Per informazioni e disclaimer del blog, clicca qui
Per avere informazioni gratuite sui servizi agli ANZIANI e agli STUDENTI, telefonare a I.A.S.I. tel. 049.821.7000 (lunedì-venerdì 9-12 e 15-18. Altri numeri di IASI: 049.821.4298; fax 049.821.4278. Per commentare i post cliccare anonimo nella finestra a tendina. Per chiedere informazioni via mail a Giovanni scrivere a: blog.prontoanziano@yahoo.it

sabato 8 dicembre 2012

Vaccinarsi contro l’influenza fa bene anche al cuore


Trovo nel sito di Umberto Veronesi per il progresso delle scienze due articoli sulla vaccinazione antinfluenzale di Daniele Banfi.
Vaccinarsi contro l’influenza fa bene anche al cuore (04 Dicembre 2012)
Il vaccino non agisce solo in chiave preventiva nei confronti del virus. A beneficiarne è anche il sistema cardiovascolare: lo dimostra una importante ricerca
Il vaccino fa bene anche al cuore
Secondo le ultime statistiche il rapporto tra italiani e vaccino antiinfluenzale non è dei migliori. Ancora troppe persone lo considerano inutile e il fronte degli scettici è in aumento. Eppure i dati scientifici dicono esattamente il contrario: il vaccino, oltre a prevenire l’invasione del virus nel nostro corpo, sarebbe in grado di diminuire significativamente il rischio di ictus e infarto.
LO STUDIO- Il risultato è frutto di uno studio canadese ad opera del “Women College Hospital and University” di Toronto. All’analisi, durata 12 mesi, hanno partecipato più di 3 mila volontari dell’età media di 60 anni. A metà di loro è stato somministrato il regolare vaccino influenzale, all’altra un placebo. Nel corso dell’anno, durante il monitoraggio sulle loro condizioni di salute, i ricercatori hanno registrato 187 episodi di infarto o ictus e 65 decessi. Ma il dato che lascia stupiti in senso positivo è quello riguardante i vaccinati: tra i volontari che avevano ricevuto il vero vaccino l’incidenza di ictus ed infarti è risultata inferiore del 50% e la mortalità del 40%. Le ragioni? Secondo gli autori dello studio prevenendo l'influenza si previene l’infiammazione. Questa infatti può far scattare reazioni a catena che conducono a possibili infarti ed ictus. Un motivo in più per andare a vaccinarsi.
FOCUS ITALIA- Anche se il picco influenzale è previsto per la fine di gennaio, in concomitanza con le temperature più rigide, i primi casi del fastidioso malanno stagionale cominciano a crescere. Secondo i dati diramati dal bollettino settimanale della rete di rilevamento Influnet, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, i colpiti dall’influenza sono già 50 mila e in particolar modo sono bambini. In particolare per la settimana tra il 12 e il 18 novembre Influnet ha registrato una media di 0,83 casi per mille assistiti che sale però a 2,59 tra i più piccoli.
CHI VACCINARE?- Le indicazioni sono sempre le solite: la vaccinazione è raccomandata specialmente agli anziani a partire dai 65 anni di età, ai bambini sopra i 6 mesi e in generale a chi non gode di uno stato di salute ottimale come gli individui affetti da malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio. Altra categoria che dovrebbe sottoporsi è quella delle donne incinte nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Attenzione a quando vaccinarsi: il sistema immunitario ha bisogno di un po' di tempo per produrre gli anticorpi. La vaccinazione dovrebbe quindi essere effettuata dalle 6 alle 8 settimane prima dell'inizio dell'epidemia.

Vaccino antinfluenzale: allarmismo ingiustificato (26 novembre 2012)
Nonostante il Ministero della Salute abbia rimosso lo stop cautelare le richieste di vaccinazioni sono diminuite del 50%. E’ una decisione insensata soprattutto per le categorie a rischio
Influenza: prevenire con il vaccino
Vaccinarsi o rischiare? Gli italiani sembrano ancora titubanti e il fronte di chi decide di affrontare la sorte sembra avanzare inesorabilmente. A confermarlo sono più dati provenienti da diverse statistiche sul mondo dei vaccini: secondo un’indagine della Fofi, la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, le richieste del vaccino anti-influenzale sono calate del 50% rispetto allo scorso anno. Invece secondo una ricerca ISPO per Centre for Science, Society and Citizenship (CSSC), dopo il ritiro dal mercato di un lotto anomalo del vaccino anti-influenzale di Novartis, aumenta la percentuale delle persone che pur credendo nella sua efficacia cominciano a porsi dei seri dubbi.
IL FATTO - A minare la già scarsa e poco giustificata sfiducia nei confronti della vaccinazione è stata la sospensione cautelare della commercializzazione, avvenuta il 24 ottobre scorso, dei vaccini dell’azienda farmaceutica svizzera. Lo stop era stato imposto dal Ministero della Salute in seguito al fallimento di alcuni test di sicurezza. A distanza di pochi giorni però il divieto è stato rimosso per ordine dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Come si legge nel comunicato “i lotti sospesi non sono mai stati distribuiti e quindi non sono mai stati presenti sul mercato. Ulteriori controlli hanno confermato l'assenza di difetti di qualità sui lotti commercializzati”.
I RISULTATI - Ma è bastata questa sospensione cautelare a generare una spirale di sfiducia. Secondo l’indagine ISPO il 14% degli italiani dichiara: “Sono sempre stato favorevole ai vaccini antiinfluenzali, ma dopo questo episodio inizio ad avere qualche dubbio sulla loro effettiva sicurezza e utilità”. Non solo, il 5% dice “Dopo aver appreso la notizia della sospensione ho deciso di non vaccinarmi più”. Queste percentuali vanno a sommarsi a quel 18% di persone che ritengono i vaccini troppo rischiosi.
EFFICACIA - Eppure il vaccino rimane una forma sicura ed efficace di prevenzione dall’influenza. Il suo utilizzo garantisce nel 70-80% dei casi di non contrarre il virus. Non solo, il vaccino non è virulento e quindi non provoca l’influenza. Le indicazioni sono sempre le solite: la vaccinazione è raccomandata specialmente agli anziani a partire dai 65 anni di età, ai bambini sopra i 6 mesi e in generale a chi non gode di uno stato di salute ottimale come gli individui affetti da malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio. Altra categoria che dovrebbe sottoporsi è quella delle donne incinte nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.

Nessun commento:

Posta un commento