- Priorità informazione e prevenzione sulle patologie per le donne over 50
- Sentirsi soli accelera l'Alzheimer
- Gli stranieri anziani saranno 3 milioni nel 2060 in Italia
- Gli anziani con depressione hanno un rischio doppio di essere ricoverati in ospedale
- Reddito da lavoro dopo il pensionamento in Italia
Priorità
informazione e prevenzione sulle patologie per le donne over 50
Inserita da: (Centro Maderna) 13-12-2012
Fonte: Agenparl.it, 11 dicembre
2012
“L’Aula di Strasburgo ha
approvato, nell’ambito dell’Anno europeo dedicato all’invecchiamento attivo, la
relazione sulla prevenzione delle patologie legate all’invecchiamento
femminile. Questo perché l'evoluzione demografica pone l'Unione europea di
fronte a una serie di sfide, tra cui il progressivo aumento della popolazione
over 65, più di 87 milioni di persone: di cui più di 50 milioni sono donne. Il
divario di genere in termini di invecchiamento è ancor più evidente per le
persone over 80: 3,1% di donne rispetto al 1,6% di uomini sul totale della
popolazione”. Lo ha dichiarato il Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta
Angelilli relatrice del testo nel corso della conferenza stampa a cui ha
partecipato il Commissario europeo per la salute e la protezione dei
consumatori Tonio Borg.
“Vale
la pena precisare -
ha continuato - che nonostante le donne
vivano più a lungo degli uomini sono spesso più colpite da malattie croniche e
invalidanti e, quindi, soggette a un peggioramento di qualità di vita. Tra le
malattie che colpiscono le donne anziane vi sono quelle cardiovascolari,
erroneamente considerate un problema tipicamente maschile, le malattie
respiratorie, il cancro, il diabete, le patologie muscolo-scheletriche, le
malattie neuro-degenerative e la depressione”.
“Molte sono le difficoltà di
accesso ai servizi sanitari: la mancanza di orientamenti sulla prevenzione
delle patologie più ricorrenti, le difficili modalità di prenotazione di visite
specialistiche e analisi diagnostiche, nonché le liste di attesa, spesso molto
lunghe. Tutti elementi che scoraggiano soprattutto le pazienti anziane, che
vivono molto spesso in condizioni di solitudine” (il 75,8% delle donne di oltre
65 anni vivono sole)”, ha sottolineato. “Inoltre - ha aggiunto - le donne
anziane sono maggiormente a rischio di povertà infatti secondo gli ultimi dati
disponibili, precisamente il 24,5% della popolazione femminile nell'UE27 è a
rischio povertà. Sul rischio povertà incide anche il divario retributivo
(attualmente in media del 16,4%) e le scelte occupazionali dettate dalla
necessità di conciliare vita familiare con la vita lavorativa, le donne così
accumulano contributi pensionistici inferiori e hanno pensioni più basse e
quindi minori risorse per le terapie e le cure mediche”.
“Obiettivo di questa relazione è
incoraggiare una sinergia tra Istituzioni pubbliche a livello europeo,
nazionale e territoriale, per favorire misure che consentano un invecchiamento
in buona salute per tutti. Garantire quindi l'accesso a un'assistenza sanitaria
di qualità in caso di patologie ricorrenti; investire in informazione e
prevenzione per consentire alle persone anziane di rimanere quanto più a lungo
possibile autonome e in buona salute e screening ad hoc che sono importanti
strumenti di prevenzione. Prevenzione fondamentale per promuovere comportamenti
virtuosi e un impegno forte contro l’abuso di alcol e il tabagismo,
considerando che secondo le ultime stime OMS in Europa la percentuale di donne
fumatrici salirà dall'attuale 12% a circa il 20% entro il 2025.
L’invecchiamento attivo deve essere una priorità di tutti i 27 Stati Membri ed
è necessario fare in modo che gli anziani possano svolgere un ruolo attivo
nella società, rimanendo più a lungo nel mondo del lavoro ed evitando
l'esclusione sociale che è causa di emarginazione e depressione”, conclude
Angelilli. (Agenparl.it)
Per maggiori approfondimenti: http://www.agenparl.it/articoli/news/esteri/20121211-ue-angelini-priorita-informazione-e-prevenzione-sulle-patologie-per-le-donne-over-50
Sentirsi soli accelera
l'Alzheimer
Inserita
da: (Centro Maderna) 12-12-2012
Fonte:
Agi.it, 11 dicembre 2012
Il
sentimento di solitudine, distinto dall'essere effettivamente soli, è legato a
un maggior rischio di sviluppare demenza durante l'anzianità. La ricerca della
ARKIN Mental Health Care Amsterdam è stata pubblicata sulla rivista Journal
of Neurology Neurosurgery and Psychiatry. Nessun impatto invece
sull'aumento di rischio per quelli che vivono da soli. I partecipanti allo
studio erano 2000 soggetti che facevano parte dell'Amsterdam Study of the
Elderly (AMSTEL).
Fra
quelli che, all'inizio dello studio, avevano dichiarato di soffrire di
solitudine, si verificava un numero di casi di demenza pari a più del doppio,
dopo tre anni, rispetto al gruppo di quelli che invece dicevano di non sentirsi
soli (13,4 per cento contro 5,7 per cento). Ulteriori analisi dimostravano poi
che quelli che vivevano da soli oppure non erano più sposati avevano fra il 70
e l'80 per cento di probabilità di sviluppare demenza rispetto agli altri.
