seguire i miei
sogni.
Se avete bisogno di aiuto, sono, siamo qui!
Concludo facendo mie le parole con
cui Obama concludeva il suo discorso: "Mi
aspetto il massimo dell’impegno in qualsiasi cosa facciate. Mi aspetto grandi
cose, da ognuno di voi. Quindi non deludeteci, non deludete le vostre famiglie,
il vostro Paese e voi stessi. Rendeteci orgogliosi di voi. So che potete farlo".
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