Infine, quelli che dicevano di sentirsi soli avevano una probabilità 2,5 volte
superiore di sviluppare la demenza, indipendentemente dal sesso. (Agi.it)
Per
maggiori approfondimenti:
http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201212111829-eco-rt10322-salute_senso_di_solitudine_legato_a_maggior_rischio_demenza
Gli
stranieri anziani saranno 3 milioni nel 2060 in Italia
Inserita da: (Centro Maderna) 12-12-2012
Fonte: Redattore sociale.it, 11
dicembre 2012
Nel 2041 in Italia ci saranno 1,6
milioni di stranieri over 65. Oggi sono appena 100mila, ma sono destinati ad
aumentare, fino a raggiungere quota tre milioni nel 2060. È quanto emerge dal
diciottesimo rapporto Ismu, presentato a Milano. "Si profila un fenomeno
di “invecchiamento importato”, attraverso i flussi migratori netti che avrà
conseguenze dirette nel sistema previdenziale", scrivono i ricercatori.
"Nei prossimi decenni si
assisterà infatti all'ingresso in età anziana di un crescente numero di soggetti
che potranno contare solo su una modesta contribuzione ai fini pensionistici e
si troveranno a dipendere da e a gravare sulle risorse di welfare", si
legge nel Rapporto.
Giancarlo Blangiardo, demografo
dell'Ismu: "Saranno nuovi pensionati, che nella loro vita professionale
hanno iniziato tardi a versare i contributi e in modo saltuario".
(Redattore Sociale.it)
Per maggiori approfondimenti: http://www.redattoresociale.it/topnews.aspx?id=418531
Censis:
in Italia 2,2 mln anziani non autosufficienti
Inserita da: (Centro Maderna)
12-12-2012
Fonte: Asca.it, 11 dicembre 2012
Gli anziani non autosufficienti,
secondo stime del Censis, ammontano attualmente a 2,2 milioni, il 3,9% del
totale della popolazione italiana. In Italia è ampiamente diffuso un modello di
assistenza familiare, tanto che i familiari stretti rappresentano i caregiver
nel 73,5% dei casi. Il problema è che quasi in un caso su tre (il 29,3%) il
carico assistenziale viene assorbito interamente dalla famiglia dell'anziano. È
quanto emerge dalla ricerca “Le nuove tutele oltre la crisi. Il welfare
possibile per giovani, migranti e non autosufficienti” realizzata dal Censis
per il Forum Ania-Consumatori e presentata a Roma.
Per questo motivo, gran parte
degli italiani sottolinea l'importanza del potenziamento dei servizi di
assistenza: il 43,8% indica l'assistenza domiciliare, il 34,1% richiede
soluzioni di sostegno economico diretto alle famiglie. La maggioranza degli
italiani è ormai convinta che per affrontare la non autosufficienza dovrà
contare solo sulle sue forze, perchè i costi sono alti e la copertura pubblica
scarsa: risparmiando, integrando l'assistenza pubblica con l'acquisto di
servizi privati, oppure assicurandosi contro la non autosufficienza. Solo il
15,2% ritiene sufficienti gli attuali servizi pubblici. (Asca.it)
Per
maggiori approfondimenti: http://www.asca.it/news-Welfare__Censis__in_Italia_2_2_mln_anziani_non_autosufficienti-1228668-ATT.html
Gli
anziani con depressione hanno un rischio doppio di essere ricoverati in ospedale
Inserita da:(Centro Maderna) 12-12-2012
Fonte: Agi.it, 11 dicembre 2012
Gli anziani depressi hanno un
rischio doppio di essere ricoverati in ospedale. Lo afferma uno studio della
Cambridge University pubblicata sul "Canadian Medical Association
Journal". I ricercatori hanno studiato 5411 uomini di età superiore a 69
anni di Perth, Western Australia, per determinare se il tasso di ricoveri
ospedalieri era più alto fra gli uomini con sintomi depressivi rispetto a
quello dei non depressi. Dei 5411 partecipanti, 339 avevano una depressione che
andava da severa a moderata. Circa la metà degli uomini depressi era stata
ricoverata almeno una volta in ospedale contro il 23 per cento dei non
depressi. I depressi, inoltre, erano meno istruiti, in peggiori condizioni di
salute e con una maggiore probabilità di fumare.
I ricoveri notturni e le morti in
ospedale erano poi superiori in quest'ultimo gruppo. Secondo gli scienziati,
probabilmente i pazienti depressi non seguono correttamente il piano di
trattamento e potrebbero arrivare in ospedale con malattie acute. La
depressione potrebbe esacerbare le malattie croniche e ridurre la capacità dei
pazienti anziani di comunicare con il personale medico. (AGI)
Per maggiori approfondimenti: http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201212111307-eco-rt10182-salute_anziani_depressi_hanno_doppio_ricoveri_esperti_canada
Reddito
da lavoro dopo il pensionamento in Italia
05-12-2012
Fonte: INRCA
Il volume “Income from work after
retirement in Italy (Reddito da lavoro dopo il pensionamento in Italia)”,
disponibile in lingua inglese, presenta il quadro nazionale del fenomeno delle
persone mature e anziane che percepiscono una pensione e contemporaneamente
anche un reddito partecipando al mercato del lavoro.
Il volume è il risultato di uno
studio finanziato dalla European Foundation for the Improvement of Living and
Working Conditions di Dublino, e condotto dal Centro Studi e Ricerche
Economico-Sociali per l’Invecchiamento dell’INRCA. I risultati emersi
rappresentano un primo tentativo organico di spiegare il fenomeno del lavoro
dopo il pensionamento in Italia, grazie all’utilizzo di una metodologia mista
di ricerca: analisi della letteratura esistente, analisi di dati secondari,
interviste ad esperti e case studies.
Gli autori sono Andrea Principi,
Pietro Checcucci e Mirko Di Rosa.
É possibile scaricare il volume
gratuitamente on-line con link dall’home page dell’INRCA www.inrca.it
oppure cliccando qui.
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